Io danzerò

Stéphanie Di Giusto

Stati Uniti, seconda metà dell’Ottocento. Dopo la morte di suo padre, un cercatore d’oro, la 25enne Mary-Louise Fuller (Soko) abbandona il West americano per raggiungere la madre a New York e perseguire il sogno di diventare un’attrice. Una sera, per evitare di cadere sul palco a causa del lungo abito attorcigliato intorno al corpo, la ragazza si libera con un gesto che in seguito fa la sua fortuna diventando noto come “danza serpentina”. Da quel momento, infatti, per Mary-Louise si spalancano le porte del successo e con il nome di Loïe Fuller inizia la sua nuova frenetica vita: a Parigi diventa la “fata della luce”, star delle Folies Bergères e simbolo di una generazione. L’incontro con Isadora Duncan (Lily-Rose Melody Depp) cambiarà presto le carte in tavola…  Un biopic seducente, dalle magnifiche coreografie, che nell’ultima parte cede al mélo fiammeggiante. (…) Nella parte di Isadora si fa notare Lily-Rose Dep, ma la scena è tutta per la cantante Soko!

 

La danseuse
Francia/Belgio 2015 – 1h 48’

In realtà non era cresciuta nelle praterie, il padre non era un francese trapiantato in Usa, né sua madre una rigida bigotta. Sono solo alcune delle piccole libertà che la neo-cineasta Stephanie Di Giusto, apprezzate fotografa e videoartista, si è presa nei confronti di Loïe Fuller, protagonista del suo film d’esordio ‘lo danzerò’: ma solo dopo averne studiato a fondo la biografia e con l’idea di esaltare meglio i tratti salienti di questa singolare personalità della scena teatrale fra America ed Europa. E aggiungiamo anche che l’idea di scegliere la ribelle Soko si è dimostrata indovinata: oltre a una certa somiglianza fisica, la Loïe incarnata dalla cantante-attrice franco-polacca risulta un felice miscuglio di timidezza e impeto, ferrea determinazione e fragilità, riserbo e sfrontatezza. (…) nella flebile interpretazione di Lily-Rose Depp, la Duncan non riesce ad assurgere a un vero livello di antagonista. L’interesse e la partecipazione vanno tutti alla Fuller, cui Soko sa conferire quell’interiore fuoco di passione che, forse più dei fasci di luci sul palcoscenico, infuse le sue esibizioni di poesia.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa

 

Lo spunto a farne un biopic non convenzionale – dunque adatto alla Fuller – è diventato il contenuto d’esordio in cinema della fotografa Stéfanie Di Giusto, catturata dall’iconicità di un personaggio caro alle avanguardie del tempo ma nel Tempo dimenticata. Riesumarla nel gesto cinematografico ha significato offrirle non solo giusta ma anche coerente dignità, perché è proprio nel movimento come categoria estetica che la grande interprete ha rintracciato la sua inconfondibile cifra espressiva. Struggente e prodigiosamente recitato dalla performer franco-polacca Soko, lo danzerò è una visione tutt’altro che marginale.

Anna Maria Pasetti – Il Fatto Quotidiano

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