Cos'è questo Decalogo di cui tanto si parla? E' un corpo unico di dieci film, pensati e girati per la televisione (circa un'ora di durata ciascuno) da uno dei registi-rivelazione degli anni ottanta, il polacco Krzysztof Kieslowski.

        Il riferimento ai dieci comandamenti è il pretesto culturale che anima quest'opera certamente laica, ma ricca di una propria religiosità interiore, di un'accorata tensione metafisica. Ogni comandamento offre la traccia per raccontare una storia, per rappresentare un caso. Casi della vita di tutti i giorni, apparentemente banali, che agitano invece, sotto la superficie, problematiche complesse. Una visione del destino incombente ma non totalizzante, il disorientamento della coscienza tra valori e contraddizioni, tra rigore morale e trasgressione costituiscono le premesse esistenziali del Decalogo. La struttura ricorrente vede l'azione crescere pian piano, fino a trovare un evento imprevisto che evidenzia il dramma morale. La ricerca di un percorso etico per l'uomo contemporaneo conduce Kieslowski a costruire una serie di quadri che magistralmente sanno instaurare un rapporto profondo con i precetti biblici e con la sensibilità dello spettatore: dalla crisi religiosa che scaturisce, violenta, nel primo episodio, ai toni sobri, da commedia di Dekalog dziesiec, i temi toccati non si possono definire in alcun modo dogmatici, bensì espressione sincera di un confronto dialettico con i valori dell'esistenza.

       Il fascino narrativo del Decalogo sta infatti nella concreta umanità che l'autore riesce a conferire ai propri ambienti, ai propri personaggi: il microcosmo che avvolge ogni singolo episodio è un moderno quartiere alla periferia di Varsavia. Non è vacuo divertissement individuare l'accavallarsi, il congiungersi di una storia con l'altra: il viavai di protagonisti che abitano nei grandi casermoni, la citazione del tema di Decalogo 2 come esempio morale proposto in Decalogo 8, persino una breve sequenza sui francobolli che anticipa, in Dekalog dziewiec, l'episodio seguente. Questo amalgama composito, che Kieslowski riesce a creare, dà spessore al canovaccio dei racconti, modella con naturalezza situazioni e dialoghi.

Ma il Decalogo ha pure una sua straordinaria personalità estetica. Motivato dalla destinazione televisiva, il regista tiene la camera a ridosso dei suoi personaggi: primi piani essenziali, una direzione degli attori di intensa naturalezza, brevi e significativi segnali premonitori per i momenti cruciali (l'inchiostro del primo episodio, la vespa nel secondo...). Il tutto in un'omogeneità di stile che non perde colpi e che, anzi, acquista forza e scioltezza nel succedersi degli eventi.

Con l'aria dimessa del racconto episodico, con la sublime ambiguità dei suoi precetti dimenticati, Dekalog si configura davvero come uno degli eventi della cultura cinematografica dei nostri giorni, quasi un nuovo breviario morale per il cinefilo anni 90.

ezio leoni - pieghevole LUX-ASTRA - maggio-giugno 1990

e.l. Quaderno del COMUNE DI PADOVA: Serate d'autore alla Reggia Carraresi - agosto 1990

IL DECALOGO

(Dekalog)

Polonia - 1989

regia - Krzysztof Kieslowski

sceneggiatura - Krzysztof Piesiewicz e Krzysztof Kieslowski

scenografia - Halina Dobrowolska

montaggio - Ewa Smal

musica - Zbigniew Preisner

produzione - Telewizja Polska in collaborazione con Sender Freies Berlin
 

Decalogo 1 (Dekalog, jeden - 55')

Decalogo 2 (Dekalog, dwa - 59')

Decalogo 3 (Dekalog, trzy -_58')

Decalogo 4 (Dekalog, cztery - 58')

Decalogo 5 (Dekalog, pieg - 60')

Decalogo 6 (Dekalog, szesc - 61')

Decalogo 7 (Dekalog, siedem - 57')

Decalogo 8 (Dekalog, osiem - 56')

Decalogo 9 (Dekalog, dziewiec - 60')

Decalogo 10 (Dekalog, dziesiec - 60')

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