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WASHINGTON-ADISTA. Cercare altre strade, alternative alla guerra, per risolvere la questione irachena; avere sempre davanti agli occhi la sofferenza della popolazione civile, prima vittima di ogni conflitto; sostenere chi cerca di far valere il proprio diritto all'obiezione di coscienza. Questo, in sintesi, il contenuto di un documento ufficiale della Conferenza episcopale statunitense, elaborato e approvato (solo 14 i voti contrari su 240) nel corso della recente assemblea dei vescovi, svoltasi dall'11 al 14 novembre.
Un documento ancora più risoluto e fermo è la lettera aperta al presidente George Bush del vescovo di Melbourne Beach, in Florida, mons. Robert Bowman, ex tenente colonnello ed ex combattente in Vietnam, dove ha compiuto 101 missioni di guerra.
Nessun sistema da guerre stellari potrà difendere gli Stati Uniti da un'arma nucleare portata in una valigia o su una barca. La verità è che gli Stati Uniti sono bersaglio del terrorismo non perché difendono democrazia, libertà e diritti umani, ma perché in molte parti del mondo "il nostro governo difende la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento umano". Parole pesantissime, quelle del vescovo, che punta il dito contro le operazioni dei servizi segreti Usa in Iran, in Cile, in Vietnam, in Nicaragua e in altri Stati dell'America Latina, ma anche contro le "dittature" delle multinazionali americane nei Paesi del Terzo Mondo.
A criticare la politica di Bush sono anche organismi ecumenici, come il Consiglio nazionale delle Chiese Usa (Ncccusa), che raccoglie delegati delle Chiese protestanti, ortodosse e anglicane. Nel corso dell'assemblea generale, riunita in Florida dal 13 al 16 novembre, i delegati di 36 denominazioni cristiane hanno approvato un documento che chiede anche il rafforzamento degli sforzi per una pacifica soluzione del conflitto tra Israele e Palestina. L'Assemblea ha espresso anche l'intenzione di continuare a "lavorare insieme a tutte le persone che amano la pace per fondare le nostre dichiarazioni su azioni concrete: dialoghi con rappresentanti pubblici, visite a comunità irachene, consultazioni con altre Chiese cristiane nel mondo, preghiera comune al Signore".
Di seguito pubblichiamo, in una nostra traduzione dall'inglese, il documento della Conferenza episcopale statunitense (solo nella versione per abbonati) e la lettera del vescovo Bowman....

"SIAMO BERSAGLIO DEL TERRORISMO PERCHÉ SOSTENIAMO TUTTE LE DITTATURE":
Durissima lettera a Bush di mons. Bowman, vescovo in Florida

Racconti la verità al popolo, signor Presidente, sul terrorismo. Se le illusioni riguardo al terrorismo non saranno disfatte, la minaccia continuerà fino a distruggerci completamente. La verità è che nessuna delle nostre migliaia di armi nucleari può proteggerci da queste minacce. Nessun sistema di Guerre Stellari (non importa quanto siano tecnologicamente avanzate né quanti miliardi di dollari vengano buttati via con esse) potrà proteggerci da un'arma nucleare portata qui su una barca, un aereo, una valigia o un'auto affittata. Nessuna arma del nostro vasto arsenale, nemmeno un centesimo dei 270 miliardi di dollari spesi ogni anno nel cosiddetto "sistema di difesa" può evitare una bomba terrorista. Questo è un fatto militare.
Signor Presidente, lei non ha raccontato al popolo americano la verità sul perché siamo bersaglio del terrorismo quando ha spiegato perché avremmo bombardato l'Afghanistan e il Sudan. Lei ha detto che siamo bersaglio del terrorismo perché difendiamo la democrazia, la libertà e i diritti umani nel mondo.
Che assurdo, signor Presidente! Siamo bersaglio dei terroristi perché, nella maggior parte del mondo, il nostro governo difende la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento umano. Siamo bersaglio dei terroristi perché siamo odiati. E siamo odiati perché il nostro governo ha fatto cose odiose.
In quanti Paesi, agenti del nostro governo hanno deposto dirigenti eletti dal popolo, sostituendoli con militari-dittatori, marionette desiderose di vendere il loro popolo a corporazioni americane multinazionali?
Abbiamo fatto questo in Iran quando i marines e la Cia deposero Mussadegh perché aveva intenzione di nazionalizzare il petrolio. Lo sostituimmo con lo scià Reza Pahlevi e armammo, allenammo e pagammo la sua odiata guardia nazionale Savak, che schiavizzò e brutalizzò il popolo iraniano per proteggere l'interesse finanziario delle nostre compagnie di petrolio. Dopo questo sarà difficile immaginare che in Iran ci siano persone che ci odiano? Abbiamo fatto questo in Cile. Abbiamo fatto questo in Vietnam. Più recentemente, abbiamo tentato di farlo in Iraq. E, è chiaro, quante volte abbiamo fatto questo in Nicaragua e nelle altre Repubbliche dell'America Latina?
Una volta dopo l'altra, abbiamo destituito dirigenti popolari che volevano che le ricchezze della loro terra fossero divise tra il popolo che le ha prodotte. Noi li abbiamo sostituiti con tiranni assassini che avrebbero venduto il proprio popolo per ingrassare i loro conti correnti privati attraverso il pagamento di abbondanti tangenti affinché la ricchezza della loro terra potesse essere presa da imprese come la Sugar, United Fruits Company, Folgers e via dicendo. Di Paese in Paese, il nostro governo ha ostruito la democrazia, soffocato la libertà e calpestato i diritti umani.
È per questo che siamo odiati intorno al mondo. Ed è per questo che siamo bersaglio dei terroristi. Il popolo canadese gode di democrazia, di libertà e diritti umani, così come quello della Norvegia e Svezia. Lei ha sentito mai dire che un'ambasciata canadese, svedese o norvegese siano state bombardate? Noi non siamo odiati perché pratichiamo la democrazia, la libertà e i diritti umani. Noi siamo odiati perché il nostro governo nega queste cose ai popoli dei Paesi del terzo mondo, le cui risorse fanno gola alle nostre corporazioni multinazionali. Quest'odio che abbiamo seminato si ritorce contro di noi per spaventarci sotto forma di terrorismo e, in futuro, terrorismo nucleare. Una volta detta la verità sul perché dell'esistenza della minaccia e della sua comprensione, la soluzione diventa ovvia. Noi dobbiamo cambiare le nostre pratiche. Liberarci delle nostre armi (unilateralmente, se necessario) migliorerà la nostra sicurezza. Cambiare in modo drastico la nostra politica estera la renderà sicura. Invece di mandare i nostri figli e figlie in giro per il mondo per uccidere arabi in modo che possiamo avere il petrolio che esiste sotto la loro sabbia, dovremmo mandarli a ricostruire le loro infrastrutture, fornire acqua pulita e alimentare bambini affamati. Invece di continuare a uccidere migliaia di bambini iracheni tutti i giorni con le nostre sanzioni economiche, dovremmo aiutare gli iracheni a ricostruire le loro centrali elettriche, le stazioni di trattamento delle acque, i loro ospedali e tutte le altre cose che abbiamo distrutto e abbiamo impedito di ricostruire con le sanzioni economiche. Invece di allenare terroristi e squadroni della morte, dovremmo chiudere la nostra Scuola delle Americhe. Invece di sostenere la ribellione e la destabilizzazione, l'assassinio e il terrore in giro per il mondo, dovremmo abolire la Cia e dare il denaro speso da essa ad agenzie di assistenza. Riassumendo, dovremmo essere buoni invece che cattivi.
Chi tenterebbe di trattenerci? Chi ci odierebbe? Chi vorrebbe bombardarci?
Questa è la verità, signor Presidente. È questo che il popolo americano ha bisogno di ascoltare.

Most Rev. Dr. Robert M. Bowman
Presiding Archbishop, United Catholic Church

www.rmbowman.com/catholic/bio97.htm