agosto-settembre
ottobre 2008

trimestrale di cinema, cultura e altro...

n° 24
Reg.1757 (PD 20/08/01)

pag. 2


Se il Concorso si è qualitativamente stabilizzato in extremis e il panorama di Orizzonti e del Fuori concorso ha contribuito a tenere a galla la Mostra, vero è che sono state due sezioni “a corredo” come Le giornate degli autori e La settimana della critica a dare senso compiuto a questa 65a edizione.
Ecco allora alcuni titoli “trascurati” che meritano, a consuntivo, una segnalazione.

Broken Lines – Sallie Aprahamian (Gran Bretagna)
Jake e B, due esistenze apparentemente stabilizzate. Ma la morte del padre crea un senso disorientamento in Jake, già prossimo al matrimonio mentre B sembra non reggere la sua relazione con Chester, ex pugile ora semiparalizzato. Il loro casuale incontro sarà la scintilla per riconfigurare le esistenze di entrambi.
Asciutta ed appassionata al contempo, tratteggiata come un puzzle di psicologie che riescono alfine a combaciare, ecco una convincente opera prima di evidente taglio britannico. Trama sinuosa e intrigante, interpretazioni di forte impatto, Londra che fa da protagonista aggiunto…

Machan – Umberto Pasolini (Italia/Sri Lanka)
Nello Sri Lanka la vita è grama e non è facile trovare un visto per la Germania. Manoj e Stanley leggono dell’invito per un torneo di pallamano in Baviera e si inventano la squadra nazionale di pallamano dello Sri Lanka. Sarà l’occasione per espatriare e anche per riflettere sulle proprie aspettative e sui propri ideali.
Lo spirito e le esperienze del regista vengono da Full Monty: una commedia sorridente e uno spaccato sociale in bilico tra l’amarezza e il sorriso.scheda estesa

Muukalainen (The Visitor) – Jukka-Pekka Valkeapää (Finlandia)
Una regione remota e selvaggia. Nella fattoria madre e figlio e… qualche gallina. Ma c’è nella foresta un pozzo dove il ragazzo si immerge per recuperare qualcosa di misterioso che poi recapita segretamente al padre, rinchiuso in carcere. La loro vita viene scombussolata L’arrivo di un uomo ferito, a cui i due prestano aiuto, darà una svolta drammatica alla loro esistenza.
Un mondo estraneo, una realtà sospesa, un ritmo di vita avvinto dalla natura in cui i personaggi giocano il ruolo di metodiche pedine. Ma lo sguardo ipnotico del film è spezzato da improvvisi squarci di dolore e violenza. Non chiedete spiegazioni razionali all’evolversi del racconto, l’atmosfera conta più degli avvenimenti: esistenze ed emozioni restano in un affascinate, immobile equilibrio.scheda estesa

Nowhere Man – Patrice Toye (Belgio)
Un uomo insoddisfatto e insicuro decide di fingersi morto e scomparire. Ma dopo cinque anni torna e riprende i contatti con la moglie. La “vedova” si è risposata, ma l’incontro fa esplodere una nuova, ambigua passione…
Un taglio di fredda psicologia e una soffusa critica ad benessere standardizzato. Una claustrofobia esistenziale che rende estenuante il vivere: e anche la visione dello spettatore.

Pescuit sportiv – Adrian Sitaru (Romania)
Mihai e Lubi, innamorati “irregolari”, partono in auto per una giornata fuori città. Un incidente lungo strada li porta ad un incontro con Ana, una giovane, logorroica prostituta. Il picnic sarà occasione per laceranti confronti e per una definitiva chiarificazione.
Macchina a mano, inquadrature in soggettiva a seguire lo sguardo di ogni protagonista: uno stile che dapprima spiazza lo spettatore, ma che alla distanza dà senso all’evolversi dei rapporti interpersonali. Un reportage di coppia inesorabile e accorato.scheda estesa

Stella – Sylvie Verheyde (Francia)
Il primo anno in una scuola media d’elite di una ragazzina di modesta estrazione sociale (i genitori gestiscono un bar) mette sullo schermo tutte le difficoltà e le incertezze della protagonista. Dal brusco impatto iniziale con l’ambiente e dall’intimo rifiuto scolastico, Stella arriverà ad apprezzare l’occasione che la vita le offre e a capire meglio se stessa.
Sincero, capace di fotografare con commossa lucidità uno spaccato della Parigi fine anni settanta, il film trova forza nell’intensa recitazione della piccola Barbara Léora e nella partecipata regia di Sylvie Verheyde: primi piani, macchina da presa sempre addosso ai protagonisti, un percorso di iniziazione adolescenziale di autobiografica vitalità

cinema invisibile TORRESINO febbraio-marzo 2010

Čuvari noči (Nightguards) – Namik Kabil (Bosnia)
Guardiani notturni nella notte di Sarajevo. Mahir e l’amico Brizla sorvegliano rispettivamente un salone di mobili e un grande negozio di sanitari, ma controllano anche se stessi: il proprio peso sempre debordante, le angosce personali e familiari, un tasso alcolico a rischio…
Il silenzio della notte (rotto solo da un allarme inavvertitamente attivato), il lento ripetersi delle azioni quotidiane: nell’inconscio il ricordo di una guerra troppo lacerante per essere dimenticata, per le strade buie della città le tensioni di un lavoro che solo l’amicizia può stemperare. Con coerenza stilistica la noia travalica lo schermo.

Lønsj (Cold Lunch) – Eva Sørhaug (Norvegia)
In una Oslo apparentemente accogliente si intrecciano le esistenze di Christer (allo sbando dopo che ha perso il lavoro e appartamento), Leni (anch’essa senza casa dopo l’improvvisa morte del padre), Heidi (una casa e un figlio difficili da gestire, un marito violento e inaffidabile). Il caso gioca inesorabilmente con loro.
Un puzzle di varie umanità velato di amarezza. Non tutto è definito nello svolgersi degli eventi, ma un pessimismo di fondo pervade quest’opera “morale”. Se il destino è in agguato, il cinismo sembra essere la chiave di lettura dei rapporti interpersonali.


Pinuccio Lovero
Sogno di una morte di mezza estate
Pippo Mezzapesa (Italia)
Pinuccio Lovero, una vita dedicata all’ambiente cimiteriale. Oltre vent’anni come artigiani di lapidi e infine, a coronamento di un sogno, l’incarico come custode del cimitero di Mariotto, frazione di Bitonto. Una soddisfazione che sarebbe completa se, durante il suo mandato, almeno qualcuno avesse bisogno di un funerale…
Una storia vera di disarmante attualità. Una docu-fiction in cui Pinuccio non può che raccontarsi a cuore aperto, amato scaramanticamente dagli anziani del paese (oltre sei mesi senza un decesso dalla sua assunzione), amareggiato di non aver altro da fare che occuparsi dei fiori del cimitero, di dover attendere invano, con la sua divisa”da cerimonia, al cancello d’ingresso… Sessanta minuti di calibrata “presa diretta”, un personaggio di straordinaria umanità, capace di essere se stesso e di “bucare lo schermo”.


Pranzo di ferragosto – Gianni Di Gregorio (Italia) - 1h 15'
Gianni vive beatamente nel centro di Roma. Anche se ormai è un uomo di mezza età non gli fa problema la coabitazione con la vecchia mamma, petulante nobildonna decaduta, né si preoccupa di una situazione finanziaria familiare tutt’altro che tranquilla. Non può comunque non cogliere al volo la proposta dell’amministratore che gli abbuona qualche pendenza in cambio di una breve “custodia” dell’anziana madre. Per una serie di coincidenze gli arrivano “in affido” altre due vecchiette e Gianni si trova a doversi occupare di tutte, anche per il pranzo di ferragosto…
Il succo del racconto è davvero striminzito, ma ciò che ha fatto scoccare la molla del gradimento del pubblico è la spontaneità con cui Gianni Di Gregorio
film successivo in archivio, regista-attore esordiente,”ospita” lo spettatore, insieme alle le bravissime anziani interpreti, nella sua casa, nel suo quartiere. La vita di tutti i giorni diventa materiale cinematografico, ogni personaggio si caratterizza con simpatia, il sorriso stempera ogni tensione.

$e11.Ou7! – Sell Out – Yeo Joonhan (Malesia)
Il mondo è quello della produzione televisiva, in cui l’ambizione dei singoli e la qualità delle trasmissioni portano a logiche perverse. Cosa di meglio di un programma che segua in diretta le ultime ore di un qualche anziano in punto di morte? E anche se non è anziano e progetta magari un omicidio o un suicidio? La legge del profitto è seconda solo al cinismo dei giovani conduttori e all’idiozia dei superiori.
All’interno della narrazione si inseriscono due variabili impazzite. Quella di un giovane inventore (una macchina da cucina domestica che sforna prodotti dalla soia) frustrato fino ad arrivare ad uno sdoppiamento di personalità. Quella di un taglio di divertita follia splendidamente giocato in stile musical: canzoni orecchiabili, testi caustici.
Money è già un piccolo cult!

ezio leoni - - MC magazine 24 ottobre 2008