Amore e inganni

Whit Stillman

Ispirato ad un racconto di Jane Austen, è la storia di una giovane e scaltra vedova Lady Susan Vernon che per scoprire nuovi pettegolezzi che circolano nell’alta società, decide di trascorrere una vacanza a Churchill, una lussuosa tenuta proprietà della famiglia del marito. Quale miglior modo di approfittare del soggiorno che scovare e assicurarsi, con la complicità della sua confidente Alicia, un nuovo marito ricco per se e un buon partito per la figlia? Ma l’arrivo a Churchill di  Reginald, un giovane uomo molto affascinante e di buona famiglia, e di Sir James Martin, uomo di poco fascino ma molto ricco, provocherà una serie di colpa di scena. Un perfetto congegno teatrale settecentesco con dialoghi scintillanti (incantevole Kate Beckinsale) dove verità e menzogne sono serviti in gran confezione. Costumi, arredi, carrozze, giardini e paesaggi suggellano il piacere della visione.

 


Love & Friendship
Irlanda/Francia/Paesi bassi – 94′

Raffinato ritrattista del jet set, prima newyorkese e poi internazionale, in Amore e inganni, il waspissimo Whit Stillman adatta Jane Austen pensando a Henry James e senza dimenticare Edith Warthon, con questa sua lettura molto americana e pungente del romanzo epistolare della scrittrice inglese, Lady Susan. (…) Forte di una sceneggiatura vivacissima, scritta prendendo a piene mani dal romanzo, Stillman inietta nel film più humor della maggior parte degli adattamenti di Austen. (…) Come la letteratura di Jane Austen, il cinema di Whit Stillman è un cinema di maniere e di rituali del ´privilegio” (la gioventù di Park Avenue, la disco life dei tardi anni novanta, le studentesse di un college Ivy League in Damsels in Distress, gli americani a Parigi nella sua serie per Amazon, The Cosmpolitans…). Parte della bellezza dei suoi film è la precisione naturale, aggraziata e libera, con cui mette in scena quei rituali e quelle maniere – nel loro fascino, nella crudelt‡à e nel ridicolo. Parte del genio della sua opera sono la sua capacità e l’intelligenza di renderli urgenti, contemporanei – quasi questione di vita o di morte.

Giulia D’Agnolo Vallan – Il Manifesto

 

Sembra complicato il quinto lungometraggio scritto e diretto da Whit Stillman, ma non lo è affatto. E’ una delizia verbale dopo l’altra inquadrata con grande gusto e compostezza, tratta dal romanzo epistolare Lady Susan a firma Jane Austen dove le apparenze ingannano e le parole incantano. (…) L’inglese Kate Beckinsale e l’americana Chloë Sevigny tornano a essere quelle allegre, e impertinenti, comari di Stillman già ammirate in The Last Days of Disco (1998) quando il regista nato a Washington le faceva spettegolare di tutto e tutti nei bagni dei locali dove si ballava Le Freak della band Chic. Qui accade la stessa cosa ma in costume, con donne mature e bellissime (la Beckinsale ha guadagnato parecchio in autorevolezza) e con Beethoven o Handel in colonna sonora. Cast eccellente anche tra i maschi apparentemente dominatori dove spicca l’immensamente idiota Sir James Martin di un magistrale Tom Bennett (…). Il regista (…) dimostra nel 2016 di essere ancora il caro vecchio Whit Stillman: re della chiacchiera, fine umorista, sincero femminista. L’incontro con Jane Austen era semplicemente fisiologico.

Francesco Alò – Il Messaggero

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