Sieranevada

Cristi Puiu


Romania/Fra/Bosnia-Erz/Croazia 2016 – 2h 53′

CANNES –  Bucarest, 2015. Una famiglia rumena, riunita per una cerimonia funebre, diventa lo specchio impietoso delle contraddizioni sociali del presente: tra le paure, le ipocrisie e le menzogne del dopo Ceausescu.

Dopo Bacalauret restiamo in Romania, a quel Cristi Puiu che ci aveva dato un altro gioiello del nuovo realismo rumeno, La morte del signor Lazarescu, vincitore nel 2005 della sezione Un certain regard. Al di là del titolo incongruente, Sieranevada (in un’intervista il regista ha dichiarato: “perché va bene in tutte le lingue e rimane in mente”) il film parla di una famiglia che, secondo la tradizione popolare rumena, si riunisce dopo quaranta giorni per commemorare la morte del patriarca. Al rito, officiato dalla vedova, sono invitate 16 persone, mogli, figli, nipoti e relative consorti. Ci saranno un pranzo, l’intervento del pope, il dispiegarsi come in ogni riunione familiare di litigi, ripicche, segreti svelati. Ci sono discorsi assurdi (Tarantino docet): il litigio tra marito e moglie sul comprare o no alla figlia il completino da principessa di Disney, la teoria complottistica sul 9/11, una zia fortemente pro Ceaucescu (forse allora si stava meglio?) e la nipote che invece dei comunisti non vuole più sentir parlare, un’altra nipote ancora reduce dalla discoteca che porta a casa l’amica croata sull’orlo del coma etilico; ci sono strane usanze come quella del nipote prediletto che deve indossare il vestito dello scomparso.

 

Difficile stare dietro a tutte le storie, ma il quadro d’insieme è chiaro: una società frammentata, sfilacciata, vincolata al passato ma desiderosa di tuffarsi in un futuro, rappresentato dall’America molto più che l’Europa. La macchina da presa è come un’intrusa: lunghi piani sequenza che spaziano all’interno dell’appartamento, piccolo e affollato, nel quale si svolge l’intera vicenda. Ogni scena, apparentemente fine a se stessa, trova un senso nel complessivo accostamento in una sorta di ritratto impressionistico d’insieme della società rumena.

Giovanni Martini – MCmagazine 40

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