Anonymous
Roland Emmerich - Germania 2011 - 2h 10'

  Il nuovo film del tedesco hollywoodiano Roland Emmerich film precedente in archivio, tra le penombre della Londra del XVII secolo, va alla radice con un kolossal thriller sullo scambio d’identità: chi era Shakespeare? É esistito davvero? Non è uno scoop, da secoli si dibatte, illazioni molte (anche che Scespir fosse un italiano, Nord Est?) ma sicurezze poche. Sul problema si sono interrogati Mark Twain e Freud, Chaplin film precedente in archivio e Welles, per cui Emmerich, regista action d’attacchi alieni, Godzilla e fini del mondo film precedente in archivio, si sente in buona compagnia, avendo fatto culturalmente un passo avanti. Il regista è tra gli «anti stratfordiani» cioè tra quelli che non credono alla favola del ragazzo incolto e di umile famiglia di Stratford che ha scritto 37 capolavori e 154 amorosi sonetti; invece si riconosce ne gli «oxfordiani» che, come sostiene il film, vedono in Edward De Vere, conte dandy di Oxford che di soprannome faceva «spear shaker», consigliere legatissimo alla regina Elisabetta I, il vero autore sotto mentite spoglie dell’immortale corpus teatrale di cui non c’è traccia nell’eredità quando William morì nel 1616.
E qui l’autore, seguendo il suo fiuto per ogni catastrofe anche postuma, mescola la storia letteraria ai disordini politici, alla lotta per la successione al trono tra i Tudor e il conte di Essex. Nella storia, raccontata in flash back da un attore, Derek Jacobi, sul palco scenico — dove se no? — ecco trame, colpi di scena, scandali, intrighi a lume di candela, incunaboli di copioni (
Romeo e Giulietta, La dodicesima notte, Giulio Cesare...), firme svolazzanti, amori segreti, tutto il melò degli affetti, mescolando due piani temporali in modo non sempre limpido mentre la sceneggiatura di John Orloff non si dimentica di Amleto.
E sempre in un teatro (vedi il Valle a Roma) che cade la coscienza del Re. Anche se la fattura registica non ha colpi d’ala, la garanzia sta nel potere espressivo dei protagonisti: Vanessa Redgrave, prossimo Oscar alla carriera, è un’Elisabetta da antologia e la figlia Joely Richardson la sostituisce da giovane con un dna mattatoriale, mentre il gallese Rhys Ifans (
Notting Hill, L’amore fatale) è il sottile, diabolico finto Bardo.
Nel gruppo d’epoca valorizzato da scene e costumi di una Londra di cinismi in offerta speciale, indietro nel tempo ma sempre attuale, non mancano gli elisabettiani Ben Jonson e Christopher Marlowe, perché il jolly del film è sempre il teatro, qui palpitante con meravigliosi pezzi.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

   L'Anonymous del titolo è il personaggio che secondo una certa scuola di pensiero avrebbe scritto le opere passate alla storia sotto il nome di Shakespeare, sulla cui vera identità si specula da secoli senza certezza. La tesi qui abbracciata è quella de gli «Oxfordians», convinti che per parlare con tanta cognizione di uomini di potere, ci volesse qualcuno appartenente a quel mondo come Edward De Vere, XVII duca di Oxford. Teoria che studiosi come James Shapiro, reputano assurda e infondata. Tuttavia, il film racconta non solo di come avvenne che i drammi di De Vere furono attribuiti a uno spregiudicato e ignorantello capocomico; ma anche di segreti rapporti fra Elisabetta I e De Vere, di figli bastardi e di complotti per designare eredi al trono. […] Gli interpreti, a partire da Rhys Ifans/De Vere, sono ottimi; la ricostruzione della Londra d’epoca suggestiva e la regia di Emmerich professionale. Ed è fantastico come il Bardo continui ad alimentare direttamente e indirettamente la fantasia dei posteri.

Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa

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Dopo l'era dei disaster movie hollywoodiani, Roland Emmerich volge lo sguardo al passato e si interroga sulla vera identità del più grande drammaturgo di tutti i tempi: chi era davvero William Shakespeare? In questo incalzante thriller storico, il regista tedesco abbraccia la teoria letteraria secondo cui Edward de Vere, conte di Oxford, nonchè poeta e drammaturgo affermato alla corte della regina Elisabetta nell'Inghilterra del XVI secolo, fosse il vero autore delle opere attribuite a Shakespeare. Ambientato in una suggestiva e spettrale Londra elisabettiana, non deluderà gli amanti di storia e letteratura...

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