Batman & Robin
Joel Schumaker - USA 1997 - 2h 10'

Il mondo perduto: Jurassic Park
(The Lost World: Jurassic Park)

Steven Spielberg - USA 1997 - 2h 14'


Se, con apprezzabile tempestività, molti titoli veneziani si affacciano nel circuito cittadino (siamo ormai a quota sette, con Ovosodo, Lezioni di Tango e Porzus), il grosso impatto della nuova stagione cinematografica resta appannaggio delle major americane e dei loro blockbuster (il termine, ormai sempre più in uso, indica i pezzi da sfondamento al botteghino). Hanno aperto, non troppo alla grande in realtà, L'isola perduta (distribuito dalla Cecchi Gori) e Con Air (Buena Vista), ma i veri protagonisti, in queste prime settimane di settembre, sono stati Batman & Robin (Warner Bros) e Il mondo perduto: Jurassic Park (UIP).

Diciamo subito che siamo lontani, per entrambi, dall'entusiasmo, ma di fronte alla quarta avventura cinematografica dell'uomo-pipistrello lo sconcerto critico è totale. Difficile spiegarsi come oltre cinquemila persone (tanto, indicativamente, il pubblico padovano) abbiano dedicato due ore del loro tempo per confrontarsi con l'accozzaglia di suoni e immagini ordita da Joel Schumaker. Il suo Batman & Robin si affida ad una spettacolarizzazione ipertecnologica, a debordanti enfasi musicali e vertiginose trame visive in cui tutto (storia, personaggi, azione) si sconquassa senza trovare il bandolo di una narrazione avvincente e tanto meno di una qualche partecipazione emotiva.

In contrappunto alla vacua esibizione fantabarocca della Warner, Il mondo perduto (che lo ha già "doppiato" come numero di spettatori) riesibisce il fascino naturalistico-esotico con cui la stirpe spielberghiana di dinosauri, velociraptor e simili aveva ammantato l'angosciosa esplorazione nel mondo preistorico di Jurassik Park. L'ambientazione e l'atmosfera vengono riproposte con motivata (fanta)scientificità in quanto la nuova ipotesi narrativa di Michel Crichton affida la riconfigurazione dell'avventura jurassica al sopravvivere ed all'evolversi delle specie clonate nell'isola adiacente a quella del Parco, dove era installata la base sperimentale della sconvolgente ricerca. Ora a Isla Sorna i giganteschi animali vivono allo stato brado e la scoperta richiama sull'isola non solo giornalisti e scienziati (torna protagonista Jeff Goldblum, affiancato stavolta dalla paleontologa Julianne Moore), ma pure un'agguerrita banda di cacciatori, attirati da un safari davvero eccezionale. L'eterna dicotomia del rapporto uomo-natura esplode in modo ancor più cinico e beffardo e il sostegno immaginifico della nuova straordinaria perfezione degli effetti speciali corrobora Il mondo perduto di una tensione d'insieme forse insuperabile. Eppure al di là di una regia sicura e incalzante, di momenti di suspense iterati e memorabili (quel camper spinto nello strapiombo, la violenza agghiacciante dei piccoli predatori nella boscaglia), di sviluppi narrativi costruiti con sagace citazionismo (il finale alla King Kong), l'anima cinematografica di Jurassic Park II ha l'infida contraddizione del sequel. Si fa bello di un'idea creativa ormai sedimentata nell'immaginario collettivo, la estrapola con la solite puntigliose argomentazioni (ma non si prendono tutti troppo sul serio?), ripropone eventi e situazioni emozionali che già rischiano la standardizzazione (le estenuanti lotte coi velociraptor), si affida infine, come garanzia di successo, allo stupore per la magnificenza della nuova fantacredibilità digitale. E' un clone cinematografico che racconta di cloni preistorici... Non è troppo sfacciato anche per un genio-esibizionista come Steven Spielberg ?

ezio leoni - La Difesa del Popolo 21 settembre 1997