La bella gente
Ivano De Matteo
- Italia 2009 - 1h 38’


   Da Teorema di Pasolini a Sei gradi di separazione, da L'ospite inatteso a È arrivata mia figlia, non si contano i film in cui l'arrivo di un estraneo in una casa scardina equilibri erotici e affettivi, svela tensioni e pulsioni rimosse, insomma scoperchia i lati più gelosamente tenuti in ombra dai protagonisti. 'La bella gente' porta in questo nutrito filone cinematografico il tratto ispido e lo sguardo fermo di un regista che a volte non va troppo per il sottile, ma possiede una poetica solida e ben definita, come provano anche i suoi film successivi. Tutti dedicati a quella materia vischiosa che in Italia maschera conflitti di ogni natura, l'ipocrisia, senza distinzioni di sesso, classe o di età. La giovanissima prostituta ucraina (...) (l'eccellente Victoria Larchenko) non è però solo la cartina di tornasole delle nostre miserie. È anzitutto uno di quei personaggi-limite che il nostro cinema non sa più raccontare se non attraverso schemi e semplificazioni quasi sempre inaccettabili. Mentre De Matteo, senza uscire dai codici del più schietto naturalismo, riesce a darle una consistenza, un mistero, una profondità quasi miracolosi. Che relegano in secondo piano gli snodi più bruschi o le scene un po' didascaliche di cui fanno le spese, guarda caso, soprattutto i personaggi 'borghesi' (...). Ma queste forse sono sottigliezze. L'essenziale è che il film, benché tutto girato dal punto di vista dei padroni di casa, non perda di vista un attimo quella ragazza terrorizzata. Di cui in fondo non scopriremo mai nulla, proprio come i personaggi del film. Sembra poco ma è moltissimo. Un film più conciliante (più ipocrita) ci avrebbe ammannito una qualche rassicurante 'verità', biografica e sociale, sciogliendo un destino in un caso particolare. La bella gente lascia tutto in sospeso. Nulla cambia, tutto può ricominciare domani. Viene quasi voglia di credere che proprio questa insolita durezza abbia fatto sparire il film per anni.

Fabio Ferzetti - Il Messaggero

 

promo

Alfredo è un architetto cinquantenne felicemente sposato con Susanna, una psicologa sua coetanea. I due conducono una vita agiata e si dividono tra Roma e la loro tenuta nella campagna dell'Umbria. Entrambi amano, dopo una settimana di lavoro, concedersi lunghe passeggiate nei boschi, rilassanti bagni in piscina e buone letture. Un giorno, mentre sta andando in paese, Susanna vede Nadja, una giovane prostituta, che viene malmenata da un cliente occasionale al bordo della strada. Si ferma spontaneamente e decide di portare Nadja a casa con lei e di aiutarla a cambiare vita...Il titolo è volutamente beffardo e la regia, quasi in tono sommesso, senza forzare mai le situazioni, mostra un'apprezzabile capacità di analisi dell'animo umano e delle sue bassezze; le tensioni sentimentali e drammatiche prendono via via corpo affidandosi a interpreti che danno il meglio di se stessi. Un film che costringe via via gli spettatori a non distrarsi, a vergognarsi, a identificarsi, a farsi domande.

 
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