Dancer in the Dark
Lars von Trier - Danimarca 2000 - 2h 20'

Palma d'oro / Premio miglior attrice al 53° Festival di Cannes

Il sogno americano trasmigra nel Nord Europa. Nella realtà "povera" di un'America rurale ricostruita nei paesaggi svedesi, Lars von Trier film successivo in archivio riprende la sua reinvenzione "dogmatica" del melodramma e sfodera un altro capolavoro che by-passa la parentesi provocatoria di Idioti e si congiunge idealmente con la passionalità evocativa di Le onde del destino. Lì il dramma esasperato in salsa kitsch era lo sbocco di un'ossessione d'amore assoluto (sessualità e sacrificio muliebre in ipetrofia puritana), qui l'affetto e l'abnegazione materna trovano sublimazione e consolazione in squarci fantastici realizzati in perfetto stile musical anni '50.
Tutto si compie, nel disegno creativo di von Trier, già nel titolo e nell'overture che lo precede (un'enfatica composizione musicale su tre minuti di schermo assolutamente nero):
Dancer in the Dark richiama per assonanza linguistica la sequenza di Spettacolo di varietà affidata ai soavi passi di danza di Fred Astaire e Cyd Charisse (Dancing in the Dark), ma il "ballare nel buio" della protagonista è anche amara contingenza legata alla sua progressiva cecità e, metaforicamente, all'oscurantismo di una società che non sa vedere oltre le apparenze del perbenismo economico e che, ieri come oggi, cerca soluzione al proprio disagio civile nella brutalità della pena capitale.
La suggestione del film nasce dalla riuscita mediazione immaginifica in cui sfociano le implicazioni del titolo, dal crescere coerente (e al limite del plausibile) di una storia straziante, dall'esasperazione (ormai stilema sedimentato) dei movimenti della macchina a mano e di una fotografia armoniosamente desaturata.
Sembra stagnare senza sbocco la prima parte di
Dancer in the Dark, così come la grigia esistenza di Selma (la rock-star Bjork, alla sua prima, straordinaria esperienza d'attrice), emigrata cecoslovacca, confinata "nell'America dei sogni" tra fabbrica e roulotte (dove abita col figlio adolescente), ravvivata solo dall'amicizia di Kathy (una sempre splendente Catherine Deneuve) e dall'incontro con i compagni di teatro per le prove di The Sound of Music (versione teatrale di Tutti insieme appassionatamente). Ma è tutto lo spirito di Selma che "danza" a ritmo di musical: le sue visioni interiori trasformano le ossessive cadenze lavorative in coreografici numeri alla Bob Fosse, un'imprevista occasione romantica trova una via di fuga (su un treno!) in una parentesi coreografica che rimanda al dinamismo di Sette spose per sette fratelli e alla spensieratezza di Tutti insieme appassionatamente. E se la sequenza in tribunale cita apertamente Gli uomini preferiscono le bionde, la disperata ricerca in cella di suoni o rumori su cui lasciar scivolare, ancora una volta, il proprio desiderio di libertà ed emozioni è, da parte di von Trier, un pezzo di bravura di assoluta originalità.
Sì perché Selma (che ha passato tutta la vita a mettere da parte i soldi necessari per salvare il figlio dalla fatale cecità che, come sta accadendo a lei, lo colpirebbe in età adulta) si ritrova, quasi senza rendersene conto, a macchiarsi di un raccapricciante omicidio. Ma anche la crudeltà del destino nulla potrà contro la forza d'animo di questa madre-coraggio del cinema del nuovo millennio. Issata a forza sulla forca Selma stringe vittoriosa tra le mani gli occhiali, finalmente inutili, del piccolo Gene. Per la platea degli astanti all'esecuzione e per l'altrettanto scombussolato spettatore cinematografico il sipario può essere alfine chiuso.

ezio leoni - La Difesa Del Popolo  5 novembre 2000


LUX-TORRESINO novembre 2000

  TORRESINO ALL'APERTO! giugno-agosto 2001

promo: Quando il dogma stilistico diventa capolavoro comunicativo. Una storia dolce e straziante, un impatto visivo sconvolgente e affascinante. La soavità del musical e la brutalità della legge… Von Trier e il suo straordinario universo cinematografico sono un'occasione da non perdere.