Elles
Malgoska Szumowska - Francia/Polonia/Germania 2011 - 1h 36'

  Anne ha un marito, due figli, una bella casa a Parigi. Anne è una giornalista del magazine “Elle” per il quale ha recentemente condotto un'inchiesta intervistando due studentesse che si prostituiscono. L'incontro con la polacca Alicja e con la francese Lola (che poi le rivelerà di avere un altro nome) la turba profondamente. Mentre un mattino sta tentando di trasformare le interviste in un articolo e intanto prepara la cena che vedrà come ospiti il capo del marito con sua moglie, quanto confidatole in quegli incontri si rivela sempre più perturbante.
Il rischio di realizzare l'ennesimo film di indagine/denuncia (magari un po' hard) sul fenomeno di giovanissime studentesse che vendono il loro corpo mentre continuano a frequentare l'università c'era ma è stato abilmente bypassato. Perché questo non è un film su di loro ma è un'analisi dell'universo familiare di una donna solo apparentemente realizzata messo a confronto con scelte lontane dal suo sentire ma che, in modo del tutto inaspettato, ne sovvertono le fragili sicurezze. Senza la presenza della Binoche
Elles avrebbe potuto assumere le caratteristiche di un film softcore con una vaga connotazione di tipo sociale. È grazie a lei e alla sua fisicità che invece si trasforma in un percorso nella psiche di una donna, di una madre, di una femmina. La si osserva quasi con stupore (per il coraggio avuto) con quel suo volto struccato da risveglio mattutino in un'età in cui la valorosa rinuncia al ritocco pone in evidenza i segni del tempo. Segni che marcano il personaggio, consapevole di una profonda sensualità matura ormai penosamente sublimata nella routine familiare. Con figli che si rifugiano nei videogame (il piccolo) o che dichiarano esplicitamente il loro desiderio di non fare la fine dei genitori (il grande). Il confronto con due ragazze che potrebbero essere anch'esse sue figlie la spinge a mettersi in discussione. La loro è una sessualità scissa, pronta a subire l'umiliazione ma anche consapevole del livello di finzione da adottare per poter resistere e andare avanti. Anche la sua vita (ormai pallida come il suo volto) abbisogna della menzogna per poter continuare sui binari di una quotidianità in cui solo la musica classica (radiofonica e quindi anch'essa scelta da altri nella sua sequenzialità) può costituire l'unico elemento di vitalità. A meno che il pensiero di una ribellione possibile lasci il solipsismo masturbatorio per tradursi in realtà. Ma non è così semplice.

Giancarlo Zappoli -  Mymovies

  Anne è giornalista per “Elle”. Fasciata in una vestaglia tra il bon ton e il casalingo, viene svegliata dal figlio che cerca i cereali. Un’altra notte consumata sul computer, gli auricolari che diffondono le confessioni di Lola e Alicja. Doveva essere un’indagine sulle studentesse che si mantengono vendendosi, ma l’articolo si è infilato tra le maglie di una sensualità assopita. E la registrazione delle “altre” si è trasformata in esplorazione di sé. Giovani vite immolate sull’altare di un appartamento borghese, esistenza matura mestamente intrappolata nello schematismo familiare.
Cosa le separa se non la cognizione della finzione? Anche se il film di Malgoska Szumowska costeggia la realtà della mercificazione senza mai irrompere nella motivazione (resta un’epidermica, didascalica ribellione a un’esistenza sacrificata) e il tentativo di allontanarsi dal bigino sociale non diventa vero scavo psicologico (di una donna solo apparentemente realizzata) la Binoche è splendida: occhi che parlano incorniciati dai segni di un’età che sottolinea il carisma.

Chiara Bruno - Film Tv

promo

Anne (Juliette Binoche), giornalista di una importante rivista femminile, inizia un'inchiesta sulla prostituzione delle studentesse a Parigi. Entra così in contatto con Alicja e Charlotte che si confidano con lei senza vergogna né tabù. Ma, anziché ritrovarsi di fronte al contesto di miseria e povertà che si era immaginato, Anne è immersa in un universo fatto di arrivismo e potere, in cui le vittime appaino essere i clienti delle giovani donne. Le loro confidenze troveranno un'eco inaspettata in Anne. La sua vita verrà sconvolta, mettendo in discussione le sue convinzioni su famiglia, sesso e denaro...
Così il film della  diventa un'analisi dell'universo familiare di una donna solo apparentemente realizzata, messo a confronto con scelte lontane dal suo sentire ma che, in modo del tutto inaspettato, ne sovvertono le fragili sicurezze. Senza la presenza della Binoche Elles avrebbe potuto assumere le caratteristiche di un film softcore con una vaga connotazione di tipo sociale. È grazie a lei e alla sua fisicità che invece si trasforma in un percorso nella psiche di una donna, di una madre, di una femmina: occhi che parlano incorniciati dai segni di un’età che ne sottolinea il carisma.


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