Ernest & Celestine (Ernest & Celestine)
Benjamin Renner, Vincent Patar, Stéphane Aubieri - Francia 2012 - 1h 19’


   Scritto di lusso da Daniel Pennac che offre con grazia la tolleranza e disegnato da impressionista forse da Monet (ma è Gabrielle Vincent), è il cartoon più bello dell'anno e conquista senza prodigi tecnologici. Diretta a 3 da Renner, Patar e Aubier, è una favola contro l'intemperanza e il cinismo dei dentisti e spiega come diventano amici l'orso e la topolina. Non privo di riferimenti d'autore (Metropolis di Lang), il film è davvero incantevole per inventiva, poesia, humour: splendido racconto morale.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

   Ernest e Celestine è il film natalizio della Sacher di Nanni Moretti, un'animazione lieve col tratto dell'acquarello che esalta l'universo poetico della storia sceneggiata dalla penna di Daniel Pennac. A ispirare lo scrittore sono stati gli album della serie di Grabrielle Vincent, disegnatrice belga, tra l'altro una sua vecchia amica di corrispondenza, di cui Pennac ha trasformato la struttura frammentaria, «i piccoli momenti di felicità» come li chiama lui stesso in un romanzo. E in questo incontro la dolcezza dell'originale va verso tonalità più cupe, sfiorando talvolta una tenerezza un poco amara. (...) Al posto della guerra Célestine offre l'amicizia, la complicità, un sentire comune di esperienze e di sogni, lui che la famiglia voleva magistrato mai accettando il suo desiderio di essere attore, lei che la comunità di topi ha destinato a essere dentista mentre il suo sogno è solo disegnare. E non è forse l'immaginario la prima arma della rivoluzione? Cambiamo dunque le storie dicono Ernest e Celestine, i luoghi comuni dell'affabulazione che significa far saltare tutto, convenzioni, regole, comuni sentire, leggi, rapporti di classe. Reiventando un mondo dove vincono la diversità, il pensiero libero, il desiderio, i piaceri. E difatti topi e orsi inorridiscono, li mettono al bando e li condannano. La dimensione «politica» del film è molto forte, e non solo nella spettacolare sequenza finale, ma è proprio questa la sua scommessa. Parlare cioè di cose importanti, dei conflitti del nostro presente con grazia e senza retorica, senza bisogno di sottolineature o di elementi spettacolari. Perché in quelle immagini c'è qualcosa di più potente, la magia unica dell'invenzione.

Cristina Piccino - Il Manifesto

   Da non perdere 'Ernest e Celestine', dei francesi Benjamin Renner, Vincent Patar e Stéphane Aubier, sceneggiato da Daniel Pennac a partire dai libri per l'infanzia di Gabrielle Vincent. Dolcissimo con i suoi disegni pastello, il film racconta dell'amicizia tra un orso musicista e una topolina pittrice, e dell'incontro di due mondi assai diversi, capaci di trovare, grazie a queste due poetiche creature, un punto di contatto.

Alessandra De Luca - Avvenire

La regia di Ernest & Celestine è nelle mani del quasi esordiente Benjamin Renner, coadiuvato dai più esperti Stéphane Aubier e Vincent Patard (Panico al villaggio). Poiché lo stile grafico di Gabrielle Vincent, il suo uso dei colori ad acqua e dei colori che svaniscono in prossimità dei contorni, poco si adattavano a una trasposizione animata, Renner ha riprodotto i personaggi con la logica che egli stesso definisce dello "schizzo animato", tracciando linee aperte e contorni fortemente marcati, senza pensare troppo al volume dei corpi. Associando la figura alta e imponente di Ernest a quella più piccola di una Celestine persa in una città non sua, Renner ha tenuto conto anche del cinema d'animazione giapponese di Miyasaki e, in particolar modo, di Il mio vicino Totoro e Kiki consegne a domicilio. Durante la messa in scena, poi, per delineare alcuni movimenti di Ernest che riflettessero al meglio la sua psicologia, il regista ha tratto ispirazione dal personaggio di Kikujiro (L'estate di Kikujiro) di Takeshi Kitano: come Ernest, l'adulto Kikujiro è rimasto un po' infantile e si ritrova con un bambino in braccio senza sapere come comportarsi.
Autore della sceneggiatura di
Ernest & Celestine è lo scrittore Daniel Pennac. Legato da una lunga amicizia epistolare con Gabrielle Vincent, Pennac è stato coinvolto nel progetto dal produttore Didier Brunner, scegliendo però di scrivere una storia del tutto originale seppur nello spirito dell'autrice. Rispetto al microcosmo chiuso ed idilliaco della Vincent, per Pennac Ernest e Celestine si muovono in un universo più ampio, buio e pieno di ombre, mentre il messaggio di fondo delle loro avventure rimane inalterato: dimostrare che comunità agli antipodi possono convivere, che la convivenza tra gli abitanti del mondo sotterraneo (i topi) e quelli del mondo in superficie (gli orsi) è possibile.

promo

Nel mondo degli orsi nessuno vede di buon occhio l'amicizia con un topo. Eppure Ernest, grande orso clown e musicista, dà il benvenuto nella sua abitazione alla topolina Celestine, un'orfana fuggita dal mondo sotterraneo dei roditori. Da quel momento la vita di Ernest sarà capovolta grazie ad un'amicizia che andrà oltre ogni pregiudizio dettato dalle differenze tra il mondo dei topi e il mondo degli orsi. E questi due esseri solitari, cercando sostegno e conforto uno nell'altra, sapranno sfidare le regole dei loro rispettivi mondi scompigliano così l'ordine stabilito...
Tra le mani dei tre registi francesi prendono vita i disegni di Gabrielle Vincent, nome d'arte di Monique Martin, che negli anni '80 del Novecento diede vita ai due personaggi di Ernest e Celestine, qui resi ancor più vivaci grazie alla sceneggiatura di Daniel Pennac. Ernest & Celestine abbina disegni poveri e ricchezza poetica e incanta per inventiva e humour. In questa fiaba non ci sono un orco o una strega, bensì istituzioni a cui ribellarsi, come forse poteva succedere solo nel Paese della Rivoluzione.