Senza destino - Fateless (Sorstalanság)
Lajos Koltai
- Gran Bretagna/Germania/Ungheria 2005 - 2h 13' 

     La vita non è bella. Nessuno narra al protagonista, Gyuri, ragazzo ungherese ebreo di (Buda) Pest alcuna favola consolatrice. La prima inquadratura lo mostra con la stella di David, gialla, cucita sul cappotto. Lui quasi quasi se ne pavoneggia, ancora non sa… Presto subirà le conseguenze di quel contrassegno ed anche lo spettatore ‘vivrà’ con lui a Buchenwald, senza allegria.
Un concetto di estraneità pervade il film, dall’inizio alla fine: colpa? merito? di quella fotografia virata seppia, distante, volutamente fredda, che prende tutte le tonalità del marrone, colore della memoria, ma anche dell’angoscia, dell’estraniamento dell’altro da sé.  Che altri non è che un se stesso morto due volte, la seconda delle quali  solo per sopravvivere, sempre e comunque (come narra la voce - di sé - fuori campo)...
In fondo la felicità è dietro l’angolo, anche  ‘durante’ Mathausen, Auschwitz, Bergen Belsen, Buchenwald… È tangibile in quei brevi momenti di pausa, attimi di felicità sospese tra la follia di quel vivere, istanti che permettevano di sperare in Altrove dove ritrovare un futuro sicuramente migliore... È soavemente afferrabile, a patto di riuscire a dimenticare quelle atrocità, almeno per un momento...
Senza destino - Fateless  che tanto successo ha ottenuto alla Berlinale prima,  al Trieste Film Festival poi, è un'accorata dedica per il Giorno della Memoria, per i Giorni della Memoria ed oltre... Interpretato con misura, è diretto con prezioso ed essenziale equilibrio, da Lajos Koltai, già direttore della fotografia di fama internazionale (Mephisto, La leggenda del pianista sull'oceano, Malena). In questo suo debutto come regista Koltai non dimentica  la sua prima vocazione e, spaziando tra le tonalità di quel colore non colore,  imprime ad ogni fotogramma un’aura di sofferta, inderogabile memoria.

Maria Cristina Nascosi - gennaio 2006