La felicità porta fortuna - Happy Go Lucky
Mike Leigh – Gran Bretagna 2008 - 1h 58'

miglior attrice
GOLDEN GLOBE 2009 - miglior attrice

  Propugnatore di un cinema ad altezza lavoratore, con Happy go-lucky Leigh riaggiorna il suo taccuino realista regolato da sempre sui ritmi della working class londinese. Al centro c'è la trentenne Poppy (Sally Hawkins), maestra d'asilo in un sobborgo proletario della capitale. Tutt'attorno una fauna tipicamente british, fatto di amiche squinternate e kitsch, chiacchiere spinte, rapporti sociali paritari, punte di cattiveria bonaria. Poppy è una ragazza generosa, allegra, forse un po' svampita. Vive in equilibrio tra ruolo sociale ricoperto e personali necessità esistenziali: la fantozziana scuola guida, le appassionate lezioni di flamenco, i saltelli sulla pedana elastica, le ore da maestra in mezzo alle tempere, al pongo, ai pennarelli. Una bellezza senza belletti, dalla comica solarità, dal fare naturale e gioioso che s'incrina quando l'insegnante di guida, chiuso nel suo mondo di livore e rancore razzista verso il prossimo, le confessa turbolentemente il suo amore. Un gioco gaudioso e un po' sopra le righe spinto a forza verso il basso, nel bel mezzo del lato oscuro dell'anima, incrocio contemporaneo e sede di psicanalitici timori e paure socio-politiche. Poppy sfiora l'abisso e immediatamente risale, ancor più consapevole del suo innato ottimismo. Mike Leigh film successivo in archivio compone un quadro verista che all'apparenza non racconta nulla di eccezionale. E in questa sua presunta leggerezza, dialogo dopo dialogo, sequenza dopo sequenza, stratifica con estremo rigore e passionalità vuoti e pieni dell'anima di persone comuni. Leigh si prende tutto il tempo possibile nel comporre il quadro e nel muovere la macchina da presa. La sua è una necessità spirituale, ispirata dall'amore vivo che prova, prima che nella storia raccontata, verso i suoi personaggi. Happy go lucky ha sicuramente meno impatto emotivo sullo spettatore rispetto a capolavori come Segreti e bugie o Il segreto di Vera Drake. Ma è al contempo un ritorno alle origini modello Ragazze (1997), sorta di impronta genetica o alfabeto di base, di un cinema meravigliosamente popolare e drammaturgicamente insuperabile.

Davide Turrini - Liberazione

  Una ventata di allegria travolgente, positiva ma non casuale, non televisiva, la porta Mike Leigh raccontando il carattere aperto di una maestrina che ogni giorno colora il mondo. Ed è quel mondo grigio degli esterni-interni londinesi proletari, dove si incontra gente triste e irascibile per cui la scuola di flamenco (scena cinicamente divertente) può rappresentare alternativa di vita. Commedia umana-sociale dove la splendida Sally Hawkins (premio a Berlino) insegna sopravvivenza morale coltivando istintiva gioia di vivere nel fragile quotidiano. Leigh riesce a trasformare la predisposizione al bicchiere sempre mezzo pieno in una qualità intima ma anche pubblica, perché la maestra Poppy insegna a reagire alle ingiustizie del mondo con buonismo non retorico. E regala un personaggio che non dimenticheremo in un film che una regia sottile rende pieno di sfumature, sottintesi, silenzi, commozioni.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

  Poppy fa la maestra in una scuola materna a Londra Nord, zona socialmente svantaggiata e piena di problemi. Lei però guarda alla vita con una fiducia illimitata; tanto da contagiare coloro che le stanno intorno. Chi si aspettava da Mike Leigh (Naked, Segreti e bugie) il ritratto di una fatina dei nostri giorni, trentenne celibe, proletaria e grondante gioia di vivere? Il regista britannico resta fedele alla sua scelta di sempre: non giudicare i personaggi che sceglie di rappresentare. Quasi fosse una sua delegata nel film, Poppy fa lo stesso. Non è che tutto le sembri andare bene; solo, si rifiuta di portare giudizi morali sul prossimo, preferendo farsi scudo dell' ottimismo. Con le sue mossette e i tratti sprizzanti felicità, la protagonista Sally Hawkins ha vinto il premio per la migliore interpretazione all' ultima Berlinale. Qualcuno voleva schiaffeggiarla, per tutte le risate e i sorrisi che spande da un capo all' altro del film. Ma forse, a guardarlo in controluce, Happy Go Lucky non è poi davvero quella commedia dipinta di rosa che appare. Forse la storia della maestrina non è altro che quella di una ordinaria solitudine urbana, dietro cui cova un mal di vivere che potrebbe esplodere in ogni momento.

Roberto Nepoti – La Repubblica

promo

Alfiere di un cinema ad altezza di lavoratore, Leigh riaggiorna il suo taccuino realista regolato da sempre sui ritmi della working class londinese. Al centro c'è la trentenne Poppy, maestra d'asilo in un sobborgo di Londra, zona socialmente svantaggiata e piena di problemi. Lei però guarda alla vita con una fiducia illimitata; tanto da contagiare coloro che le stanno intorno... Dietro la commedia dipinta di rosa si cela forse una storia di ordinaria solitudine urbana, ma la ventata di allegria è spiazzante e travolgente. Un cinema "unico", schiettamente popolare.

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