Tre colori - Film Blu (Trois couleurs. Bleu)
Krzysztof Kieslowski - Francia/Polonia 1993 - 1h 39'

  VENEZIA 1993: Leone d'oro ex aequo con America oggi

    Autore intimista, regista di sentimenti e valori (ricordate il Decalogo?) Kieslowski apre con Trois couleurs. Bleu una trilogia sui concetti di libertà-uguaglianza-fraternità (abbinati ai colori blu-bianco-rosso della rivoluzione) rivisitati secondo una visione introspettiva, che guarda al "sommerso" dell'individualità piuttosto che all'evidenza del sociale.
Così
Film blu parla della libertà per ellissi e affronta la realtà in un'ottica tutta "privata", rifugiandosi nei meandri dell'anima di Julie (Juliette Binoche), una giovane donna che ha perso in un'incidente d'auto il marito e la figlia.
Superato lo shock iniziale, abbandonata l'idea del suicidio, Julie si avvia in un sofferto percorso di solitudine e riflessione: si concede una notte d'amore con Olivier, l'assistente del marito, da tempo segretamente innamorato, decide di vendere tutte le proprietà, getta nella spazzatura gli spartiti della partitura che il marito, famoso musicista, stava componendo (con il suo aiuto) per un internazionale "Concerto per l'Europa", si isola in un piccolo appartamento, lontana da tutto, dalle amicizie e dai ricordi. Ma la realtà non la lascia sola e negli spazi bui del suo animo (resi "visivi" con un'originalissima soluzione stilistica) esplode di continuo la melodia del "suo" concerto.
Se il blu è la tonalità che pervade la scena (il colore di un pezzo di carta, dei pendagli di un lampadario, del'acqua della piscina) qual è la vera libertà per
Kieslowski? Quella dal dolore, dal possesso delle cose, dalla peso della memoria, persino dal coinvolgimento degli affetti. Quando Julie scopre che il marito aveva un'altra donna e che questa è in attesa di un figlio, fa in modo che ogni bene passi a lei e al bambino e, nel finale, accetterà anche di collaborare con Olivier per completare il concerto, suggerendo accordi e soprattutto il canto per il coro, tratto, come voleva il marito, dall'inno all'amore di S.Paolo nella prima ai Corinti: "se anche avessi il dono della profezia e della conoscienza... se non avessi l'amore non sono nulla".
Intenso nella straordinaria interpretazione della Binoche, orchestrato come uno sconvolgente concerto di immagini e suoni, Film blu. Libertà sa dilatare il tempo del racconto in tempo della memoria e dello spirito, contappuntando con squarci indimenticabili la sua estetica radicale del silenzio e dell'amore. E sa strutturare ogni singolo fotogramma come tassello indispensabile di un puzzle filosofico in cui la liricità è alla luce dell'evidenza e la tensione spirituale non si adagia mai in soluzioni di comodo. Se, come ha estremizzato
Kieslowski, "il mondo non esiste finché non è rappresentato", Film blu ci aiuta davvero a scandagliare la profondità dell'esistenza e a riconciliarci con il cinema d'autore.

ezio leoni - La Difesa Del Popolo  12 settembre 1993