I fratelli Grimm e l'incatevole strega (The Brothers Grimm)
Terry Gilliam
- USA 2005 - 2h

Venezia 62° - Concorso

   Strano destino tocca ad un regista eccentrico come Terry Gilliam: dopo il successo di L’esercito delle dodici scimmie sembrava fosse cominciata per lui una nuova fase, confermata dalla libertà assoluta di Paura e delirio a Las Vegas. Ma anni di progetti arenati, falliti, rimandati ci hanno privato di questo grande del cinema mondiale, l’unico americano dei gloriosi Monty Phyton. Ora, a distanza di quasi otto anni, torna contemporaneamente con due film: uno è Tideland, a budget minuscolo, l’altro è questo The Brothers Grimm,<< blockbuster estivo che ha conosciuto le solite disavventure produttive dell’autore (basti dire che è stato girato nel 2003 e poi ci si è rimesso mano nel 2005, smontandolo e rimontandolo qualche volta, mentre la Miramax è subentrata alla produzione dopo la MGM). In concorso sembrava un pesce fuor d’acqua: non perché sia risultato il tonfo clamoroso che pensava qualcuno, ma semplicemente perché I fratelli Grimm è una fantacommedia vecchio stile, divertente e scombiccherata, che sembra ricollegarsi direttamente alle origini surreali del suo regista, che qui si sbizzarrisce in un universo visivo ricchissimo che riempie gli occhi. I celebri fratelli sono proposti qui come un duo scalcinato, investigatori dell’occulto per diletto, truffatori per scelta. E tutti i personaggi che ruotano loro intorno, dal funzionario interpretato da Jonathan Pryce fino all’incantevole strega del titolo italiano, sono marchiati dell’umorismo sempre eccessivo e spinto al parossismo di Gilliam, fin quasi a dimenticarne la funzione narrativa. Ma il naufragar in questo mare è davvero dolce se ci si lascia andare. Certo non siamo ai livelli dei film personali dell’autore: Brothers Grimm è chiaramente un film su commissione, ma se fossero tutti così i film su commissione (divertenti, inventivi, colorati, senza stupidità o volgarità) Hollywood sarebbe lontana da quella crisi profonda in cui il suo cinema di genere è sprofondato da un decennio a questa parte.

Pietro Liberati - MC magazine 14 - ottobre 2005