Gemma Bovery
Anne Fontaine
- Francia 2014 - 1h 39'


   Se qualcuno pensasse al vecchio gioco dei trapianti culturali, occorre dirglielo a voce alta: Gemma Bovery, pur attivando continue schermaglie con il capolavoro (non solo di Flaubert, ma della letteratura universale) semiomonimo, è una commedia d'evidente cifra cinematografica: non è un caso, in effetti, che il protagonista arrivato al primo snodo della trama pronunci la battuta: «Mi sento come un regista che ha appena esclamato "Azione!"». Persino ignorando l'ottimo preliminare e cioè che ogni film interpretato da Fabrice Luchini si tramanda come imperdibile, è sorprendente la raffinatezza impiegata dalla regista Anne Fontaine per operare il transfert con cui lo humour britannico della graphic novel originaria confluisce in un esito crudo, materiale, mortuario. E persino facendo a meno di una di quelle assonanze che elettrizzano solo i cinefili e cioè l'eco del Truffaut di Le due inglesi, è stimolante come un'indagine sulla forza del desiderio e delle sue illusioni nonché della manipolazione operata dalla vita sull'arte funzioni come motore anziché facsimile dei fatti. Il Martin di Luchini vale da solo il prezzo del biglietto (...) Gemma ovvero la ex Bondgirl Arterton (Tamara Drewe), una di quelle attrici che promanano un calore in grado di bruciare la tela dello schermo, si rivela esattamente l'icona sulla quale il misantropo può operare un'insperata quanto agognata trasfigurazione romanzesca.

Valerio Caprara - Il Mattino

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Martin, panettiere in un villaggio della Normandia, ha un'immaginazione sfrenata e una grande passione: la letteratura romantica ottocentesca. Quando arrivano i nuovi vicini, una coppia di inglesi che si chiamano Gemma e Charles Bovery, Martin viene subito colpito dall'assonanza dei loro nomi con quelli dei protagonisti del romanzo Madame Bovary di Gustave Flaubert. Comincia così a fantasticare sulla bella Gemma, su suo marito e sul rampollo di una famiglia altolocata che si è ritirato in campagna per scrivere la tesi. Secondo Martin stanno ripercorrendo la storia del capolavoro di Gustave Flaubert... È sorprendente la raffinatezza impiegata dalla regia per operare il transfert con cui lo humour britannico della graphic novel originaria confluisce in un esito crudo, materiale, un'indagine sulla manipolazione operata dalla vita sull'arte, sulla forza del desiderio e delle sue illusioni.


cinélite giardino BARBARIGO: giugno-agosto 2015