Il grande sonno (The Big Sleep)
Howard Hawks - b/n  USA 1946 - 1h 54'



   Il detective Philip Marlowe (Humphrey Bogart) è assunto dal generale Sternwood per scoprire chi ricatta la figlia minore Carmen (Martha Vickers) per i suoi debiti di gioco: ma il caso diventa  più complesso quando viene coinvolta anche la figlia maggiore Vivian (Lauren Bacall, all’epoca fidanzata con Bogart), il cui marito è scomparso nel nulla e che si innamora del detective.
Dal romanzo omonimo di Raymond Chandler un classico del noir dove Hawks costruisce un’atmosfera morbosa di complotto e seduzione che non ha uguali nella storia del genere, mentre Bogart ci lascia la più memorabile delle incarnazioni di Marlowe, «in perpetuo disequilibrio tra il suo idealismo morale e il suo realismo di uomo d’azione». L’unico difetto del film è che la trama è così complicata che gli stessi interpreti si lamentarono di non capire di cosa trattasse, ma è un difetto che finisce per trasformare Il grande sonno in un film di momenti e di personaggi destinati a restare nella memoria dello spettatore. Memorabili i dialoghi di William Faulkner e Leight Brackett (Marlowe:
«Così tante pistole in giro per la città e così pochi cervelli!»)e n otevoli la fotografia di Sidney Hickox e la colonna sonora di Max Steiner...

Dizionario dei Film - a cura di Paolo Mereghetti

   Il grande sonno, quintessenza dell’hard-boiled detective, può essere considerato un film svolta nella storia del cinema nero, per la presenza dominante di cinismo e l’esplicito riferimento a elementi sessuali, aspetto questo già sottolineato nel 1955 dai critici francesi Raymond Borde ed Etienne Chaumeton, nel fondamentale saggio Panorama du film noir américain.
Al centro del plot è Humphrey Bogart in un’interpretazione divenuta archetepica, quella di Philip Marlowe, l‘investigatore privato nato dalla penna di Raymond Chandler e già interpretato da Dick Powell in L’ombra del passato (Edward Dimytryk, 1945). Una realtà frammentaria e labirintica si presenta al detective, incaricato dal generale Sternwood di scoprire chi ricatta la figlia minore, Carmen ( Martha Vickers). Infatti, man mano che Marlowe indaga, la faccenda si complica, a partire dall’entrata in scena d Vivian (Lauren Bacall), sorella maggiore di Carmen che si innamora di lui. Lo spettatore assiste a sequenze che si susseguono come quadri, compiuti in sé, a tratti anche incomprensibili, mentre la ragnatela di motivazioni, menzogne e inganni della vicenda complessiva diventa puro sfondo per i memorabili dialoghi inscenati dalle icone Bogart-Bacall. D'altronde, secondo Raymond Chandler: “L'episodio prevale sulla trama, e si giudica buon intreccio quello che permette buone scene”. Il film, girato quasi tutto in interni, a differenza di classici scenari metropolitani tipici di moltissimi noir dell’epoca, risulta dal punto di vista narrativa l’equivalente filmico del romanzo.

Gabriele Lucci - Dizionari del cinema: Il noir