Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
(Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull)
Steven Spielberg – USA 2008 - 2h 5'

      Dopo l'Arca dell'Alleanza e il Santo Graal, per scomodare il cappellaccio e il frustino di Indiana Jones serviva un oggetto all'altezza. Pensa e ripensa, gli sceneggiatori hanno scovato i teschi di cristallo. Secondo gli adepti, non mostrano i segni degli attrezzi con cui sono stati fabbricati, in epoca precolombiana. Per questo erano esposti nei musei. Fino agli anni Novanta, quando a qualcuno venne la non peregrina idea di guardarli più attentamente, e scoprì sulla superficie tracce di strumenti metallici (come si impara leggendo la storia dei falsi, da Vermeer a Modigliani, la credulità umana non ha limiti). Tolto l'interesse storico, per alcuni conservano comunque proprietà taumaturgiche. Per gli sceneggiatori sono una potente calamita: nella scena iniziale, la cassa con il teschio in cristallo di rocca trasparente viene trovata spargendo polvere da sparo o monetine (i primi esperimenti sul magnetismo usavano la limatura di ferro). Siamo negli Stati Uniti di fine anni Cinquanta: qualsiasi cosa uno faccia, teme di trovarsi i sovietici tra i piedi. Puntualmente sbuca la compagna Irina, tuta accollata e una passione per la parapsicologia: le civiltà telepatiche le ricorda l'Unione Sovietica ("tanti corpi e una sola mente" dirà poi, per vantare la superiorità di un popolo misterioso). Scaramuccia iniziale dalle parti di Roswell, dove dicono siano sbarcati i marziani, ma poi il governo ha messo tutto a tacere. Primo rifugio dell'eroe in un villaggetto popolato di manichini, seduti davanti alla tv come nella tipica famiglia americana. Indy riuscirà a cavarsela, i manichini no...

Mariarosa Mancuso - Il Foglio

      I Maya erano marziani e Roy Neary, il protagonista di Incontri ravvicinati del terzo tipo, aveva ragione: gli extraterrestri ogni tanto fanno visita alla terra. Ne converrà anche Indy nella quarta puntata delle sue avventure… Erano quasi vent' anni che l' archeologo «battezzato» da Lucas col nome del suo cane era lontano dal cinema e dicono le voci (abilmente diffuse dai responsabili marketing) che sia stato proprio lo «splendido sessantenne» Harrison Ford (66 il 13 luglio) a sollecitare il ritorno sugli schermi del suo personaggio più famoso. Con lui torna nella serie anche Karen Allen, nei panni di Marion Ravenwood, la petulante fidanzata dei Predatori dell' arca perduta, a cui è affidato il vero colpo di scena della storia: Indiana Jones era padre senza saperlo e proprio del ragazzo che lo trascina nella sua ultima avventura [...] Un' avventura che tra inseguimenti nella giungla, assalti di voraci formiche rosse e salti da mega-cascate porterà tutti all' interno di una particolarissima piramide maya. Tra cunicoli pieni di ragnatele, attacchi proditorii di indios redivivi e tesori accumulati dagli alieni, il film mescola avventura e fantascienza, alla ricerca di una chiave di divertimento adatta ai nuovi tempi, ma finisce irrimediabilmente per soffocare la componente spensieratamente fanciullesca del protagonista: la rivelazione della paternità finisce per attribuire a Indiana la responsabilità di un ruolo che negli altri film non aveva. Non ci sono più i litigi un po’ infantili con la Marion del primo film o con il piccolo cinesino del secondo: Indy mette la testa a posto, lotta contro i nemici della libertà americana, non ruba più niente e alla fine «aiuta» gli extraterrestri a ritrovare la via del cielo...

Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera

      Il regno del teschio di cristallo è uno Spielberg-memory, una valigia di meraviglie dove il regista ha pescato dal suo immaginario. Il testone oblungo di E.T., ma soprattutto le figurine fantasma del finale di A.I., che in quella versione del «general intellect» erano angeli dello spazio, filosofi dell'armonia e della pace («la rivoluzione non russa»)... E poi i serpenti, unici nemici di Indy, le sabbie mobili, l'invasione di termiti, la caduta da rollercoster in abissali cascate, la tribù di umanoidi, le ragnatele, gli scorpioni, le rovine... e un figlio a sorpresa, Mutt (Shia LaBeouf), un giovanotto-citazione: appare su una motocicletta fiammante vestito dal «selvaggio» Marlon Brando. Sorpresa anche per lo spettatore: la madre di Mutt è interpretata da Karen Allen, l'eroina del primo Indiana Jones. Tutti insieme, insomma, e senza tanti effetti speciali. Gli anni scorrono sulla faccia di Harrison Ford e sullo schermo di Steven Spielberg ed è un piacere averli vissuti.

Mariuccia Ciotta - Il Manifesto


promo

Tornano le avventurose vicende del non più giovanissimo Indiana Jones, questa volta alla ricerca di un prezioso reperto archeologico, il teschio di Cristallo di Akator. Ecco così di nuovo sullo schermo quel mix di avventura spettacolare, umorismo, suspense e originale stile visivo che hanno fatto di Indiana Jones un caposaldo della cultura popolare degli ultimi 30 anni. Anche il nuovo capitolo non tradisce...

  LUX - giugno 2008  
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