Jimmy's Hall - Una storia d'amore e libertà
Ken Loach
- UK/Francia/Irlanda 2014 - 1h 49’


   Una storia vera, anche se ampiamente romanzata. Un personaggio eroico come ce n'è ormai pochi. E tutto il romanticismo degli eroi 'contro' cari a Ken Loach, proiettati in un piccolo mondo perduto e struggente, l'Irlanda rurale degli anni 30, che tornava improvvisamente a sperare malgrado le ferite della Guerra civile e le cupezze della Grande Depressione. (...) un concentrato di energia che resuscita un personaggio leggendario nell'Irlanda del Nord, Jimmy Gralton. Anche se come sempre in Loach nessuno è un'isola, la luce che illumina ogni protagonista arriva dal mondo circostante. (...) Temperato da un buonumore contagioso e da una capacità di dare vita con pochi tratti a personaggi straordinari (...) che resuscita la grandezza e la generosità di certi film di John Ford. Anche se con molta nostalgia e disillusione in più.

Fabio Ferzetti - Il Messaggero

   ...Il regista britannico fa sembrare il cinema la cosa più semplice del mondo: nel suo realismo secco e immediato, non c’è quasi mai una scena di troppo, un movimento di macchina inopportuno, una battuta sbagliata, un personaggio fuori luogo. La storia che racconta e gli eroi che ci propina sono da decenni gli stessi, ma sempre trovando una chiave inusuale, ogni volta toccando le corde giuste: la fabbrica, la guerra, il calcio, l’alcol, l’amore e, ora, il ballo.
Sostenuto come al solito dall’ottima sceneggiatura di Paul Laverty, Ken Loach riceve a Cannes l’ennesima ovazione con Jimmy’s Hall, un altro impeccabile ed energico ritaglio dalla storia fuori dai libri di storia: la ribalta la merita stavolta James Gralton (Barry Ward), l’unico uomo irlandese ad essere stato espulso dal proprio paese. Siamo negli anni ’20 e Gralton è un giovane e carismatico attivista politico, costretto una prima volta ad emigrare dall’Irlanda negli Stati Uniti. Tornato in patria dieci anni dopo e forte dell’esperienza col jazz vissuta in terra americana, Gralton decide di ripetere il felice esperimento del Music Hall, una sala da ballo e un luogo di ritrovo in cui poter studiare (varie discipline: dalla letteratura alla boxe, passando dal disegno), confrontarsi ed emanciparsi da un destino di sottomissione e di ignoranza. Il progetto trova entusiastica adesione da parte degli uomini e delle donne del villaggio, ma anche la forte ostilità delle istituzioni locali, in primis dei rappresentanti della Chiesa, timorosi di perdere il proprio potere d’influenza (anche se al suo interno le posizioni sono più sfumate di quanto non sembri).Il conflitto non tarderà ad esplodere, riproponendo una delle classiche contrapposizioni del cinema di Loach, comunismo vs. religione, che sta ovviamente per libertà vs. autorità. E torna anche la questione irlandese, con buona pace dei suoi connazionali (gli inglesi non gliel’hanno mai perdonata). Con il consueto movimento narrativo a fisarmonica (dal focus principale ad altri temi sotterranei, e ritorno), il registro ora drammatico e ora ironico (mai sbilanciato in un senso o nell’altro), la capacità di perorare la propria causa passando sempre dal vissuto umano, Loach parla netto e parla chiaro, e ne ha per tutti. Parla soprattutto agli spettatori del presente ricordando loro che la vita non è in delega a politici, banche o venditori di pentole, ma è affar nostro ed è ora di andarcela a riprendere...

Gianluca Arnone - cinematografo.it

promo

Irlanda, anni Trenta. Jimmy Gralton torna a casa, nella Contea di Leitrim, per aiutare la madre a prendersi cura della fattoria di famiglia. Jimmy ha passato dieci anni in esilio negli Stati uniti e il Paese che ritrova, dopo anni di Guerra Civile, ha un nuovo governo ed è pieno di speranze. Spinto dai giovani della Contea di Leitrim, Jimmy accetta di riaprire la "Pearse-Connolly Hall", una sala dove le persone possono incontrarsi per ballare, studiare o discutere. Ma Jimmy sa che la sua decisione e le sue idee progressiste riaccenderanno gli antichi dissapori con la Chiesa e i proprietari terrieri...
Tutto il romanticismo degli eroi 'contro' cari a Ken Loach, temperato da un buonumore contagioso che resuscita la grandezza e la generosità di certi film di John Ford. Cinema progressista, non manicheo né schierato, in una parola sincero.


cinélite giardino BARBARIGO: giugno-agosto 2015