Kukushka - Disertare non è reato
Alexander Rogozhkin - Russia 2002 - 1h 40'

Premio alla Regia e Premio Fipresci - Festival Internazionale del Cinema, MOSCA 2002.

da La Rivista del Cinematografo (Angela Prudenzi)

     Kukushka è l'appellativo con il quale i soldati sovietici chiamavano i cecchini finlandesi durante la seconda guerra mondiale, quando i due popoli combattevano su fronti opposti. Kukushka è anche il nomignolo di Anne, una giovane lappone che abita tutta sola in una piccola casa di pietra sperduta tra steppe sconfinate. Uno strano scherzo del destino fa incontrare sulla sua porta un soldato finlandese in fuga, Willi, e un capitano dell'Armata Rossa non meno nei guai, Ivan. Sono nemici, non si capiscono, e costretti ad accettare le cure della paziente Anne, che a loro si dedica considerandoli per quello che sono: esseri umani. Comincia così una strana convivenza costellata di incomprensioni causate dal fatto che i tre parlano lingue diverse prima ancora che dagli odii dovuti alla guerra. Ad Anne il compito di sciogliere i nodi di una relazione difficile, come solo una donna sa e può fare.
Girato nello splendido scenario della pianura lappone,
Kukushka - Disertare non è reato di Aleksandr Rogozhkin è uno dei film attraverso i quali la cinematografia russa sta lentamente riemergendo dal letargo che l'aveva colpita da qualche anno. I rivolgimenti politici di un enorme paese andato in pezzi per poi ricostituirsi in stati diversi, avevano pesantemente segnato un'industria già in pesante crisi finanziaria. Ora, finalmente, le cose stanno cambiando, e Kukushka ne è un felice esempio. E' difatti un'opera lieve, capace di rinnovare un linguaggio classico pur restando nella tradizione, ma soprattutto di scaldare il cuore grazie al racconto diretto di emozioni e sentimenti. Senza contare che si fa beffa della violenza e della morte con l'unica arma davvero universale, l'amore. Non si faccia però l'errore di pensare a un film pensante, nobile negli intenti e insopportabile nella forma, Kukushka è al contrario attraversato da una sottile vena umoristica che emerge soprattutto nei dialoghi surreali. Divertire e al tempo stesso far pensare è l'obiettivo centrato da Rogozhkin, una vittoria degna di nota.


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