Lanterne rosse (Dahong Denglong gaogao gua)
Zhang Yimou - Hong Kong/Cina 1991
- 2h 5'


da La Repubblica (Irene Bignardi)

     L'azione si svolge in uno spazio chiuso, fotografato con straordinario senso dei volumi e dei colori: una grande e ricca casa cinese degli anni '20, piena di cortili, passaggi, tetti di tegole, interni misteriosi, segreti, misteri. Dentro la casa si svolge una lotta senza quartiere - una possibile metafora anche delle lotte politiche, un ritratto disperante della condizione femminile nel mondo della poligamia - tra le mogli di un ricco signore. A turbare un equilibrio consolidato arriva infatti dalla campagna l'impoverita ma bellissima ragazza prescelta per essere la quarta consorte (l'attrice, Gong Li, è una presenza indimenticabile per intensità, eleganza e charme). E attorno a lei si scatenano gelosia, si creano alleanze, si costruiscono complotti, si producono rovesciamenti delle alleanze, tutti tesi alla supremazia che consiste nell'essere la prescelta del padrone. Una scelta segnata dalle lanterne rosse che vengono accese di volta in volta di fronte agli appartamenti dell'eletta a d essere compagna della notte del padrone, in una lotta alla conquista e alla seduzione che è anche lotta per la sopravvivenza.
Zhang Yimou, che è uno stilista sopraffino, intelligentemente non ci concede mai un primo piano del marito padre, padrone, incarnazione del potere: quelle che contano sono le mogli e la lotta per un ruolo che garantisce loro di esistere. Scandito attraverso i rituali e le forme di una tradizione antichissima, da rapporti umani che la necessità di sopravvivere complica come una trama machiavellica, da affascinanti riti del folklore cinese,
Lanterne rosse è un elegantissimo ed avvincente film parabola: chi si ribella - per cultura, per istinto, per necessità - alla regola della casa e della tradizione senza avere alleati sicuri o sufficienti finisce per impazzire...
Andate a vederlo, perché è uno dei film più belli dell'anno (a
Venezia, lo scorso settembre ha conquistato sì un Leone d'argento, ma si meritava, per compiutezza e perfezione, il Leone d'oro), un film che incanta per lo stile, per la geometria delle immagini, per il perfetto sviluppo circolare della parabola che racconta.


    Lanterne rosse è una tragedia. Le quattro mogli del vecchio padrone Chen combattono e combattono tra loro. Una di loro muore e un'altra prende il suo posto. Non riescono a liberarsi da questa mentalità feudale. Vivono in una grande casa con il cortile e le mura alte, e sono allo stesso tempo complici e vittime di questa tragedia. La villa dove vivono è per me una grande arena nella quale lottiamo tutti per sopravvivere. In questo senso l'intrigo che dà ritmo e significato alla vita quotidiana delle donne è uno sguardo sulla debolezza umana e sulla curiosa ossessione dell'uomo di combattere. Alla fine non solo è difficile identificare il vincitore, ma la motivazione del combattimento stesso è oscurata dal gioco mortale la cui posta è raggiungere o mantenere il predominio... Il rosso è un colore molto presente nella vita quotidiana dei cinesi: simboleggia la nascita, le nozze, la morte. La vita degli individui un tempo era qualcosa di molto effimero. Vita e morte sono complementari nella cultura popolare cinese: si vive e si muore, e si vive coesistendo con la morte. Il misterioso legame tra il destino e la volontà umana ha un fascino senza limiti. Lanterne rosse è una storia che appartiene al passato, di qualcosa che dev'essere messo dietro a noi. Ma se soltanto le luci delle lanterne potessero rompere l'oscurità e illuminare la follia dei nostri tempi...

Zhang Yimou