Little Miss Sunshine
Jonathan Dayton e Valerie Faris - USA 2006 - 1h 41'

miglior sceneggiatura originale (MICHAEL ARNDT)
miglior attore non protagonista (ALAN ARKIN)

da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)

        Rivelazione al Sundance e a Locarno, una commedia cinica e intelligente, divertente e amara che mette una bomba sotto una stravagante famiglia ma poi tenta di ricucire. Chissà. Padre in crisi, mamma indaffarata, figlio nichilista e silenzioso, zio gay fresco di suicidio e amante di Proust, nonno freak, strafatto e sboccato, tutti al servizio di un viaggio scombinato on the road in California dove la piccola di casa gareggia al concorso di Little Miss Sunshine. Viaggio d'inferno verso la sfilata delle piccole Barbie, una delle mostruosità americane di cui si contesta la voglia di vincere a tutti i costi. Commedia sfrontata e farsesca dove tutti perdono pezzi, ma non perde colpi la serrata regia coniugale di Dayton e Faris con un magnifico cast di caratteri, da Greg Kinnear, che passa il ruolo di gay a Steve Carrell, Toni Collette, Alan Arkin, la bimba prodigio e incubo Abigail Breslin. Film sorpresa, da non perdere.

da La Stampa (Alessandra Levantesi)

        Il segreto di Little Miss Sunshine, diretto con brio dalla coppia Jonathan Dayton & Valerie Faris noti come registi di video musicali, è sconvolgere lo schema tipico della sitcom in chiave di teatrino della crudeltà, senza perdere in simpatia. Quella degli Hoover di Albuquerque è una classica famigliola americana formata da Greg Kinnear, la moglie Toni Collette e due figlioli, l'adolescente Paul Dano e Abigail Breslin di anni sette. In più ci sono il nonno paterno Alan Arkin e lo zio Steve Carell, fratello di Collette, appena dimesso dall'ospedale. Tutto molto tipico e sano, salvo il fatto che Greg è autore di un programma su come avere successo che non ha alcun successo; che Toni, al secondo matrimonio, è talmente impegnata a mantenere l'equilibrio fra i suoi cari da rischiare di vedere saltare il proprio; che Paul, seguace delle teorie di Nietzsche e in rotta con tutti, ha deciso di restare muto e comunica esclusivamente tramite bigliettini; che il nonnino, sempre su di giri, è stato sbattuto fuori dall'istituto per uso di droga e che Carrell, reputato studioso di Proust, è reduce da un tentativo di suicidio per aver perso insieme l'amore e un importante riconoscimento accademico. L'unica a emanare una sorta di assurda positività è Abigail, che pur cicciottella e occhialuta è convinta di poter vincere il concorso di bellezza "Little Miss Sunshine". L'evento coinvolge l'intero clan in un viaggio tragicomico verso Redondo, California, dove si svolge la gara. A bordo di uno scassato furgoncino, perfetto simbolo di una incasinata realtà interiore, vengono fuori frustrazioni e idiosincrasie che mettono i rapporti interpersonali a dura prova, finché nel grottesco finale la famiglia si ricompatta. Infranto da tempo il sogno americano, ora si parla di «disfunzione americana» e lo sceneggiatore Michael Arndt vi getta uno sguardo ironico e divertito, raccontando con una certa verità l'odierna difficoltà di vivere. Felicemente scelti e intonati, gli attori incarnano i personaggi con un'affettuosità che li riscatta.

da Il Messaggero (Fabio Ferzetti)

        Il nonno sniffa eroina, il padre spaccia senza successo ricette per il successo, la madre si limita a fumare tabacco (in America è quasi un crimine). In compenso lo zio professore, "il secondo studioso di Proust più stimato d'America", ha appena tentato il suicidio per amore di un altro uomo; il figlio adolescente, lettore di Nietzsche, ha fatto voto di silenzio finché non entrerà alla Scuola di Aeronautica; e la paffuta Olive, 7 anni, grandi occhiali da secchiona, si prepara a correre per il titolo di "piccola miss California"...
Caricate quest'allegra famigliola di disadattati su un pericolante pullmino anni 70 e avrete una commedia loquace e grottesca che dopo una partenza un po' facile prende quota "on the road", dal New Mexico alla California. Per crescere ininterrottamente fino all'epilogo a sorpresa fra le piccole miss, oscene Barbie viventi (e danzanti) in costumini sexy. Una nota insieme satirica e sentimentale che chiude un film capace nei momenti migliori di ritrovare il tono pungente del non dimenticato Hal Ashby. Rovesciando in nostalgia, se non in orgoglio, l'ostentato cinismo dei nostri anni (siamo tutti "diversi"). Con un omaggio un poco ecumenico ma sincero ai roaring seventies (grande su tutti il nonno Alan Arkin) e alle loro dimenticatissime, quelle sì!, libertà.

 

promo

I bizzarri personaggi che compongono la famiglia Hoover partono per un viaggio attraverso la California a bordo di uno scalcinato furgone giallo. Scopo del viaggio: accompagnare la piccola Olive, di soli 7 anni, al concorso di bellezza "Little Miss Sunshine". Dovranno fare i conti con sogni infranti, cuori spezzati, e i continui guasti meccanici del loro furgone... Una commedia divertente e amara, sfrontata e farsesca dove tutti perdono pezzi, ma non perde colpi la serrata regia coniugale di Dayton e Faris con un magnifico cast di caratteri.

TORRESINO ottobre-novembre 2006
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