Lola
Brillante Mendoza - Filippine 2009 - 1h 50'

Venezia 66° - Concorso

    Una periferia degradata, simile a quella di molte altre metropoli. Una donna anziana accompagnata da un bambino si aggira tra immondizia e capannelli di drogati fino ad arrivare sotto un viadotto, dove cerca di accendere una candela, nonostante la furia del vento e le raffiche di pioggia. La macchina da presa segue il percorso della donna, nel cui modo di incedere, incurante del maltempo, si avverte immediatamente una forte determinazione a realizzare il proprio obiettivo.
Il pedinamento della macchina da presa accompagna la donna nelle successive tappe del suo percorso, rivelandone un po' alla volta lo scopo: accendere una candela nel luogo in cui il nipote è stato ucciso la sera prima da un ladro di cellulari e trovare i soldi per fargli il funerale.
Un'altra donna anziana si aggira con la stessa determinazione, per la città caotica, un’altra nonna, alle prese anch’essa con la ricerca disperata di soldi per pagare la cauzione per il nipote, l’assassino, che non vuole rimanere in prigione. Per raccontarci la storia di queste due donne, i cui destini si verranno inevitabilmente ad incrociare,
film precedente in archivioBrillante Mendozafilm successivo in archivio, capofila del Nuovissimo Cinema Filippino, adotta una tecnica di ripresa che richiama l'idea di cinema come “pedinamento”, del “mezzo” cinematografico come “trasparente riproduttore della realtà fenomenica”, del nostro neorealismo.
Di fatto il regista sembra aver voluto mascherare al massimo i suoi interventi, riservandosi il ruolo di testimone della realtà. I luoghi reali in cui si aggirano le due donne, sono protagonisti tanto quanto i personaggi. Sul piano tecnico formale domina un punto di vista ampio, che serve per inserire i personaggi nel loro ambiente. È la Manila dei poveri quella che vediamo, delle periferie che digradano nella campagna, delle baracche di legno sul lago, umide e malsane, sferzate incessantemente da una pioggia sporca, che non smette mai di cadere per tutta la durata del film, aggiungendo tormento alla già difficile vita dei personaggi.

Anche sul piano temporale si avverte l’esigenza di rispettare il più possibile la durata del tempo reale.
Ma nonostante l’apparenza documentaristica, man mano che la storia prosegue, emerge un quadro spietatamente lucido della poverissima società filippina, all’interno del quale si vengono a delineare in modo sempre più coinvolgente le personalità delle due “lole”, Lola Sepa e Lola Puring (“lola - nonna” è l’appellativo affettuoso con cui nelle Filippine ci si rivolge alle persone anziane), interpretate da due bravissime attrici professioniste di 84 e 79 anni.
La loro lotta per la sopravvivenza e per garantirsi un minimo di dignità avrà esiti diversi, una dovrà cedere ed accettare i soldi per il funerale in cambio del ritiro della denuncia, l’altra raggiungerà il suo scopo, dando però in pegno la casa dei suoi genitori ad un usuraio.
“Il delitto – commenta l’autore – serve per mettere alla prova le forze e le fragilità delle due donne. Una si dimostra debole, l’altra forte. Questo permette di equilibrare l’umanità, come nell’equilibrio della natura, in cui sopravvive chi più si adatta e il valore di ciascuno dipende dalla sua posizione nella vita.”
E infatti la sconfitta di Lola Sepa è già tutta lì, nella prima scena, dove la furia del vento e della pioggia le impedirà di accendere una candela per il nipote.

Cristina Menegolli - MCmagazine 27 (ottobre 2009)