Machan - La vera storia di una falsa squadra
Uberto Pasolini - Italia/Sri Lanka/Germania 2008 - 1h 48'

Venezia 65° - GIORNATE DEGLI AUTORI
Premio Label Europa Cinema - Premio FEDIC

    Ha ricevuto un'ottima accoglienza di pubblico a Veneziascheda estesa questa commedia dolceamara con cui Uberto Pasolinifilm successivo in archivio, produttore di Full Monty, esordisce nella regia. Nella loro diversità, i due film condividono alcuni tratti: l'impianto corale, la simpatia per i diseredati e un tono dolceamaro che là virava al grottesco, in Machan inclina piuttosto alla malinconia. Ispirata ad un paradossale fatto di cronaca, la storia comincia quando Manoj e Stanley hanno un'idea: formeranno la squadra dì pallamano dello Sri Lanka per disputare un torneo in Baviera, sfuggendo così all'indigenza delle baraccopoli di Colombo. Salvo che nessuno dei prescelti —venditore di arance, barista o gigolò che sia— si è mai sognato di giocare a pallamano. Machan (parola che significa "amico") è un film a piccolo budget, ma che non bada a spese nel tratteggiare una serie di personaggi dotati ciascuno di umanità e simpatia. Divertente la seconda parte, che si svolge sul campo da gioco e dove l'improbabile "nazionale" scopre il proprio orgoglio. Ben giocato anche il piano-sequenza in sottofinale, quando i poliziotti dell'immigrazione irrompono in scena, ma... lasciamo che lo spettatore lo scopra da sé.

Roberto Nepoti – La Repubblica

  Poveri cristi cingalesi somigliano a gruppo di disoccupati inglesi di qualche anno fa. Gli inglesi si spogliavano. I cingalesi si fingono giocatori di pallamano. È Machan di Uberto Pasolini, già produttore di Full Monty qui al suo esordio registico. Un gruppo di poveracci dello Sri Lanka pur di emigrare si finge la nazionale di palla a mano. Arrivato in una Germania molto accogliente lo Sri Lanka National Handball Team perde la prima partita 72 a 0. La seconda va meglio: 51 a 0. Nella terza farà un goal per sbaglio… Tratto da una storia vera, Machan è sia autore che cinema di genere con richiami a Fuga per la vittoria di John Huston (una volta in campo il demone dello sport ti costringe a fare sul serio pure se hai altre priorità). Il soggetto è già sentito ma il cast che Pasolini raggruppa è strepitoso e originale, così come tutta una prima parte ambientata in uno Sri Lanka che sembra l’Italia de I soliti ignoti: così povero e malridotto da far morire dalle risate. Presentato alle Giornate degli Autori a Venezia, è stato con Pranzo di ferragosto il film simpatia del Festival.

Francesco Alò – Il Messaggero

    Un film gradevole, appena appesantito da un pizzico di retorica superflua, che affronta in forma di tragicommedia l’emergenza dell’immigrazione. Machan, selezionato dalle Giornate degli autori alla recente Mostra di Venezia, segna l’esordio dietro la macchina da presa di Uberto Pasolini, il brillante produttore di Palookaville, Full Monty e I vestiti nuovi dell’imperatore che ha tratto da una storia vera lo spunto della sceneggiatura firmata in tandem con la drammaturga cingalese Ruwanthie de Chickera. In effetti sappiamo pochino dello Sri Lanka, nonostante l’ormai diffusa familiarità con i lavoratori venuti dalla mega-isola soprannominata «lacrima dell’India» e il film aiuta a immergersi nel formicolio disperato ma non tetro delle baraccopoli di Colombo dove, nella prima parte, si muovono i due ideatori di un imbroglio a fine di sopravvivenza. Qualche lentezza descrittiva e poi lo scatto: venuti a conoscenza dell’invito ufficiale rivolto alla Nazionale di pallamano del loro paese a partecipare a un torneo in Baviera, Manoy e Stanley si mettono di buona lena ad arruolare ogni sorta di emarginati che dovranno formare la fantomatica squadra da trasferta. Il miraggio di un insperato visto per l’estero (quasi sempre negato dalle autorità) fa sì che il gruppo iniziale cresca a vista d’occhio, senza peraltro risolvere il piccolo inconveniente della loro assoluta incapacità agonistica (per la verità non conoscono neppure le regole del gioco). Facile immaginare come Machan diventi esilarante nella seconda parte, quando i nostri antieroi, interpretati da bravissimi e simpaticissimi attori esordienti, si ritrovano sul campo

Valerio Caprara - Il Mattino

promo

Nello Sri Lanka la vita è grama e non è facile trovare un visto per la Germania. Manoj e Stanley leggono dell’invito per un torneo di pallamano in Baviera e si inventano la squadra nazionale di pallamano dello Sri Lanka. Sarà l’occasione per espatriare e anche per riflettere sulle proprie aspettative e sui propri ideali. Lo spirito e le esperienze del regista vengono da Full Monty: una commedia sorridente e uno spaccato sociale in bilico tra l’amarezza e il sorriso.

LUX - settembre-ottobre 2008

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