Marguerite
Xavier Giannoli - Francia/Rep. Ceca/Belgio 2015 - 2h 7'

VENEZIA 72 - Concorso

    Marguerite, l’ultima pellicola di Xavier Giannoli (soggettista, sceneggiatore e regista) è stata tra le migliori presentate in concorso a Venezia. Come sempre la cinematografia francese – spesso a torto definita ‘da salotto’ – risulta tra le migliori. Pur affrontando a volte tematiche nient’affatto sofisticate, riesce sempre a creare interesse ed a divertire con intelligenza estrema lo spettatore, anche con les petites choses de la vie. Così anche Marguerite, ispirato ad una storia vera, riguardante la vita di una pseudo cantante lirica americana, Florence Foster Jenkins, comunica un senso della sofferenza, della fatica dei rapporti umani, di quanto costino al viver civile e familiare davvero di notevole spessore. Ha dichiarato Giannoli in conferenza-stampa, “ … non volevo certo fare un biopic, ma raccontare vicende esistenziali realistiche. Ci sono persone che vivono nell’universo dell’immaginazione, sognando di essere diverse da ciò che sono. Tutti abbiam bisogno dell’illusione per vivere, e questo mi sembra il filo rosso di tutta la vicenda”.
Il film scorre attraverso splendide immagini ed ambientazioni d’epoca e ci racconta con eleganza estetica davvero notevole, la vicenda di una donna, Marguerite Dumont – l’attrice francese Catherine Frot, sempre più brava, che ben avrebbe meritato la Coppa Volpi al posto della Golino – grande mecenate musicologa autoconvintasi di avere grandi doti canore. Tutto questo reso possibile grazie all’ipocrisia del circolo artistico da lei diretto (e soprattutto, sovvenzionato) e dal resto dell’entourage familiare e sociale. Divisa in cinque parti, la storia procede tra un improbabile successo ad un altro inutile apprendistato per giungere ad un finale triste che le rivelerà la sua assoluta incapacità vocale, una verità di cui lei mai era stata conscia.
L’escamotage dovuto alle ‘nuove tecnologie’ dell’epoca – la riproducibilità della sua voce tramite un grammofono, e l’ascolto della stessa - riveleranno a Marguerite la dura verità, la consapevolezza delle sue incapacità canore e la sua ‘discesa agli inferi’ esistenziale in toto. Anche il rapporto che lei ha con il marito, altro notevole attore francese, André Marcon, essendo univoco diviene spiazzante, per lei e la sua vita: è solo lei ad amarlo, lo ha fatto per molti anni, senza essere altrettanto riamata, ma ‘solo’ sopportata. Poi, un ‘chiarimento affettivo’ di estremo valore umano, ricondurrà il loro rapporto su binari di autentico amore e rispetto reciproco, una ‘normalità’ conquistata dolorosamente, nel tempo.

Maria Cristina Nascosi Sandri- ottobre 2015 - pubblicato su MCmagazine 38