Michael Clayton
Tony Gilroy - USA 2007 - 2h 05'


Venezia 64° - Concorso

miglior attore non protagonista (TILDA SWINTON)

giornalista:

"come si può criticare il sistema delle multinazionali e poi girare spot per la Nestlè?"

George:

 "non rispondo a domande tendenziose"

     Questo surreale scambio di battute non appartiene alla fiction cinematografica ma alla (desolante) realtà di una conferenza stampa dopo la prima dell’ultima fatica filmica del divo Clooney che da criminale buono degli Ocean’s passa a vestire i panni dell’avvocato senza scrupoli (ma li svilupperà lungo strada). Tale disputa “morale” ha forse attirato l’attenzione più di quanto non meriti, tenuto conto di come è in realtà l’intricato lavoro di Tony Gilroy.
Infatti se è vero che Michael Clayton (Clooney) ritrova un’etica smarrita per affrontare e sconfiggere la U/North - grande ditta di prodotti chimici agricoli (ovviamente tossici) che ha il volto e la voce di Karen Crowder (Tilda Swinton), legale della compagnia, dal portamento altero a dalla mente diabolica (che non esita a ordinare omicidi) - bisogna però sottolineare che il tema sociale è toccato quasi di sfuggita. Non si tratta cioè di un nuovo
Insider o di un Erin Brokovich al maschile: la sostanza della diatriba legale è appena accennata e la trama ruota intorno al personaggio Michael, ai suoi rimescolamenti di coscienza e alla sua presenza scenica (quasi sempre nell’inquadratura) che trova il culmine nel primo piano conclusivo, muto, fascinoso e lungo quanto tutti i titoli di coda.
La mano del Gilroy sceneggiatore si avverte nella trama complessa, avviluppata intorno al lungo flashback che segna il racconto; elemento che rimanda ai suoi precedenti lavori della trilogia di
Bourne. La regia (all'esordio) sembra invece più trattenuta e, al di là dell’intenso piano-sequenza che accompagna la fine di Arthur (Tom Wilkinson, il socio redento di Clayton), si ritrae spesso verso l’inquadratura fissa, lasciando ai bravi attori (anche Sidney Pollack come capo di Clooney) il compito di guidare il film verso un risultato alfine più che godibile, sempre avvincente tra il fascino ostile dell’intrigo e la concretezza dell’azione di denuncia.

Giacomo Leoni - MC magazine 20  settembre 2007


cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2008

"io non sono quello da uccidere, sono quello da comprare"