Miss Julie
Liv Ullmann - Norvegia/GB/Irlanda/Francia 2014 - 2h 4’
versione originale sottotitolata



 

  Un sogno? Un incubo? (...) la vicenda si svolge in una notte di mezza estate di fine Ottocento e la racconta il drammaturgo svedese August Strindberg (1849-1912) nell'atto unico di una tragedia intitolata La signorina Julie (Fröke Julie) del 1888. Un lavoro - all'epoca oggetto di una feroce censura - che affronta vari temi, tra cui quello del rapporto uomo-donna, tra classi sociali differenti, della sempiterna lotta tra i sessi. Più volte portata sul palcoscenico e sullo schermo cinematografico, si cimenta con il testo dell'autore svedese Liv Ullmannfilm precedente in archivio, già musa di Ingmar Bergman (...). Il cast, ridotto ma strepitoso, come si addice a un dramma da camera, vede impegnanti nei ruoli principali Jessica Chastain (nei panni della signorina Julie), Colin Farrell e Samantha Norton.

Andrea Frambrosi - L'Eco di Bergamo

  ...Un film impressionante... Certo, il merito a monte è di Strindberg che ha colto tematiche talmente in anticipo sui tempi da venire rappresentato in patria solo dopo quasi vent'anni. E col senno di poi si capisce il perché. (...) Un conflitto di classe in piena regola che si confonde con il rapporto uomo-donna provocando un dramma esplosivo. (...) Liv Ullmann mette in scena puntando molto sul talento, notevole, degli interpreti offrendo certo uno spaccato d'epoca ma anche un conflitto che pare connaturato alla natura umana. Perché sono cambiati i modi e i linguaggi, ma nella sostanza l'estrazione sociale discrimina soprattutto quando è lei a stare più in alto (era il caso di Strindberg e sua moglie), infatti per Sabrina una sessantina d'anni dopo è stato tutto un po' più semplice.

Antonello Catacchio - Il Manifesto

  ...Ullmann mette in scena un film d'impianto rigorosamente teatrale, riducendo a tre soli il già scarno paradigma dei personaggi (eccetto una scena in apertura dove la piccola Julie è incarnata da una bambina). Racconta un episodio dell'eterna guerra tra i sessi, ma che implica anche i rapporti tra ricco e povero, padrone e servo, carnefice e vittima. Se per gli aspetti classisti questa nuova 'Miss Julie' appare forse fuori tempo, non lo è invece la dialettica uomo-donna; benché la diagnosi su di essa sia spietata rappresentando - sostanzialmente - la passione d'amore come una patologia. Gli attori in scena s'impegnano senza risparmio. Jessica Chastain entra molto bene nel personaggio calibrandone tutte le sfumature; e non è da meno Samantha Morton, la cui Kathleen suscita empatia e pietà. Meno convincente, Colin Farrell sconta una performance discontinua: a volte trova il tono giusto, altre volte sovrarecita. Malgrado l'assennato uso dello spazio della regia di Liv, il film è un po' troppo lungo per non incorrere in momenti di claustrofobia; prima di chiudere su un'ultima inquadratura in esterni, dove Julie-Jassica assume la grazia triste di un'Ofelia preraffaellita. Le musiche di Bach, Schubert, Chopin completano la - se non originale - raffinata operazione, che gli amanti del teatro dovrebbero apprezzare.

Roberto Nepoti - La Repubblica


promo

Una residenza di campagna in Irlanda intorno al 1880. Nel corso di una notte di mezza estate, in un clima di baldoria selvaggia e vincoli sociali allentati, la giovane Julie e John, cameriere di suo padre, ballano e bevono, si corteggiano e manipolano. Lei, altera e superiore in cerca di avvilimento; lui, garbato ma grezzo, uniti nel disgusto e nell'attrazione reciproci. Di volta in volta seducente e prevaricante, selvaggia e tenera, la loro intimità li conduce a piani disperati e alla visione di una vita insieme. Il mattino porterà speranza o disperazione? Come in una tragedia greca, una battaglia feroce per il potere e il dominio, condotta attraverso un gioco crudele e compulsivo di seduzione e repulsione.

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LUX - novembre 2015

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