L'ombra del vampiro (Shadow of the Vampire)
E. Elias Merhige - USA/Gran Bretagna 2000 - 1h 32'
[opera prima]

da  La Stampa (Alessandra Levantesi)

Come molti sanno, Nosferatu altri non è che Dracula. Furono gli eredi di Bram Stoker, negandogli i diritti cinematografici del romanzo, a costringere il regista tedesco F. W. Murnau a cambiare nome al famigerato conte di Transilvania che sullo schermo assunse il volto spettrale di Max Schreck. Fra giochi di luce, ambienti veri scolpiti nel fantasmatico bianco e nero espressionista e trucco orrorifico, l’attore incarnò con tale intensità il mostro da far nascere le più strane leggende, una delle quali ha ispirato il film L’ombra del vampiro di Elias Merhige. Siamo nel 1921 a Berlino, Murnau si prepara a partire con la troupe per la Cecoslovacchia, deciso a girare il suo capolavoro fuori dagli studi come un precursore del Neorealismo. Quello che tutti ignorano è che il presunto Schreck scelto per il ruolo di Nosferatu non è un teatrante formatosi alla scuola di Stanislavski, bensì un autentico vampiro: pur di convincerlo a interpretare se stesso, il cineasta gli ha offerto in cambio, ma solo a riprese ultimate, di poter succhiare a volontà il collo della prima attrice. L’idea era intrigante, non c’è da stupirsi che la sceneggiatura scritta da Steven Katz sia piaciuta a Nicolas Cage, qui in veste di produttore; a Willem Dafoe, reso irreale dal mascherone di gesso, il nero costume e le protesi dentarie del sanguinoso conte; e a John Malkovich, chiamato a impersonare il geniale, folle e morfinomane Murnau, disposto a tutto pur di esorcizzare sulla pellicola i propri fantasmi. Insomma, all’intuizione suggestiva che l’orrore della finzione possiede una sua inquietante realtà si intreccia quella più intellettualistica che nella sua ossessione di cogliere la verità il regista può venir considerato anche lui un vampiro...

da Il Corriere della Sera (Tullio Kezich)

...Autore finora di videoclip musicali e di un film dimenticato, E. Elias Merhige si è applicato con perfetta conoscenza della materia e lodevole puntiglio a ricostruire l'ambiente del cinema espressionista in cui nacque il film di Murnau. Al di là del travestimento da horror, portato avanti nell'illusione di trasformare un'impresa intellettualistica in un prodotto commerciale, all'autore preme definire il ritratto di Murnau, un dittatore del set che impone il proprio volere a tutti ed è capace di vendersi l'anima (non a caso fece un film dal Faust) per arrivare in fondo al lavoro. John Malkovich, che di tipi del genere deve averne conosciuti più d'uno, si vendica delle loro artistiche prepotenze facendone un ritratto satirico e godibilissimo....

cinema invisibile cinema LUX maggio-giugno 2001

per tamburini... E se l'interprete di Nosferatu fosse stato lui stesso un vampiro? Da quest'ipotesi che è diventata leggenda nasce il film di Merhige che rievoca la nascita del capolavoro di Murnau: giochi di luce, ambienti stilizzati nel fantasmatico bianco e nero espressionista, trucco orrorifico… Se la leggenda è discutibile resta il il fascino dell'atmosfera.