Piccole storie (Historias mínimas)
Carlos Sorin - Argentina 2002 - 1h 32'


Premio Speciale della Giuria - Festival di SAN SEBASTIAN

da Il Manifesto (Silvana Silvestri)

      Carlos Sorin, cineasta argentino di Piccole Storie,  appartiene alla generazione precedente a quella della nuova onda. Non fa parte cioè di quei venticinquenni che hanno cercato la forma di espressione più adatta ad esprimere il rombo che avvertivano nell'aria prima del terremoto. Lui si era già fatto notare nell'86 tenendosi ben lontano dalla capitale, luogo privilegiato della nuova onda, ne La Pelicula del Rey (Leone d'argento e Goya) un film sul film girato in Patagonia (il cinema argentino allora non si allontanava da Buenos Aires) dove arrivava la troupe più povera che ci sia, finché il regista doveva piazzare delle sagome di cartone perché non poteva pagare neanche delle semplici comparse a dispetto del soggetto regale. Per evitare di fare la stessa fine, dopo aver diretto Eternas sonrisas de New Jersey nell'89 ha passato gli ultimi tredici anni dirigendo film pubblicitari prima di tornare sul grande schermo. Le Historias minimas che racconta questa volta, piccole storie che iniziano in modo futile come le storie di tutti e via via implodono in drammatici risvolti inespressi, sono ambientate anche queste in provincia tra il villaggio di Fitz Roy e San Juan in Patagonia. Un vecchio (Antonio Benedictis) cerca il suo cane, un rappresentante corteggia una vedova, una timida casellante vuole provare il brivido della tv. Ovvero come dal profondo cuore della provincia ci si può avvicinare al rutilante mondo che si indovina solamente, come si mette in moto il meccanismo dei desideri. Quel cagnaccio dicono di averlo visto in un cantiere a 200 chilometri e il vecchio vuole riprenderselo, così scappa all'alba per non farsi vedere da figlio e nuora che lavorano nel suo emporio. Fa l'autostop, si intestardisce ad arrivare e nel cantiere trova gli operai che lo accolgono e lo aiutano a farselo restituire. Anche se De Sica aveva già messo in scena l'animale in una posizione privilegiata, ha un senso fare un film sulla ricerca di un cane? Sì, se è l'unico testimone del suo più ignobile peccato. E cosa proverà lo spettatore occidentale nel seguire dal cuore della provincia latina gli spasimi del rappresentante di commercio innamorato che spera di fare colpo sulla bella vedova con una torta per il compleanno di suo figlio? Raccontato con un lieve tono da commedia e interpretato dal bravissimo Javier Lombardo, l'unico attore professionista del film, anche questo racconto contiene i suoi risvolti imprevisti senza che si arrivi al dramma. Forse il senso di vuoto più drammatico lo esprime quando segue nel suo viaggio Maria che va verso il concorso a premi di una scalcinata tv che assomiglia a un retrobottega, come in fondo sono poi tutte le emittenti, parte per il tutto di un capitalismo che promette ma non mantiene. I personaggi di Sorin non giocano con le parole, non usano neologismi o nonsense, sono apparentemente insignificanti ma si muovono con grande emotività, in un crescendo di tensione costruito con rara bravura. Piccole storie mostra con divertimento e candore ben calcolato che non c'entrano per nulla le ricchezze con l'educazione, il senso dell'onore, la solidarietà, l'amore e l'affetto, tutti elementi di cui nei paesi cosiddetti poveri c'è grande abbondanza.

i giovedì del cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2006
minipersonale di Carlos Sorin

promo

Le Historias minimas che Carlos Sorin racconta iniziano in modo futile come le storie di tutti e via via implodono in tensioni inespresse. In Patagonia un vecchio cerca il suo cane, un rappresentante corteggia una vedova, una timida casellante vuole provare il brivido della tv... In un racconto che ha il lieve tono della commedia e che sa trattenere i risvolti imprevisti senza arrivare al dramma i personaggi sono apparentemente insignificanti ma si muovono con grande emotività, in un crescendo che stempera l'inquietudine in divertimento, in una solidarietà civile mai dimenticata.