Porte Aperte
Gianni Amelio - Italia 1990 - 1h 48'

  

   Due sono le idee che animano il libro di Leonardo Sciascia e che Gianni Amelio (Colpire al cuore, I ragazzi di via Panisperna) ha cercato di trasferire nel suo film: "Prima di tutto l'inno alla tolleranza. Perché è chiaro che Porte aperte non è semplicemente un pamphlet contro la pena di morte: il senso del libro è che in qualunque tipo di società o di clima politico, la paura di quello che può accadere può portare a rimedi peggiori del male... La seconda idea riguarda l'azione apparentemente non declamata, non clamorosa, di chi non vuole rinunciare alla giusta idea della giustizia".
La storia è ispirata ad un fatto di cronaca avvenuto a Palermo nel '37. Tommaso Lanzi (Ennio Fantastichini) è l'autore di un triplice, efferato omicidio. È reo confesso (anche se non pentito) e la legge fascista di quegli anni prevede la condanna a morte. Ma il giudice Di Francesco (Gian Maria Volonté), contrario alla pena capitale, farà di tutto per confutare l'iniqua sentenza. "Per rimanere coerente con se stesso e opporsi all'ovvia condanna il giudice, paradossalmente, non può che usare la legge in modo di evitare di applicarla... Non poteva non essere Volonté ad interpretare questo personaggio: perché lui non è solo un attore, e sublime come tale, ma è anche una persona di tipo particolare, uno che ha dentro delle idee, dei pensieri, dei sentimenti, che sono esattamente quelli che io volevo tirar fuori da questo film".

ezio leoni - LUX  maggio/giugno 1990


cinema invisibile TORRESINO gennaio-marzo 2007