Il posto dell'anima
Riccardo Milani - Italia 2002 - 1h 46'


sito ufficiale

da Film Tv (Aldo Fittante)

      La classe operaia, questa sconosciuta. Se mai fosse stata "in paradiso", ora è più che mai "all'inferno". La rimozione è in atto. Poi può accadere che un manipolo di lavoratori di una fabbrica di pneumatici non ci stia a farsi liquidare dalla casa madre, una multinazionale americana. Inventandosi forme di lotta sui generis, persino "antisindacali", nel senso di un coraggio e di una consapevolezza diversi e alternativi. La vicenda, vera come un turno in catena di montaggio, viene riproposta da Riccardo Milani film successivo in archivio in una chiave a metà strada tra Romanzo popolare di Mario Monicelli e Padre e figlio di Pasquale Pozzessere. Vale a dire: un Silvio Orlando (davvero ispirato)sulla strada che fu di Ugo Tognazzi; e un Michele Placido che reindossa gli scomodi panni di un vecchio operaio in conflittualità perpetua col figlio, simbolo di un'altra generazione. A proposito di simboli, che proprio il personaggio impersonato dall'attore lucano invoca e sponsorizza: ce ne sono molti, forse troppi, dall'orso (che Starnone e Milani potevano probabilmente solo "suggerire") agli indiani d'America. Feticci di un universo che non solo vuole sopravvivere, ma che reclama con orgoglio il proprio spazio.

da La Repubblica (Roberto Nepoti)

      Che sensazione di pienezza dà il film di Milani. E che bel trio Michele Placido, Silvio Orlando, Claudio Santamaria. Che bella scrittura (Domenico Starnone), che bella storia, che bei personaggi. E che titolo giusto. In un piccolo centro a ridosso della vergine montagna abruzzese si annuncia la chiusura del locale stabilimento produttore di pneumatici decisa dalla casa madre americana. Succede tutto quello che deve succedere. Ci si stringe nella protesta e nella solidarietà, nella difesa di quanto la fabbrica - tossica fonte di morte, luogo di identità e di orgoglio di classe - ha rappresentato per tutti, di tutte le età. Ci s'ingegna ad autofinanziare la resistenza, ma l'idea geniale di vendere gnocchetti fatti in casa accende nuove tentazioni imprenditoriali e nuovi appetiti individualisti. E dispute ideologiche su da che parte va il mondo, su quanto sia o non sia giusto adeguarsi. Tema che percorre anche il contrastato amore a distanza tra uno dei neodisoccupati (Orlando) e la fidanzata che da un pezzo ha piantato "il posto dell'anima", troppo stretto e troppo morto secondo lei, per andarsene a Milano (Paola Cortellesi resta anche qui a un passo dal cogliere il risultato pieno: ma resta anche la convinzione che ancora ha da dare tanto come attrice del cinema italiano). Ciò che conta molto è come questo film, senza rinunciare a nessuno dei punti indispensabili dall'umorismo all'invettiva al patetismo, sappia difendersi dalla retorica...


promo

La vita di un paesino tranquillo subisce una brusca sferzata quando la multinazionale americana, a pochi chilometri dal centro abitato, decide di chiudere i battenti. Gli operai vengono, conseguentemente, licenziati e alla loro lotta contro la societ?si intrecciano le vicende familiari e personali... Un film di qualità nobile (che mira alto senza lanciare messaggi!), con un Silvio Orlando davvero ispirato.

TORRESINO - maggio 2003