Potiche - La bella statuina
François Ozon - Francia 2010 - 1h 43'

Venezia 67 - concorso

    La forza femminile nel suo disvelarsi è al centro dell'ultimo film di film precedente in archivio François Ozon e si incarna nelle sembianze non più diafane ma sempre insondabili di Catherine Deneuve, vera dominatrice della scena. Nella forma di una commedia brillante Potiche- La bella statuina racconta la progressiva emancipazione, nella Francia degli anni '70, di una ricca borghese dal ruolo di ornamento a quello di protagonista. Tratto dalla piece teatrale di successo di Pierre Barillet e Jean-Pierre Gredy, il film riesce nell'intento di dare nuovo respiro alla storia, mantenendo il ritmo dei dialoghi frizzante come nella migliore screwball comedy americana.
Robert Pujol (l'ottimo Fabrice Lucchini), ricco industriale, dirige la fabbrica di ombrelli che la moglie Suzanne (Catherine Deneuve) ha ereditato dal padre, mostrandosi autoritario sia con la famiglia che con gli operai. Quando durante uno sciopero viene sequestrato dagli operai, tocca a Suzanne sostituirlo momentaneamente alla guida della fabbrica: scelta proprio per la inconsistenza della sua figura di "bella statuina", la donna rivela invece, soprattutto nella gestione dei rapporti, compreso quello col sindaco comunista, suo ex-amante (Gerard Depardieu), una capacità e una sicurezza inaspettate. E al ritorno del marito queste doti si rifiuteranno di rientrare nello scrigno, con conseguenze imprevedibili per tutti.

Potrebbe sembrare una storia datata se non fosse che Ozon ha dichiarato di aver tratto spunto dal clima dello scontro tra Ségolène Royal e Nicolas Sarkozy nell'ultima campagna elettorale e ha poi aggiunto di avvertire un serpeggiante ritorno al machismo, in cui l'Italia sarebbe in prima fila. Non inganni dunque il tono leggero: ci sono frecciate per tutti ed è un divertimento che fa pensare. Contribuisce a questo tutta la messa in scena, che induce nello spettatore uno sguardo ironico. La scenografia, i costumi e soprattutto la fotografia inventano degli anni '70 così esibiti e sgargianti che l'immedesimazione lascia il posto a un distacco sorridente fin dalla prima sequenza. E l'uso delle musiche si colloca perfettamente sulla stessa linea. Ma il pilone del film è Catherine Deneuve. Quando la storia, a un certo punto, potrebbe prendere una piega un po' ovvia, è divertente per lo spettatore scoprire che Suzanne "bella statuina" non lo è proprio mai stata: e l'eleganza sorniona con cui la Deneuve riesce a rendere questo aspetto del personaggio è impagabile.

Licia Miolo - MCmagazine 29 - ottobre 2010

promo

Francia, fine anni '70. Pujol (Fabrice Lucchini) è un ricco industriale dai modi dittatoriali, che in seguito a uno sciopero che culmina con un suo sequestro di persona da parte dei suoi operai, decide di lasciare la città per rimettersi in sesto. In sua assenza sarà la moglie (Catherine Deneuve), all'apparenza dimessa, a prendere le redini dell'azienda rivelandosi insospettabilmente concreta e capace di iniziative destinate a far far un salto di qualità ai rapporti con le maestranze, grazie anche all'aiuto di Babin (Gerard Depardieu), un politico della gauche.
Ozon adatta una pièce datata 1980 dando vita a una commedia che ha la stessa forma smagliante di tutti i suoi interpreti e del magnifico décor, trasudante anni 70 in ogni dettaglio. Omaggio divertito al cinema del passato, colorato e pop ma sapido nella sceneggiatura e nella regia, che non sbava una sequenza: l’impianto teatrale, ben lungi dall’essere un limite, è una partitura dal ritmo ineccepibile.

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TORRESINO  novembre 2010

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