Regeneration di Gillies MacKinnon - Gran Bretagna 1997 - 1h 50'
A fior di pelle (Under the Skin) di Carine Adler - Gran Bretagna 1997 - 1h 25'

  

La tragedia della guerra e le lacerazioni dell'animo. Inizia così la British Renaissance che con Regeneration affronta temi e atmosfere di cupa angoscia. 1917, fronte francese. La macchina da presa inquadra dall'alto il campo di battaglia, scorre sui corpi sparsi sul terreno, corpi di morti, di feriti, di soldati in tricea. Più che l'orrore è l'omologazione ad esseri sperduti in un bagno di fango e disperazione. Uomini sconvolti sull'orlo della follia, ma anche ufficiali nauseati dal funesto, assurdo protrarsi delle ostilità E' il caso del poeta Siegfried Sassoon, già eroe di guerra, che scrive una veemente dichiarazione contro il cinismo dei politici, incapaci di fermare il massacro di vite umane. Per evitargli la corte marziale viene anche lui ricoverato in un ospedale scozzese di igiene mentale dove il dott. Rivers cura i suoi pazienti con umanità e dedizione totale. A lui sono affidati il soldato Prior, traumatizzato fino al mutismo ed ostinatamente deciso a tornare a combattere e Wilfred Owen che trova proprio in Sassoon la guida per scoprire il proprio talento poetico.
Il film di Mackinnon riprende fedelmente il romanzo di Pat Barker, che a sua volta si rifaceva ad eventi reali del primo conflitto mondiale. La composizione narrativa si sviluppa attraverso una descrizione di personaggi tesa e cupa come l'ambiente che li incornicia. Nel paesaggio scozzese, uggioso e solitario, al dramma dei pazienti si accompagna quello di Rivers. Lo psichiatra saprà curare le loro ferite invisibili, ma nulla potrà contro il destino di morte che ancora attende tanti soldati britannici. Sassoon si convincerà a tornare al fronte e anche Owen porterà la sua poesia in battaglia. Gli ultimi suoi versi citano la Bibbia e parlano di un Abramo che non vuole immolare (quale agnello-sacrificale) il proprio orgoglio e preferisce lasciar impietosamente morire il suo Isacco... Se il rigore e la trattenuta commozione sono il pregio incontestabile di Regeneration, il lavoro di Mackinnon (
The Playboys, Small Faces) risulta purtoppo nel suo insieme pesante, opprimente come la sua materia, privo di quella scintilla vitale che dovrebbe sublimare la retorica del phamphlet.
Traumi e disperazione, ma stavolta in ambiente familiare sono la sostanza anche di Under the Skin, in cui l'esordiente Carine Adler urla lo sgomento della giovane Iris, che dopo la morte della madre è tormentata da un sordo dolore che si affianca alla gelosia d'affetti per la sorella maggiore Rose. Lo sfogo di Iris è fatto di solitario abbandono, di sesso sfrenato (raccontato con (r)proprietà di linguaggio dalla protagonista), ma Irsis, nel suo progressivo abbrutimento riesce alfine a trovare le coordinate del proprio esitere (sarà un anello, lasciato dalla madre a far da chiave di volta nelle rivalità tra le sorelle) e il lieto fine di Under the Skin riesce a coniugarsi credibilmente con il deflagrante dramma iniziale.

e.l. Il Mattino di Padova 30/9/ 1997