Folle, visionario Ken Russell

     

   Fin troppo facile archiviare Ken Russell (scomparso nel novembre scorso all’età di 84 anni) come autore trasgressivo, regista "genio e sregolatezza" teso a far esplodere sullo schermo, attraverso le sue provocazioni visionarie, le vite "eccessive" di personaggi appassionati e artisti passionali. La sua filmografia vive in simbiosi con un kitsch di debordante personalità in cui l'espressività esalta il barocco figurativo e la nevrosi autoriale deborda in fantasmagorie estetico-narrative di abbacinante (in)coerenza.
Dopo l'esordio su commissione con la terza avventura dell'agente Palmer (Il cervello da un miliardo di dollari, 1967) Russell realizza il suo titolo più intimo e sofferto:
Donne in amore (1969) rilegge con poetica intensità il romanzo di David H. Lawrence, mettendo in scena un affascinante intarsio melodrammatico in cui amore, omosessualità e morte pulsano all'unisono tra ardite sfaccettature psicologiche ed un'enfasi emotiva inusitata per il tempo. Sulla stessa falsariga di tormentata passionalità arriva l'anno seguente la prima delle tante biografie dirette da Russell (saranno in tutto cinque); L'altra faccia dell'amore dipinge con sorprendete "calore" fotografico e sonoro gli ultimi anni di vita di Cajkovskij: anche qui sentimenti estremi, omosessualità, onirismo e... musica! L'eccesso è l'anima sia del personaggio che del regista, la suggestione surreale di The Music Lovers (titolo originale) è forse "datata", ma memorabile.
Con
I diavoli, presentato al Festival di Venezia nel 1971, il giudizio critico su Russell si focalizza sulla sua propensione allo scandalo, sull'esibizione cruda e amorale di un "medioevo" della storia e dello spirito che caratterizza, in sconvolgente sessualità e violenza, la trasposizione cinematografica di una pièce teatrale tratta da Aldous Huxley. Ed in tale luce la nuova biografia, Messia selvaggio (dedicata al giovane pittore e scultore francese Henri Gaudier), sempre barocca nella messinscena, ma apprezzabile per intensità ed equilibrio, sembra momentaneamente contraddirne la verve sfacciatamente dissacratoria. Ma anche Il boy friend (tratto da un musical teatrale di Sandy Wilson) sa attestarsi su una regia effervescente e controllata, donando al film un'armoniosa eleganza e a Russell una riabilitazione autoriale a tutto tondo.
E se
La perdizione (1974), sulla vita di Gustav Mahler, ribadisce la capacità di Russell di saper opportunamente coniugare l'estro immaginifico con un'analisi storico-psicologica di controllata stravaganza, il matrimonio artistico con l’esuberanza rock di Peter Townshend e degli Who segna l’epifania di una tensione visionaria e allucinata sempre sottesa ma mai così compiutamente espressa. Tommy (1975) è la summa, sgargiante e ridondante, della concezione trasgressiva dell’arte cinematografica di Ken Russell ed è al contempo un monumento della cultura rock giovanile, tra brani-cult, misticismo, contrasti generazionali e psichedelia. La filmografia di Russell proseguirà per altri vent’anni con una dozzina di titoli, sempre cadenzati da una creatività eccentrica e delirante: in Stati di allucinazione lo scienziato protagonista esplora le origini della vita “immergendosi” in sperimentazioni “stupefacenti” con risultati drammaturgicamente discutibili ma visivamente innovativi (l’uso smodato di effetti speciali e make-up è limite e pregio della pellicola); in Whore, affidandosi ad uno stile pseudo-realistico segue per le strade di Los Angeles Liz, disillusa prostituta che racconta (in prima persona, con un confidenziale e “disturbante” sguardo in macchina) le sue esperienze estreme tra violenza e sessualità. Momenti cinematografici ancora una volta di indiscussa efficacia, ma l’appassionata sensualità di Donne in amore e l’energia vitale di Roger Daltrey e del suo Pinball Wizard restano insuperate.
 

ezio leoni - TORRESINO/LUX/sede  febbraio-maggio 2012

   

Donne in amore (Women in Love)
Ken Russell - Gran Bretagna 1969 2h 9’

miglior attrice - GLENDA JACKSON

  Dal romanzo di D. H. Lawrence (adattato dal regista con Larry Kramer), un’analisi delle varie facce dell’amore, intrecciato indissolubilmente alla morte. Nell’Inghilterra del 1920 una timida maestra (Jennie Linden) si innamora di un ispettore scolastico (Alan Bates), mentre la sorella, una scultrice anticonformista (Glenda Jackson) dà vita a un rapporto passionale e torbido con un industriale (Oliver Reed). E anche tra i due uomini nascerà un sentimento ambiguo. Ci fu scandalo per la scena della lotta nuda dei due uomini che si dicono: «Noi siamo mentalmente e spiritualmente vicini, perciò dobbiamo esserlo anche fisicamente».

Dizionario dei film – a cura di Paolo Mereghetti


   

L’altra faccia dell’amore (The Music Lovers)
Ken Russell - Gran Bretagna 1970 2h 2’

  Gli ultimi anni della vita di Pëtr Il'ič Čajkovskij (Richard Chamberlain), quando sposò una giovane nevrotica (Glenda Jackson) nonostante fosse omosessuale e la sua fama di musicista aumentò in parallelo con le sue ossessioni e le sue nevrosi. Russell recupera l’esperienza fatta coi telefilm sui compositori e cerca una connessione tra la vita e la musica, in modo che non sia solo commento ma stimolo alla creazione di immagini (la sequenza del vagone letto ha momenti di forte impatto emotivo) secondo la lezione romantica per cui il genio va sempre d’accordo con la sregolatezza. Forse oggi rischia di risultare una carnevalata, ma allora fu una rivelazione.

Dizionario dei film – a cura di Paolo Mereghetti

   

I diavoli (The Devils)
Ken Russell - Gran Bretagna 1970 1h 53’

  Padre Grandier (Oliver Reed) è un prete che nel 1634 difende la libertà municipale della sua città, Loudun, nella Francia di Richelieu. Ha un solo difetto, non resiste alle tentazioni della carne. Per evidenti opportunità politiche verrà accusato dì stregoneria e mandato al rogo, mentre gli inquisitori scatenano le fantasie represse delle monache. Russell racconta una storia vera (seguendo il libro di Aldous Huxley) con uno stile barocco non ancora ridotto a maniera. Truculento, aggressivo, provocatorio, ai tempi suscitò molte polemiche, ed è ancora un pugno nello stomaco. Reed e Vanessa Redgrave (la monaca pazza innamorata del virile prete) sono al loro meglio.

Dizionario dei film – a cura di Paolo Mereghetti

   

Messia selvaggio (Savane Messiah)
Ken Russell - Gran Bretagna 1972 1h 40’

  La vita dello scultore vorticista francese Henri Gaudier-Brzeska (Scott Anthony) morto sconosciuto a ventiquattro anni sul fronte della prima guerra mondiale. Innamorato di Sophie-Brzeska (Dorothy Tutin), di vent’anni pìù vecchia di lui, non riesce a sposarla e si fa cedere da lei il cognome. La meno nota delle biografie più o meno immaginarie di Russell, e una delle più equilibrate sceneggiata Christopher Logue a partire da un libro di H.S. Ede. Il genio e la sregolatezza del personaggio, come al solito, si rispecchiano nel barocchismo della messinscena, ma manca ogni fastidiosa volontà di provocazione. Nella parte di Sophie avrebbe dovuto recitare Jeanne Moreau.

Dizionario dei film – a cura di Paolo Mereghetti



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La perdizione (Mahler)
Ken Russell - Gran Bretagna 1974 1h 55’

  La vita di Gustav Mahler (Robert Powell), maestro del decadentismo musicale, e dei suoi familiari secondo l’immaginario fiammeggiante di Ken Russell. I! tradizionale genere biografico ne esce stravolto, scomposto in una serie di quadri che ricordano ora i fumetti ora le copertine di Life: kitsch ed estetismo abbondano, ma non a sproposito, grazie anche al tentativo di analisi psicologica. I puristi inorridiranno di fronte a questa operazione visceralmente antiviscontiana (Morte a Venezia è, per contrasto, il referente immediato), ma gli estimatori del regista hanno a disposizione uno dei suoi film migliori, girato con pochi soldi e molto estro. Tra le scene memorabili, quella del battesimo di comodo e quella della visita al manicomio.

Dizionario dei film – a cura di Paolo Mereghetti

   

Tommy
Ken Russell - Gran Bretagna 1975 1h 51’
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versione originale sottotitolata -

  Diventato cieco e sordomuto a sei anni per aver visto il patrigno che uccideva il padre – pilota della RAF dato per morto e inaspettatamente tornato – Tommy passa attraverso il misticismo, la droga, il sesso, la medicina ufficiale, prima di guarire, diventare campione mondiale di flipper, dichiararsi il nuovo Messia creando migliaia di seguaci che gli sopprimeranno madre e consorte. Nono film di Ken Russell, è la versione cinematografica della prima “rock-opera” della storia della musica, composta dall'inglese Pete Townsend e dal suo gruppo, gli Who. Cineasta visionario e sgangherato, geniale e volgare, Russell ne ha fatto uno spettacolo assordante, abbacinante, squinternato ma straripante di energia e vitalità. Tutta da gustare la colonna musicale. Primo film con il sistema Dolby su 4 piste.

Il Morandini - Dizionario dei Film

   

Stati di allucinazione (Altered States)
Ken Russell - Gran Bretagna 1980 1h 42’

  Professore di psicofisiologia in cerca di esperienze extrasensoriali assume sostanze allucinogene che gli provocano mutazioni biologiche e genetiche. Ispirato a un romanzo di Paddy Chayefsky, che disconobbe il film, cioè il modo in cui il regista aveva alterato la sua sceneggiatura, e volle firmarla solo come Sydney Aron, è irritante, squilibrato ma con momenti di esaltata genialità soprattutto a livello figurativo, grazie alla fotografia di John Cronenweth e alle sue immagini psichedeliche. Ottimo esordio di William Hurt.

Il Morandini - Dizionario dei Film

   

Whore
Ken Russell - Gran Bretagna 1991 1h 25’

  Tratto dalla commedia Bondage (schiavitù) di David Hines – scritta sulla base delle testimonianze di un tassista londinese – è il ritratto di una prostituta: matrimonio sbagliato, figlio da mantenere, pappone violento che la protegge e la sfrutta. Ritratto di donna in forma di monologo quasi didattico e una traccia d'azione. Per Teresa Russell è lo spunto per un'esibizione di alto istrionismo gestuale, fonico, recitativo. Ken Russell, autore geniale e visionario sempre in bilico sul kitsch, ha filmato con tono di premeditata e accanita sgradevolezza, cercando di rispecchiare con onestà la materia. Uscito in Italia tagliato di 7 minuti.

Il Morandini - Dizionario dei Film

cinema invisibile TORRESINO/LUX/sede ottobre-dicembre 2011