Lussuria - Seduzione e tradimento (Se Jie - Lust, Caution)
Ang Lee - Cina/USA/Taiwan 2007 - 2h 36'

 
                     Venezia 64°
Leone d'oro
Osella per la fotografia (RODRIGO PRIETO)


     Nuovo film di Ang Lee film successivo in archivio, nuovo Leone d’oro dopo solo due anni dalla vittoria di Brokeback Mountain, che oltre al premio veneziano aveva conquistato anche l’Oscar. Questa volta il regista taiwanese trapiantato in America è tornato a dirigere in Cina un film in lingua mandarina, ambientato negli anni ’40 durante il dominio giapponese. Un nuovo cambio di registro, dopo quelli a cui Ang Lee ci ha abituato (da Banchetto di nozze a Ragione e sentimento, da Tempesta di ghiaccio a Hulk, passando per La tigre e il dragone) ? In fondo no, perché anche in questo film , tratto da un racconto della scrittrice cinese Eileen Chang, il regista rimane fedele al tema che, come lui stesso afferma, è al centro del suo interesse: ” la ricerca di se stessi “. La protagonista è infatti una giovane e timida studentessa, Wang Jiazhi, che scopre con un gruppo di coetanei il teatro e lo spirito patriottico. Ben presto il gioco si fa serio: il gruppo progetta di assassinare il signor Yee, un importante collaborazionista dei giapponesi, usando come esca proprio Wang, la quale, interpretando la parte della signora Mak, dovrà sedurlo e farlo cadere in trappola. Ma i tempi si dilatano, gli sfondi cambiano - da Hong Kong a Shangai – e quando il gioco di seduzione riprende l’identità della preda e del predatore cominciano a confondersi, svelando alla giovane Wang parti di sé che non conosceva.
Molta attenzione Ang Lee dedica alla ricostruzione dell’ambiente, egregiamente supportato dal direttore della fotografia Rodrigo Prieto (anche per lui un premio): dai toni più accesi dell’innocenza (Hong Kong) lo spazio filmico vira verso le atmosfere noir della torbida Shangai, città cosmopolita per eccellenza e capitale dello spionaggio nella seconda guerra mondiale. La grande storia rimane però sullo sfondo.
Al centro è invece la storia di “formazione” di Wang, su cui il film dilata molto, forse troppo, la prima parte; anche perché, se è vero che la lunga attesa della svolta rende questa particolarmente efficace (il primo vero incontro fisico tra i due ha un impatto memorabile), è anche vero che non si avvertono nella prima ora e mezza quei segni della complessità interiore della protagonista che avrebbero potuto sostenere la tensione. Molte in questo senso le occasioni perdute:; un solo esempio: le prime esperienze teatrali di Wang, che nel racconto di Eileen Chang sono una fonte di forte eccitazione e costituiscono per lei una prima rivelazione di sé, non riescono nel film a essere spia del magma che ribolle nel profondo. Colpa della regia o della protagonista, l’esordiente Tang Wei?
Il cuore della storia è nella seconda parte che comincia però a pulsare, li quando si svela come viaggio nelle parti più oscure di sé, per accedere alle quali la passione, il sesso, si rivelano chiavi essenziali. Ma non certo in un percorso lineare: la “ lussuria” del titolo è scatenata dall’ambiguità delle situazioni e dei sentimenti, terreno tanto caro al regista. Solo in questa dimensione, in questo gioco di ruoli, i protagonisti portano allo scoperto ciò che non pensavano di essere o, come nel caso del signor Yee, credevano di non poter più essere. Solo così il suo personaggio, un “ morto che cammina”, riesce a ritrovare qualcosa di vitale. E Tony Leung, attore caro a
film precedente in archivio Wong Kar-Wai, ma anche protagonista di alcuni dei film orientali più amati e premiati in Occidente, evidenzia ancora una volta le sue grandi capacità interpretative, basate qui su minimi scarti di espressione  che permettono di intravedere, nella maschera sapientemente indurita di Yee, barlumi di umanità.
Con un simile tema di fondo è evidente che le (gia chiacchierate) scene di erotismo esplicito del film non solo risultino motivate, ma addirittura fondamentali. E se è vero che per la distribuzione in Cina verranno pesantemente tagliate, abbiamo qualche dubbio che le lunghe sequenze del gioco del mahjong, parte integrante della cultura cinese, girate con accuratezza estrema, bastino a compensare la perdita.

Licia Miolo - MC magazine 20  settembre 2007

promo

Hong Kong, anni '40. Wang Jiazhi, giovane donna militante nella resistenza cinese, con le sue grazie deve sedurre Mr. Yee, potente politico che collabora con i giapponesi, per tendergli un'imboscata e ucciderlo. La ragazza non ha previsto però che giocare con la passione può essere molto, molto pericoloso.
Il dramma sentimentale di Ang Lee, che si immerge in un mondo, quello di Hong Kong e Shangai, trait d'union fra Oriente e Occidente è una profonda analisi dell'amore e dell'educazione sessuale di una donna che si trova coinvolta in un intricato groviglio di obbligo e passione. Recitato con intensità e senso delle sfumature dall'inedita Tang Wei e dall'incisivo Tony Leung, Lussuria, anche se non sempre equilibrato nella struttura, è un film di stile impeccabile: raffinato nelle esplicite scene erotiche, curatissimo nell'ambientazione e nella psicologia.

LUX - gennaio 2008

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