Il seme della violenza (Blackboard Jungle)
Richard Brooks - b/n USA 1955 - 1h 41'

  Reduce assunto come insegnante in una scuola professionale della periferia povera di New York si conquista, a caro prezzo, il rispetto di una scolaresca turbolenta (neri, irlandesi, italiani, ebrei, portoricani). Conta per le qualità morali (sincerità, coraggio, buone intenzioni) più che per quelle estetiche. Difficile dire dove finisca la tenerezza del regista e dove cominci l'irrealismo ingannatore delle sue proposte. Tratto da un romanzo di Evan Hunter (alias Ed McBain), è importante storicamente: il 1° film in cui fu usata la musica rock (Bill Haley e i Comets).

Il Morandini - Dizionario dei Film

  La parte migliore del film è lo sfondo, il materiale visivo ed umano su cui Brooks ha costruito la storia. Dopo cominceranno i fatti che costituiscono il vero plot narrativo: il tentativo di violenza ad una professoressa, Ford che prende a pugni uno studente, i due giovani professori che si sbronzano e pateticamente ascoltano il jazz («Perché non ci lasciano insegnare?» si domandano), poi le botte nel vicolo, ecc... Tutto il film diventa la storia del povero professor Glen Ford in lotta con l’ambiente e con se stesso (ha la possibilità di insegnare in una scuola ‘modello’) per la realizzazione dei propri principi morali…
A Ford che gli parla di galera Morrow risponde che è sempre meglio che andare nell’esercito a farsi ammazzare (Ford è un reduce di guerra e siamo subito dopo la Corea). Non è ancora politicizzata come rivolta, ma è comunque già rivolta, anche se ancora individuale/pragmatica, e si capisce che questi ragazzi saranno quel li che negli anni ‘60 bruceranno le cartoline precetto per il
Vietnam.
In un’altra scena, forse la più simbolica del film, Morrow e gli altri distruggono l’intera col lezione di dischi jazz del professore di matematica. Non c’è nessuna memoria né storica né musicale in questa generazione. E davvero la prima generazione del rock’n’roll che non ha più alcun rispetto per la musica precedente, l’anno zero della nuova cultura giovanile.

Federico Chiacciari - Cineforum

cinema invisibile TORRESINO febbraio-marzo 2010