Storie pazzesche (Relatos salvajes)
Damián Szifrón - Argentina/Spagna  2014 - 2h 2’

   Sei episodi assai bizzarri quanto diseguali nell'esito, che mischiano grottesco, noir, ossessioni, pulp e pop con un montaggio serrato, originale nella consequenzialità e narrativamente sorprendente. Damiàn Szifròn ha concepito a beneficio dell'ondivago pubblico contemporaneo un prontuario di sopravvivenza improntato al più assoluto e spregiudicato cinismo: proprio quando sembra ammonire sui pericoli dell'istinto di vendetta o su quelli dell'indignazione sociale, il regista fa capire chiaramente come stia godendo pazzamente nel perdere e farci perdere il controllo del giudizio. Ne risulta un andirivieni di avventure adrenaliniche, parossistiche, sanguinarie, paradossali e persino scatologiche, in cui primeggia quello splendido attore che è il Ricardo Darín di Il segreto dei suoi occhi. Prendere o lasciare la selvaggeria che è in noi, sembra suggerire l'immaginaria didascalia in margine alla scorreria provocatorio-snob...

Valerio Caprara - Il Mattino

   Cosa succede quando i freni inibitori si allentano e Freud si dà per vinto? Sono Storie pazzesche prodotte da  Almodóvarfilm precedente in archivio e dirette dall'argentino Damián Szifrón che sceglie sei fattacci di disagio psico sociale dall'humour freddo al trucido tarantiniano, per coprire l'arco costituzionale del «piacere» liberatorio di perdere il controllo. Racconti neri dove il grottesco regna sovrano e ci restituisce tutti alla vendetta barbara nascosta dalla glassa delle sovrastrutture e dal buonismo. Episodi che condividono, oltre a stress e depressione, un mezzo di locomozione, cioè l'auto, fonte primaria di patologie urbane (...). Il film parte con l'irresistibile epifania di un gruppo di passeggeri in aereo, prosegue con una vendetta gastronomica all'orientale e finisce nella festa di nozze con torta di panna e sangue. È il trionfo dell'inverosimile credibile con l'affiatamento di attori espertissimi in urla, isteria e affini: riconosciamo il grande Ricardo Darín, ma sono tutti perfetti, di scuola almodovariana ma zero sesso. La bravura del regista sta nel mixare il curioso, il tragico e il divertente per eccesso-difetto: tutto ciò che è reale è irrazionale, altro che Hegel. Così, sotto l'albero, queste sei candeline di vendetta (anche se prive di vero cinismo) risplendono con un loro inedito, originale sarcasmo, spacchettando il vendicativo inconscio dalla carta argentata.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera


 

 

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Un gruppo che si trova a vivere una storia enigmatica a bordo di un aereo; la cameriera e la cuoca di una tavola calda frequentata da camionisti; un uomo che all'improvviso si ritrova intrappolato in un insolito thriller stradale; un ingegnere specializzato in demolizioni frustrato dall'ingiustizia burocratica; un miliardario che conduce trattative clandestine per evitare una tragedia familiare; una sposa sconvolta, in un matrimonio che sfiora il dramma. Tutti loro si scopriranno vulnerabili di fronte a una realtà che improvvisamente può cambiare e diventare imprevedibile, trovandosi ad attraversare la sottile linea che divide la civiltà dalla barbarie... Irresistibile (e aberrante) commedia nera argentina, divisa in sei episodi assai bizzarri quanto diseguali nell'esito, che mischiano grottesco, noir, ossessioni, pulp e pop con un montaggio serrato. L'umorismo prevale sulla tensione, il buon gusto talvolta è border-line, ma il divertimento è garantito.

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 LUX - gennaio 2015

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