Underground
Emir Kusturica - Comunità Europea 1995 - 2h 52'

CANNES - Palma d'oro

"Nessuna guerra è guerra finché il fratello non alza il braccio sul fratello". La morale di un film tutto immaginifico come Underground sta forse in questa piccola frase con cui i protagonisti si confrontano a ridosso di una delle sequenze più visionarie della pellicola: una carrozzella a motore con due corpi avvolti dalle fiamme che gira attorno ad un capitello con un crocefisso a testa in giù, mentre intorno infuria la violenza della recente guerra jugoslava. Jugoslava? Improprio perché anche nel film ci viene ricordato come la Jugoslavia non esiste più e non per niente il sottotitolo di recita "c'era una volta un paese". Ma non è possibile focalizzare un'analisi di Underground soffermandosi sui dialoghi perché l'opera di film precedente in archivio Kusturica film successivo in archivio (questa, ma pure le sue precedenti, da Ti ricordi di Dolly Bell a Papà è in viaggio d'affari) vive d'immagini, immagini in questo caso cupe, laceranti, assurde, folcloristiche, metaforiche, indimenticabili. Come quelle, in apertura, del bombardamento di Belgrado del 1941 in cui la morte, la disperazione, il caos sono emblematizzati nella distruzione dello zoo, con l'orrore dell'agonia degli animali e la bizzarria di leoni ed elefanti che vagano per le vie di una città sotto shock. Ma lo shock che pervade il racconto è anche quello di noi spettatori di fronte all'estro visionario e narrativo di Kusturica (giustamente premiato a Cannes con la Palma d'oro): dopo averci immerso nell'orrore della seconda guerra mondiale e nell'allegoria costante del proprio linguaggio filmico, il regista bosniaco ci rinchiude con i suoi protagonisti in un sotterraneo al riparo dai nazisti, ma in balia dell'insania di Markus che per vent'anni, mentre, in superficie, se la spassa con la bella Natalia e diventa un capoccia del regime di Tito, tiene segregati l'amico-eroe nazionale (il Nero) e i suoi compagni nel rifugio del sottosuolo, raccontando loro che la vittoria e il potere sono nelle mani dei tedeschi, tenendo sotto controllo, per i propri fini, le loro tristi esistenze (il comunismo era un grande sotterraneo...). L'invenzione narrativa riesplode quando il Nero, accompagnato da un figlio omai adulto, torna nella realtà, di nuovo però "imbrogliato" dalla fiction di un set in cui si sta girando proprio un film commemorativo delle sue gesta, fatalmente sospinto nel magma tragico della storia, nel macabro epilogo, ancora irrisolto, del conflitto serbo-bosniaco.
La forza figurativa di film come
Underground è sconvolgente, illumina lo schermo coi bagliori della guerra, ma si esalta soprattutto nel buio di quella cantina tra un parto, illuminato dalla fioca luce di una bicicletta, ed una festa di matrimonio che, in musica, danze e cannonate, dà letteralmente il capogiro, si sublima nel perdersi e ritrovasi dei corpi sott'acqua (con una richiamo all'Atlante di Jean Vigo), si inebria in un finale felliniano che solo al di là del reale, oltre la morte, garantisce una futuro di pace. La confusione del singolo, la deriva di un popolo (e di una terra!) diventano in Kusturica espressioni simboliche di una storia di falsità, guerra e violenza che si perpetua, ciclicamente, senza speranza di redenzione perché "è peccato uccidere il proprio fratello", ma in una società dove la menzogna è sovrana e segna il divenire "si può perdonare ma non dimenticare".

ezio leoni - La Difesa Del Popolo  3 marzo 1996

promo

La forza figurativa di Underground, che fotografa una vicenda di guerra e drammi fratricidi sullo sfondo dello sfascio comunista a cavallo della seconda guerra mondiale, č sconvolgente, illumina lo schermo coi bagliori della scontri, ma si esalta soprattutto nel buio di una cantina tra un parto, illuminato dalla fioca luce di una bicicletta, ed una festa di matrimonio che, in musica, danze e cannonate, dā letteralmente il capogiro, si sublima nel perdersi e ritrovasi dei corpi sott'acqua, si inebria in un finale felliniano che solo al di lā del reale, oltre la morte, garantisce una futuro di pace. In Underground la confusione del singolo, la deriva di un popolo (e di una terra!) diventano espressioni simboliche di una storia di falsitā, guerra e violenza che si perpetua, ciclicamente senza speranza di redenzione...

 

LUX - serata speciale - 5 marzo 2010