Verso sera
di Francesca Archibugi - Italia 1990 - 1h 30'

  

"Le esperienze si possono anche leggere, non si devono per forza vivere". La battuta con cui Marcello Mastroianni apostrofa Sandrine Bonnaire in Verso sera è sintomatica del rapporto conflittuale che intercorre tra l'anziano professor Bruschi, comunista vecchio stampo, e la sua quasi nuora Stella, ventitré anni (una ragazza del Movimento), madre della piccola Papere. Siamo nel 1977, Bruschi ha accolto la nipotina nel suo aristocratico villino ai Parioli, dopo che mamma Stella è scomparsa in chissà quale percorso alternativo e papà Oliviero, personalità sicuramente fragile, si è deciso a fare il pastore... Papere, tre anni, in realtà si chiama Mescalina (!?) ma il soprannome, al plurale, è calzante con il convivere nella sua personalità di due controverse identità di bambina. Tra lei e il nonno la sintonia si è creata poco a poco: Papere ha trovato in quella casa perbene il respiro di una vita più serena, il prof. Bruschi si è affezionato alla semplicità disordinata dell'infanzia. Ed ecco all'improvviso arrivare Stella: cupa e aggressiva, ignorante ma acuta, velleitaria e dogmatica al contempo, porta con sé un'ansia distruttiva, una voglia di confronto che sfocia continuamente nello scontro personale. Se tra i due, l'intellettuale metodico e la giovane irrequieta, nasce anche dell'affetto, lo schematismo delle diverse ideologie non trova ugualmente una via di riconciliazione, il dialogo tra generazioni resta sordo, incapace da una parte di aprirsi alla fiducia, dall'altra di offrire speranza.
Francesca Archibugi, dopo il successo di Mignon è partita, ha superato il guado del minimalismo per immergersi nella autorialità dei grandi temi, costruendo un film estremamente lucido, accuratissimo nei dialoghi e capace di tradurre in immagini tutta la complessità che il soggetto mette in campo: "Il '68 era un momento felice, di utopia e fantasia, ove gli studenti erano studenti. Il '77 invece è stato più distruttivo, gli studenti erano disoccupati e il conflitto è stato più acuto, più nero. Nel '77 lo scontro generazionale è diventato duro, inutilmente frontale. In quel periodo l'esistenza di un persona come Stella, con il suo carico di grande profondità ma anche di negatività, era inevitabile. Il rapporto-contrasto tra generazioni è una fonte inesauribile di storie..."

e.l. LUX febbraio/marzo 1991