Viaggio in India (Shaere zobale-ha - Scream of the Ants)
Mohsen Makhmalbaf - India 2006 - 1h 26'

     Dopo Sesso e filosofia, l'iraniano film precedente in archivioMohsen Makhmalbaffilm successivo in archivio , forse costretto dal regime del Paese, sta attento alle voci di dentro, vola alto. E immagina il viaggio in India di una coppia iraniana, lei votata alla seduzione di spiritualismo e metempsicosi, lui un disperato terrestre che dà tutti i soldi a una prostituta. Devono conoscere l'uomo perfetto ma il viaggio verso la conoscenza stoppa sul dubbio se credere o non credere. Guardando il degrado indiano, chiedendo come mai Dio favorisca i ricchi ma preferisca i poveri, interrogandosi senza paura sui massimi sistemi morali e religiosi (in un mondo in cui piove solo cacca), chiudendo l' universo in una mosca o in una formica, Makhmalbaf chiude le domande esistenziali con una tirata dell' esperto sulla reincarnazione che rinnova il ciclo eterno: troppi pensieri sono solo spazzatura mentale, la scoperta finale del film che si pone la forza del dubbio, è che si può trovare tutto il mondo in una foglia di rugiada in giardino.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

    Dov'è finito Mohsen Makhmalbaf, dove vive? Ha tagliato definitivamente i ponti con il suo paese? Perché se il film precedente Sesso e filosofia era ambientato in Tagikistan, questo Viaggio in India ha per protagonisti una coppia di iraniani improbabili. Capelli lunghi da ribelle, lui (Mahmoud Chokrollahi) si definisce comunista; di una bellezza ineffabile da miniatura, lei (Mahnour Shadzi) gira senza velo in testa e un certo punto svela il bel seno davanti all'obiettivo: per attori di Teheran sono ruoli da non poter rientrare in patria neppure se volessero. Nella evocativa scena iniziale i due si stagliano esili nell'immensità di una plaga desertica - l'uomo in piedi con una videocamera a mano, la giovane donna su una sediolina portatile con un ombrellino a proteggerla dal sole. Scopriamo che stazionano lungo una rotaia in attesa di un treno che non si sa se arriverà. Sono in luna di miele, ma la scelta della meta non è legata a motivi turistico-sentimentali. In India sono venuti a cercare «l'uomo perfetto», ovvero colui che potrebbe gratificare l'esigenza di religiosità di lei; e scuotere lui dal suo pessimistico e laico raziocinio. Ma ognuno vede quel che vuol vedere: ciò che per Mahmoud è espressione di miseria e ingiustizia sociale, per Mahnour assume un significato mistico e spirituale. Sulla loro strada i due incontrano un santone capace di fermare un treno con lo sguardo, ma si tratta di un poveretto finito in ostaggio a una folla di mendicanti; mentre l'uomo perfetto è un pastore che scrive il suo messaggio di verità con inchiostro invisibile. A Benares, anziché trascorrere la notte con l'amata, Mahmoud si intrattiene con una prostituta e le regala tutti i soldi; e il film si conclude sulle rive del Gange fra roghi di cadaveri attestanti l'ultimo privilegio di casta immersioni purificatrici nelle acque del fiume.
Costruito in un'alternanza di momenti documentaristici di rara suggestione e scene di verboso dibattito filosofico,
Viaggio in India sembra un film dei tempi dello Scià quando il cinema iraniano influenzato dalla Nouvelle Vague era intellettualistico e stilizzato. Allora Makhmalbaf era un giovanissimo dissidente condannato a quattro anni di carcere per aver dato un pugno a un poliziotto. Probabilmente somigliava, e somiglia, al protagonista; forse questo viaggio è un ricordo o una riflessione come se, deluso dalla piega nefasta presa dalla rivoluzione tanto agognata, Mohsen tornasse sulle tematiche e i dubbi del passato per ritrovare una fede nel presente.

Alessandra Levantesi - La Stampa


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Il viaggio in India di una coppia iraniana, lei votata alla seduzione di spiritualismo e metempsicosi, lui un disperato terrestre che dà tutti i soldi a una prostituta. Devono conoscere l'uomo perfetto ma il viaggio verso la conoscenza stoppa sul dubbio se credere o non credere.
Costruito in un'alternanza di momenti documentaristici di rara suggestione e scene di intenso dibattito filosofico, il nuovo lavoro di Makhmalbaf (
Viaggio a Kandahar) suggerisce che si può trovare tutto il mondo in una foglia di rugiada in giardino...

TORRESINO - ottobre 2007

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