Vittorio D.
Mario Canale e Annarosa Morri - Italia 2009 - 1h 32'

Giornate degli autori

    Pare che i capitoli del documentario Vittorio D. di Mario Canale e Annarosa Morri siano legati dagli spezzoni di un'auto-presentazione lasciata 'a memoria' dal regista. Girato in forma di intervista, testimonianze, riporto di brani da film, costituisce un’opera commovente, un lungo racconto per immagini, una vita vissuta pienamente con il gioco, le passioni, il lavoro, le sue “due” famiglie. De Sica rimase infatti sempre innamorato di due donne, Giuditta Rissone, che gli aveva dato Emi, e Maria Mercader con cui ebbe Manuel e Christian. Ed esse lo ricambiarono di identico incredibile amore: i figli, per una sorta di pudore, si conobbero adulti o quasi; Emi, ormai donna, e Manuel e Christian, due ragazzi di oltre 18 anni, perché “Mamma – dice Emi – non voleva ferire i sentimenti di papà ”. Forse un’unica ombra per il carattere solare, gioviale, signorile, di grande attore, regista di personalità mondiale quale fu Vittorio De Sica.
Le testimonianze si susseguono incalzanti e serene, incisive portate da altri che, dopo di lui, grazie a lui, son divenuti grandi: Woody Allen, con la sua solita auto-ironia (“Mi dissero che aveva visto il mio secondo film,
Bananas, e che aveva trascinato persone a vederlo per la seconda volta: fui certo che avrei sfondato, da allora in poi, nel cinema…”) e poi quelle, intense, dei compianti Tullio Kezich e Giulio Macchi, l’intercalare continuo dei figli che riportano episodi di vita vissuta col padre; gioie e dolori, grandezze e piccinerie da quel ‘borghese come tanti’ - quale lui stesso si autodefiniva e che diviene la frase essenziale di chiusura sull’ellissi musicale di Parlami d’amore, Mariù che apre e chiude la docu-fiction.
Sì, perché pochi sanno che lui voleva fare il compositore, il direttore d’orchestra; e forse per questo Manuel, nel tempo, è divenuto ottimo musicista, anche per i lavori padre, con colonna sonora de Il giardino dei Finzi Contini (Oscar come miglior film straniero e anche nomination per il miglior commento musicale ). E tra i testimoni c’è anche la Corman Factory quasi al completo (‘patron’ escluso): Peter Bogdanovich, Paul Mazursky, John Landis. Dunque non solo filo-felliniani ad oltranza… Non mancano nemmeno i grandi ‘populisti’ inglesi: Ken Loach e Mike Leigh che proprio dalla lezione di Neorealismo di De Sica, Zavattini, Rossellini han tratto parte del loro cinema.
Insomma un bellissimo portrait a tutto tondo,
Vittorio D., che ci fa ricordare, con apparente semplicità ed autentica grandezza, un pezzo di cinema “mondiale” di casa nostra.

Maria Cristina Nascosi - MCmagazine 27 (ottobre 2009)