Easy Rider – Libertà e paura

Dennis Hopper

Fine anni ’60. Billy (Dennis Hopper) e “Capitan America” Wyatt (Peter Fonda), due hippy in Harley Davidson, intendono attraversare gli Stati Uniti partendo dalla California per arrivare al Carnevale di New Orleans. Durante il viaggio conosceranno la faccia intollerante dell’America profonda, fatta di violenza, razzismo e ignoranza. Finirà in tragedia… Il più famoso road-movie della storia del cinema. Il tema classico del viaggio si mescola con quelli della cultura alternativa degli anni ’60. Memorabili la colonna musicale (dagli Steppenwolf ai Byrds), la bizzarra tecnica di montaggio, la suggestiva fotografia di Laszlo Kovacs.

 

USA 1969 (95′)
edizione restaurata 2019


  Scritto e diretto da Dennis Hopper con l’aiuto di Peter Fonda e Terry Southern nella stesura della sceneggiatura, Easy Rider è un’opera fondamentale nella storia del cinema americano. Insieme a Il laureato (1967), Gangster Story (1967) e Un uomo da marciapiede (1969), contribuì ad abbattere definitivamente il corpo morente del cinema americano classico (fatto di rigide regole che ingabbiavano i film in precisi generi e li costringevano a farsi tutti vettore del “Sogno Americano”) e a dare vita alla cosiddetta New Hollywood, periodo di libertà e rinnovamento che durò dalla fine degli anni ’60 fino a primi anni ’80. Il film di Hopper portò per primo nel cinema americano gli umori, le tensioni e la sotto-cultura hippy che si andavano creando negli Stati Uniti sul finire dei Sixties, mostrando con coraggio la diffusione delle droghe tra i giovani. Costruito completamente sul ribaltamento del genere western classico, dove i protagonisti (a bordo di motociclette e non più di cavalli) attraversano l’America nel verso contrario a quello dei famosi pionieri dell’800 e sono attaccati non dagli indiani ma dagli americani stessi, Easy Rider è un’ opera – per il tempo – registicamente radicale, per come si apre alla contemplazione dei paesaggi (i villaggi di baraccopoli dove vivono i neri che si vedono all’inizio del film fanno impressione ancora oggi) e a piccoli esperimenti visivi (il “trip” in LSD sfiora l’avanguardia europea). Notevole, inoltre, l’utilizzo che fa il regista del flashforward, per anticipare brevemente alcuni momenti che verranno in seguito. Un film di culto assoluto, ricco di sequenze da ricordare: Jack Nicholson, nei panni dell’avvocato alcolizzato George, che straparla dopo aver fumato marijuana è entrato nella storia del cinema, così come l’intro sulle note di Born to Be Wild degli Steppenwolf. Considerato da molti il road movie per eccellenza, è costato meno di 400.000 dollari e ne ha guadagnati circa 60 milioni in tutto il mondo.

longtake

   

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