L’uomo meccanico

André Deed

Un film muto prodotto dalla Milano Film nel 1921. Autore e interprete della pellicola è il francese André Deed (noto in Italia come Cretinetti). L’opera era parte di una trilogia che lo stesso Deed intendeva realizzare, ma l’ambizioso progetto fu interrotto bruscamente dal fallimento della Milano Film. L’unico film realizzato della trilogia resta quindi L’UOMO MECCANICO che rappresenta il primo film di fantascienza/horror prodotto in Italia ad oggi disponibile.

 

Italia 1921 – 43′

IL FILM
L’Uomo Meccanico
è un film muto prodotto dalla Milano Film nel 1921. Autore e interprete della pellicola è il francese André Deed (noto in Italia come Cretinetti). Il film era parte di una trilogia che lo stesso Deed intendeva realizzare, ma l’ambizioso progetto fu interrotto bruscamente dal fallimento della Milano Film. L’unico film realizzato della trilogia fu proprio “L’Uomo Meccanico”. Poiché si è perso il film Il Mostro di Frankenstein del 1914, L’uomo Meccanico è il primo film di fantascienza/horror prodotto in Italia ad oggi disponibile, seppur in versione mutilata.
La pellicola, infatti, era andata perduta e solo negli anni ’90 la Cineteca di Bologna è riuscita a restaurare l’ultima bobina rimasta al mondo rinvenuta nella Cinemateca Brasileira di San Paolo. L’uomo Meccanico è per questo poco conosciuto, sebbene rappresenti una tappa molto importante del cinema italiano. Si tratta, della prima pellicola italiana ed una delle prime al mondo ad affrontare il tema dell’automa ed a mostrare la scena dello scontro tra un mostro meccanico buono ed uno cattivo, anticipando di gran lunga temi sviluppati dalla fantascienza posteriore (nonchè un certo immaginario mecha-giapponese).

LA SONORIZZAZIONE
La sonorizzazione è nata all’interno del Progetto Soundtracks 2018, finanziato dal Centro Musica di Modena e col partenariato della Regione Emilia Romagna e del Museo del Cinema di Torino. Per L’uomo Meccanico la sonorizzazione musicale è affidata alla scrittura tra il noise rumoristico ed il post rock degli EARTHSET, band bolognese attiva dal 2012.
Se gli strumenti utilizzati, infatti, inscrivono il progetto in un filone comunque riconducibile al rock, gli inserti armonici dodecafonici, esatonali e dissonanti, la massiccia presenza di effetti rumoristici, l’incedere di loops ipnotici, la dilatazione temporale di atmosfere contaminano il campo e ricordano certe forme di ricerca sonora della musica classica contemporanea.
Non si tratta di un caso, ma della scelta ponderata della band, che per questo progetto ha voluto approfondire lo studio delle avanguardie storiche dei primi del ‘900 (in particolare la scuola di Vienna, Stravinskij e Debussy) e della più recente produzione classica contemporanea internazionale e nazionale (tra i vari riferimenti, Missy Mazzoli e Luca Francesconi).
Una delle frasi musicali che ricorre lungo tutta la sonorizzazione è proprio una successione di dodici suoni-fonemi (dodecafonia) che in una tabella di corrispondenze tra note e lettere, secondo una tecnica elaborata da Alban Berg, corrisponde al binomio UOMO-MACCHINA.

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