Il circo

Charlie Chaplin

Il Vagabondo (Charlie Chaplin) finisce per caso a lavorare in un circo, dove si innamora della bella figlia (Merna Kennedy) del violento e crudele proprietario (Al Ernest Garcia). Per amore della fanciulla, vessata e malmenata dal padre, arriverà a favorire il rivale (Harry Crocker). 

 

The Circus
[b/n] USA 1928 (71′)


Venite, signore e signori, ammirate il funambolico capolavoro di Charlie Chaplin ispirato alla secolare arte circense. Venite a vedere acrobati, domatori, maghi, leoni e il vagabondo Charlot che, in veste d’attrezzista, vi strapperà più risate dell’intera compagnia dei clown!
Uscito nelle sale solo pochi mesi prima dell’avvento del sonoro Il Circo è uno tra i più grandi capolavori del cinema muto, in grado di divertire e commuovere il pubblico mescolando dramma, poesia e comicità con estrema naturalezza, come solo Chaplin sapeva fare. Film modernissimo, con un ritmo perfetto, è un vero e proprio ‘autoritratto d’artista’, che mescola ricordi d’infanzia e riflessioni sul comico, gag irresistibili e struggente poesia, e che ci regala una delle più geniali metafore dell’umana esistenza mai viste al cinema: la scena di Charlot ‘equilibrista’ che cammina sulla corda assediato dalle scimmie.

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Probabilmente il massimo capolavoro diretto da Chaplin negli anni ‘20, Il circo è anche uno dei più bei ritratti mai dipinti del pittoresco e sgangherato mondo sotto il tendone. In perfetto equilibrio tra divertimento e pathos, il regista-attore si improvvisa clown, facendo diventare la propria figura, sgraziatamente aggraziata, l’incarnazione vivente dell’arte acrobatica. E a proposito di equilibrismi, la clamorosa ed esilarante sequenza sulla fune con le scimmiette molestatrici raggiunge una delle vette comiche più elevate di sempre. Con la precisione millimetrica che ne contraddistingue l’intera filmografia, Chaplin riesce qui a destreggiarsi tra dramma e commedia danzando tra una e l’altra e regalando una delle storie d’amore non corrisposto più intense dell’intera storia del cinema. Per proteggere l’oggetto del suo desiderio, il Vagabondo arriva a rinunciarvi e a farsi da parte, compiendo un gesto sacrificale di una purezza straziante. La scena finale, con il circo che si allontana, lasciando il Vagabondo alle spalle, è da brividi. La lavorazione fu però decisamente travagliata, tra bufere, negativi rovinati e incendi sul set: il regista patì proprio in quel periodo la separazione e le pressioni economiche della ex moglie Lita Grey. Nonostante questo, il risultato è un film perfetto che valse al suo autore un meritatissimo Oscar speciale per la “versatilità e la genialità nello scrivere, recitare, dirigere e produrre”. Dal montaggio finale sono state eliminate diverse sequenze decisamente spassose, recuperate dai registi Kevin Brownlow e David Gill e inserite nel documentario Chaplin sconosciuto (1983)..

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