Ovest, primi anni del ‘900. A Shinbone scendono dal treno il senatore Ransom Stoddard e sua moglie Hallie. L’arrivo di un personaggio così influente nella piccola città incuriosisce il reporter del giornale locale che si propone per un’intervista. Stoddard accetta di buon grado e quando si viene a sapere che la sua presenza è dovuta al funerale di un certo Tom Doniphon anche il direttore del Shinbone Star partecipa, incuriosito, ad ascoltare le sue parole. Il racconto si sposta allora nel West di oltre vent’anni prima quando la diligenza, sulla quale il giovane avvocato Ransom Stoddard sta per raggiungere Shinbone, viene assalita dai banditi capeggiati da Liberty Valance. È proprio Stoddard a farne più di tutti le spese perché Valance si accanisce su di lui abbandonandolo malconcio sulla strada. Trasportato in città Rance Stoddard riceve le cure di Hallie e del suo fidanzato Tom Doniphon e diviene ben presto membro della comunità. Conosce così i gestori della locanda dove lavora Hallie, Pompeo (l’aiutante di Tom), Dutton Peabody, direttore del Shinbone Star, e lo sceriffo Link Appleyard. Si dà da fare per emancipare Shinbone aprendo una scuola dove insegna a leggere e scrivere ai tanti analfabeti e provando a smuovere la codarda pigrizia di Link il quale non riesce a prendere di petto la tracotanza di Liberty Valance che maremaldeggia in città con i suoi due sgherri, contrastato solo da Doniphon. Questi solidarizza con Rance ma non ha fiducia che la legge possa averla vinta sul violento predominio di Valance; da parte sua resta poi in disparte, geloso delle attenzioni reciproche tra Rance e Hallie. Quando è il momento delle elezioni Valance prova a influenzare il voto ma quando sono e Stoddard e Peabody ad essere eletti la furia del fuorilegge si abbatte sul Shinbone Star lasciando Peabody in fin di vita nella redazione devastata. Un duello a colpi di pistola tra Stoddard e Valance è inevitabile, ma, inaspettatamente, quello che resta ucciso e Valance… Di fronte alll’assemblea costituente, nonostante il supporto dei cittadini di Shinbone capeggiati da Peabody, Stoddard esita a farsi avanti per la propria candidatura al Parlamento, sentendo su di sé il peso della violenza di cui si è fatto complice per fermare il fuorilegge ed è a questo punto che interviene Tom che gli rivela di essere stato lui ad aver fatto fuoco su Liberty Valance, salvandogli la vita ed eliminando il pericoloso bandito. È questa rivelazione che ridarà forza e fiducia a Ranse fino a farlo diventare lo stimato senatore che può racconta ora, a sua volta, la verità sul suo passato ai redattori del Shinbone Star. Tale rivelazione non diventerà però uno scoop giornalistico perché “nel West, se la leggenda diventa realtà vince la leggenda”. A Ransom Stoddard non resta che dare un ultimo sguardo alla bara dell’amico, sopra la quale è stato deposto un fiore di cactus, e ripartire con sua moglie alla volta di Washington (dichiarandole però l’intenzione di ritornare a vivere a Shinbone). In viaggio, quando ringrazia il capotreno, questi gli risponde: “Niente è abbastanza per l’uomo che ha ucciso Liberty Valance.”
The Man Who Shot Liberty Valance
USA 1962 (123′)
Il film deve la sua fama a quella fatidica frase che relega la percezione della realtà in subordine alla leggenda, ma la forza di L’uomo che uccise Liberty Valance va ben oltre e vive di una complessità che tocca corde da sempre care a Ford, quali il processo di civilizzazione che emargina via via il mito della frontiera, il prevalere della legalità e dell’ordine sul farsi giustizia da sé, il rimpianto per sentimenti e illusioni a cui che il destino non ha lasciato scampo. Il treno è il segno del progresso e su quel treno sulla via del ritorno Hellie dice a Rance: “guardati intorno, una volta era un deserto (wilderness in originale), ora è un giardino”: il selvaggio West non esiste più e quel cactus fiorito che lei ha messo sulla cassa di Tom è il segno della prateria che scompare. Ma non solo. Era stato proprio un cactus quello che Tom le aveva regalato quando ancora erano una coppia, prima che il fascino di Rance la allontanasse da lui. La disputa tra Doniphon e Stoddard è la contrapposizione tra due visioni del mondo, è lo scontro tra chi risolve le dispute con la pistola e chi confida nei libri di legge. Uccidendo Liberty Valance Tom Doniphon uccide se stesso, distrugge il suo West. Non per niente dopo il duello notturno si ubriaca e dà fuoco alla casa in cui sognava di andare a vivere con Hellie. Ed è proprio nel giardino di quella casa, custodito con cura da Link Appleyard, che lei raccoglie il cactus in fiore per la bara. Lo sguardo amaro di Rance quando lo vede e quando poi trova conferma, in treno, che è stata proprio Hellie ad averlo deposto, è indice prima di una nostalgia per un paradiso naturale ormai scomparso, poi della consapevolezza che il cuore di lei era destinato a Tom. Ford racconta tutto ciò con una nuova lezione di cinema. Intreccia i piani temprali con la fluidità di un lungo flash-back e rinuncia all’abbacinante technicolor di Sentieri selvaggi per ricondursi al rigore stilistico di Ombre rosse: il morbido bianco e nero che circoscrive gli interni in cui si muove la comunità di Shinbone, gli intensi chiaro-scuri della notte che avvolgono il tormenti dell’azione di Tom. Per il suo penultimo western il sessantottenne regista rinuncia all’epica dei grandi spazi e si concentra sull’etica dei valori fondanti della “nascita di una nazione”. Il futuro è scritto nella storia senza macchia di Ransom Stoddard, il passato nel perpetuarsi della leggenda per cui si è immolato Tom Doniphon.
interpreti: James Stewart (Ransom Stoddard), John Wayne (Tom Doniphon), Vera Miles (Hallie), Lee Marvin (Liberty Valance), Edmond O’Brien (Dutton Peabody), Andy Devine (Link Appleyard), Woody Strode (Pompeo), John Carradine (Cassius Starbuckle), Lee Van Cleef (Reese), Strother Martin (Floyd Hoover)
NOTE:
Non va sottovalutato il valore intrinseco del racconto da cui il film è tratto, che brilla proprio per il coup de théâtre del sovrapporsi dei duellanti in gioco. Dell’autrice, Dorothy M. Johnson, sono anche i soggetti di altri due famosi western: L’albero degli impiccati (1959) e Un uomo chiamato Cavallo (1970).
Da tenere presente il diverso peso comunicativo che la frase clou del film assume nel testo originale e nella vulgata legata alla traduzione. In inglese è This is the West. When the leggenda becames fact, print the legend (Questo è il West. Quando la leggenda diventa “fatto”, stampa la leggenda), un concetto strettamente legato all’informazione giornalistica, mentre la traduzione recita Qui siamo nel West, dove se la leggenda diventa realtà vince la leggenda, che assume un significato di portata culturale più ampia, oltre la riflessione sull’oggettività della carta stampata.
L’idea di utilizzare due mostri sacri dl western come John Wayne e James Stewart è un valore aggiunto del film, ma anche una pecca visto che l’età avanzata dei due interpreti (entrambi oltre i 50 anni) stride nel vederli interpretare i due giovani protagonisti (ci furono diverse critiche verso Ford per questa scelta). Resta comunque la prima occasione di vedere i due attori recitare insieme. Ne seguirà solo un’altra, quasi quindici anni dopo: Il pistolero (Don Siegel, 1976).
Ci vorranno quattro anni perché Lee Marvin segni un’altra pagina importante nella storia del western (I professionisti – Richard Brooks,1966), mentre Lee Van Cleef che avevamo incontrato, sempre con comprimario, in Mezzogiorno di fuoco e in Sfida all’O.K. Corral avrà il suo momento di gloria sotto l’egida di Sergio Leone (Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto e il cattivo). Vera Miles la ricordiamo come la contrastata sposa di Wyatt Earp in Wichita, ma soprattutto come Laurie, la fidanzata di Martin Pawley in Sentieri selvaggi.
FRASI:
Ransom Stoddard ai redattori del Shinbone Star: “Quando arrivai qui ero solo un ragazzo, fresco di laurea in legge, con una valigia di libri, l’orologio d’oro di mio padre e 14 dollari e 80 centesimi. Avevo seguito il consiglio di Horace Greeley alla lettera: Se vuoi il successo, la fortuna e l’avventura, vai a ovest, giovanotto.“
Tom: “Ho visto quei libri, con la legge tu te la intendi, eh. Ma qui la legge non conta, qui un uomo si fa giustizia con le proprie mani.” – Rance: “Ma come questa è la stessa cosa, proprio la stessa che mi ha detto ieri sera Liberty Valance. In che razza di paese sono capitato?”
Sulla lavagna, in classe: “L’istruzione è la base della legge e dell’ordine”
Tom: “Volevo dirti che Hallie è la mia ragazza e che la stanza nuova che sto costruendo è per quando ci sposeremo” – Rance: “Tom, suppongo che tutti lo diano per scontato.” – Tom: “Tutti a parte Hallie, e forse te.” – Rance: “È una bugia, e lo sai.” – Tom: “Allora perché è venuta da me tutta preoccupata dicendo che morirai perché vuoi affrontare Liberty Valance?”
“Non vivi a sud del Picketwire, Valance. Non puoi votare.” – Liberty Valance: “Io vivo dove appendo il cappello.”
Rance: “Ma… Ma Tom, perché l’hai fatto; una cosa simile, perché?” – Tom: “Omicidio a sangue freddo, io posso conviverci. Hallie è felice. Lei ti voleva vivo.” – Rance: “Ma tu mi hai salvato la vita!” – Tom: “Vorrei non averlo fatto, perché mi hai preso Hallie. Su, torna la dentro e accetta a nomina. Le hai insegnato a leggere e a scrivere. Adesso dalle qualcosa di cui leggere e scrivere!”
SEQUENZE:
Valance fa inciampare Rance mentre porta la bistecca a Tom
Il duello tra Rance e Valance
Il vero svolgersi del duello