Kneecap

Kneecap, storia vera dell’omonimo gruppo rap irlandese, mette in scena attraverso le interpretazioni del trio stesso l’ascesa di uno dei progetti più audaci, innovativi e coraggiosi del panorama musicale odierno: un esuberante viaggio scandito da ritmi hip-hop tra identità, passione per la vita e la rivendicazione di una lingua, il gaelico, come vero strumento di lotta.


Irlanda/Gran Bretagna 2024 (105′)
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     Nella Belfast post-conflitto, emerge il turbolento trio rap Kneecap, che getta le basi per la rinascita della lingua irlandese contro l’establishment. Liam Óg e Naoise, autoproclamatisi “feccia di bassa lega”, insieme all’insegnante JJ, diventano un simbolo politico e la voce di sfida della gioventù irlandese inquieta. Mentre lottano per lasciare un segno nel mondo e le pressioni familiari e relazionali minacciano di staccare la spina ai loro sogni, il trio intreccia una narrazione che trascende la musica.

“ogni parola pronunciata in gaelico è un proiettile per la libertà irlandese!”

  Film dal basso che usa il lessico della strada per scagliarsi contro l’establishment alla ricerca di un senso di comunità, Kneecap è l’origin story del trio hip-hop e, in quanto tale, ha tutti gli elementi necessari per aderire al genere: il desiderio di sfondare, la passione che brucia l’anima, gli ostacoli dati dalle famiglie, l’amicizia messa alla prova.In più ci sono il legame con le droghe (nelle immagini si avverte una tensione psichedelica: fotografia di Ryan Kernaghan, montaggio di Julian Ulrichs e Chris Gill), la vocazione politica (la campagna per il riconoscimento della lingua irlandese), la disobbedienza civile contro il sistema punitivo, il rapporto con una figura paterna che vive nell’ombra come atto di dissidenza (Michael Fassbender, che impreziosisce un cast di pregiati comprimari come Josie Walker, Jessica Reynolds, Fionnuala Flaherty, Simone Kirby). Senza dimenticare le prese di posizione del trio testimoniate dal film ma superate dagli eventi: a un anno e mezzo dal debutto al Sundance e pochi mesi dopo aver sfiorato la nomination all’Oscar per il film internazionale (nonché a ridosso del passaggio italiano, in concorso al Giffoni Film Festival), Kneecap arriva nelle sale italiane mentre il gruppo è esplicitamente schierato su una linea pro-Palestina che gli è costata il tour americano, il boicottaggio del governo inglese, la censura televisiva della BBC. La faccenda è evidentemente più complessa di un fanservice o di un’agiografia senza dialettica: Kneecap è audace e vibrante, radicale e osceno, schietto e viscerale, non guarda il mondo in fiamme ma si butta nell’incendio, condanna ogni forma di colonizzazione ideologica e imperialismo industriale per trovare la quadra tra la felicità dei popoli e quella delle famiglie. Un progetto dal respiro lungo che sa mettere insieme le caratteristiche di uno sfrenato intrattenimento con quelle di una solida riflessione sull’identità.

Lorenzo Ciofani – cinematografo.it

«Tutto è partito da una riflessione sul biopic musicale e come spesso sia un genere piuttosto monotono, che segue sempre la solita struttura narrativa. Ho iniziato a chiedermi se potevo fare un film dove evitavo di analizzare la fine della carriera di un cantante che rimpiange i tempi di gloria, e da lì è partita l’idea di fare l’esatto opposto e analizzare un gruppo musicale che è ancora in piena ascesa.» Rich Peppiatt

 

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