Decalogo 7 (Dekalog, siedem - 57')

     In tempi di decadenza di valori anche il concetto di proprietà, e quindi di furto, merita di essere riletto in una dimensione diversa. Qui allora l'oggetto conteso diventa una bambina, Anja. Cinque anni prima sua madre Majka, giovane studentessa incinta del suo professore, fu costretta a partorirla in segreto, per evitare lo scandalo, e la piccola fu registrata come figlia della nonna, Ewa. Con lei ha sempre vissuto insieme a sua "sorella" Majka; ora questa però "rivuole ciò che è suo", rivela alla piccola la verità e scappa con lei. Si rifugiano da Wojtek, il professore, che alfine conosce sua figlia, ma neanche lui può trattenere lo spirito inquieto di Majka. Quando Ewa riesce a trovarle, Majka salta su un treno in partenza e Ania la insegue, correndo lungo la banchina. Il grido di Ewa "Torna, figlia mia!" è un richiamo disperato non solo ad una persona (Maika, Anja?) ma ad una realtà di affetti ben definiti, ove alle parole madre, figlia corrispondano rapporti sereni e dove ogni personalità ritrovi ciò che la sorte gli ha rubato.

VII - Non rubare