cinemateatro DON BOSCO
aprile-maggio'85

« l'emozione dei sentimenti »

   Vi è una canzone della colonna sonora di The Big Chill (Il grande freddo) che nel titolo e nel ritornello recita queste parole "I second that emotion", "assecondo quell'emozione". Non importa di quale emozione si tratti (molte delle canzoni di quel film sono in ogni caso love songs), proprio in quella frase si condensa un concetto che sta alla base di Il grande freddo e di questo breve ciclo che proponiamo: la ricchezza emotiva di un cinema sicuramente spettacolare, ma che nel far spettacolo delle proprie emozioni prova a non svilirle bensì ad intensificarle nella pregnanza dei costrutto delle immagini.
Rifletteva tempo fa Beniamino Placido su La Repubblica: «I film di una volta il cuore io facevano battere, ma lo toccavano anche; anzi lo strizzavano, lo sottoponevano ad una ginnastica cardiaca salutare non per il cuore soltanto, ma anche per il cervello, che non è poi anatomicamente tanto lontano dal cuore. Che peccato che non ci siano più. Che peccato». Forse in parte è vero che quei film non ci sono più, soprattutto non c'è più quella sintonia tra emozione e riflessione, tra cuore e cervello anche perché l'"aridità" non è solo nel prodotto filmico degli anni ottanta, è pure nel tessuto sociale contemporaneo, spesso freneticamente massificato e carente di veri valori umani.
Il cinema allora deve per forza battere le strade dell'effetto emozionante (da
I predatori dell'arca perduta a Ghostbusters), della banalità sdrucciola (Lui è peggio di me, Non ci resta che piangere) o dei sentimentalismo lacrimevole (Voglia di tenerezza, oscarizzato, su tutti!).
Eppure
l'emozione dei sentimenti non è per forza sentimentalismo; quello che un film suscita durante la visione e lascia poi nell'intimo dello spettatore può essere qualcosa di superficiale (che tocca solo il cuore), ma pure qualcosa di più articolato, che ci fa più profondamente partecipi, che ci obbliga, spontaneamente, ad un minimo di riflessione, di confronto tra le nostre emozioni e le nostre idee (cuore e cervello!).

Così in
Tootsie*, sulla vicenda, che tende alla farsa, di un attore camuffato da donna per ottenere una parte, si innestano svariati squarci di riflessione. Pollack (è lui, nel film, l'agente dei protagonista) parte dal mondo della recitazione col confronto della situazione di Michael Dorothy (Dustin Hoffmann), un bravo attore che da vent'anni non lavora, con quella dell'anziano Van Horn, un cattivo attore che lavora da vent'anni; tocca poi l'ambiente televisivo (emblematico lo squallore di tanti melensi serial tv che riempiono la vita dei telespettatore medio), segnala alfine amari aspetti anche dei quotidiano, dei sociale, che è poi la base di una commedia popolare: il paradosso della diversa realtà maschile e femminile nella cultura contemporanea non cessa di dar adito a discussioni non meramente retoriche e l'amabile personaggio di Julie (Jessica Lange) rende ancor più stridente la falsa femminilità di Tootsie. Se Dorothy grida vendetta per la professionalità bistrattata, Julie apre un discorso a sé, delicato come un bicchiere di vino bianco, sul cinismo che spesso fa da padrone nel rapporto sentimentale uomo donna ("sono stato con te, da donna, un uomo migliore di quanto lo sia mai stato da uomo con le donne").

Se in
Tootsie il sentimento principe è quello dell'amore e il genere è quello leggero della commedia, in
Gli anni spezzati (Gallipoli)*, dell'australiano Peter Weir, l'atmosfera è quella del dramma, l'emozione dei sentimenti viene dalla forza di un'amicizia virile, dal rapporto dell'individuo con la natura che lo circonda. Frank e Archy, giovani australiani trapiantati in una guerra a loro estranea, la vivono con lo spirito incosciente di chi si appresta ad un incontro sportivo, eroi ancora 'immacolati' come l'eden naturale che avvolgeva la loro esistenza quotidiana: non per niente Jack, il vecchio allenatore, legge con commozione le ultime pagine dei Libro della Giungla (dove Mowgli sceglie la civiltà dicendo addio al mondo della foresta); non per niente la guerra li segnerà col sangue, 'crisma barbaro' di tutte le civiltà, atroce stop dei destino al continuo perdersi ed incontrarsi dell'uomo nel cammino dell'esistenza ("Ci vediamo quanto capita, se non capita prima").

Ancora guerra ma guerra civile è quella che in
Missing* investe non solo il popolo cileno ma, per il continuo, ambiguo perpetuarsi del mito della frontiera (leggasi sia l'impegno degli intellettuali USA, sia la politica interventista dei loro paese), il placido Mr. Horman (Jack Lemmon) che nella violenza dei regime di Pinochet non trova più le tracce dei proprio figlio Charles. Qui entra in gioco il lacerasi dei sentimenti di fronte ad ideali politici generazionali diversi, a contrasti banali tra un suocero ed una nuora che per troppo tempo hanno rinunciato a comunicare, a contrasti più essenziali tra l'idealismo in pantofole e lo scandalo morale della "prirna linea" ("E' come trovarsi, ad un tratto, tutti in prima linea"). L'emozione individuale riesce in Costa-Gavras a farsi emozione sociale e il sentimento dell'angoscia può diventare anche scintilla di forza d'animo così come un cavallo bianco che fugge, terrorizzato ed altero in una notte di coprifuoco, può essere scintilla simbolica di libertà tra le tenebre dei soprusi e della violenza.

Con
Diva* il nostro discorso prende un esempio quasi in negativo: il francese Jean Jacques Beineix sa offrire forti emozioni visive e sonore rifacendosi ad un'estetica avanguardistica, con un taglio cinematografico farraginoso sia nel collage d'immagini sia nel ritmo narrativo. Il meccanismo sentimentale che aziona la vicenda è la passione musicale di Jules, postino diciottenne, per Cynthia, la diva ugola d'oro che canta la Wally di Catalani ("Ebben ne andrò lontana ..."). Ad un nastro registrato abusivamente ad un concerto se ne affianca un altro con rivelazioni poco gradite alla malavita: il grande puzzle pseudo-poliziesco che ne esce ha un suo indiscusso fascino, ma proprio come un fugace entusiasmo giovanile l'emozione di Diva si esaurisce nell'arco della visione. Un film per gli occhi e per gli orecchi, poco per il cuore, quasi nulla per la mente.

La musica è anche una delle trame sottili che cuciono la vicenda di
Il grande freddo*, ma qui il sentimento è di quelli che prende al cuore ed alla gola, l'emotività penetra nell'intimo, almeno per un certo pubblico, per una fascia generazionale che un fatidico periodo, di cui quella musica è emblema, l'ha vissuto sulla propria pelle ("Non esiste altra musica in casa mia"). Harold, Sarah, Nick, Michael, Meg, Sam e Karen, gli amici, ormai più che trentenni, che si ritrovano nell'occasione dei suicidio di Alex (proprio colui che al tempo dei college l'età delle illusioni era l'elemento leader del gruppo), sono forse poco approfonditi nelle loro caratterizzazioni psicologiche eppure servono allo scopo, nell'identificare splendidamente pregi e contraddizioni di un ambiente umano. Con un linguaggio cinematografico che fa furbescamente uso dell'esperienza televisiva, Lawrence Kasdan, il trentacinquenne (!) regista, confeziona un prodotto fin troppo tirato a lucido ma che approfitta del compromesso spettacolare per evidenziare altrettanti sofferti compromessi dei protagonisti, le disillusioni che amaramente si fanno strada sotto la patina cromatica.
Ma anche se l'intesa e gli ideali dei gruppo non sono più quelli di una volta, pure l'emozione di un tempo felice è restata e resterà sentimento di sempre; l'amicizia che su quell'intesa e su quegli ideali allora fu costruita rimane come un valore profondo che torna con facilità nel cuore e nella mente, come il motivo di una vecchia cara canzone . . .

ezio leoni - L'emozione dei sentimenti - Cinemateatro DON BOSCO aprile/maggio 1985


« sono stato con te, da donna,
un uomo migliore di quanto lo sia mai stato da uomo con le donne
»

Soggetto: Michael Dorsey è un attore, scrupoloso ed intelligente, che per un motivo o per l'altro non riesce a trovare scritture ed è così costretto, per sbarcare il lunario, a lavorare come cameriere. Un giorno, per una serie di circostanze fortuite, si trova a fare un provino travestito da donna e, ironia, della sorte, ottiene una parte importante in un interminabile "serial" alla TV. Arriva il successo e, con questo, i guai. La vita di Dorothy Michael è frenetica, con un susseguirsi di momenti critici ed equivoci che l'attore riesce a malapena a fronteggiare. Le cose si complicano ulteriormente quando si innamora di Julie, sua partner nei telefilm, la quale però lo crede, come tutti dei resto una donna; nello stesso tempo, Dorothy Michael è corteggiato da un maturo attore e dal padre di Julie ... Alla fine, per uscire da una situazione ormai insostenibile, Michael rivela davanti a milioni di telespettatori, con una geniale improvvisazione, la sua vera identità: e, passato lo stupore iniziale, avrà la fama a lungo inseguita e, soprattutto, l'amore di Julie.

Regia: Sidney Poliack Soggetto: Don McGuire, Larry Gelbart Sceneggiatura: Larry Gelbart, Murray Schisgals Fotografia: (scope a colori) Owen Roizman Musica: Dave Grusin Montaggio Frederic Steinkamp, William Steinkamp

Interpreti: Dustin Hoffmann (Michael Dorothy), Jessica Lange (Juiie Nichols), Teri Garr (Sandy), Dabney Coleman (Ron), Charles Durning (Les), Sidney Poliack (George), Bili Murray (Jeff), George Caynes (John Van Horm), Geena Davis (April), Doris Belack (Rita)

Durata: 116' Origine: Stati Uniti (1982) Produzione: Mirage; Punch Production Distribuzione: C.E.I.A.D. (1983)

Filmografia di Sydney Pollack



« Ci vediamo quando capita, se non capita prima »

Soggetto: È una pagina della storia nazionale australiana o meglio della tragica conclusione delle rocce di Gallipoli di un assalto comandato, nel nome dei re e dell'impero d'Inghilterra, al corpo di spedizione australiano considerato, dal comando inglese, solo e semplicemente carne da cannone per distrarre il nemico da uno sbarco che le truppe inglesi avrebbero fatto un poco più in là. Un massacro che non risparmia il protagonista la cui corsa, cominciata nei prati vicino a casa, si spezzerà di fronte all'ultima pallottola nell'estremo, assolutamente inutile, assalto.

Regia: Peter Weir Soggetto e Sceneggiatura: Peter Weir, David Williamson Fotografia: Russel Boyd Musica: Albinoni, Jean Michei Jarre, Bizet, Johann Strauss, Paganini, Judge e Williams, Skipper Francis Montaggio: William Anderson

Interpreti: Mel Gibson (Frank Dunne), Mark Lee (Archy), Bili Kerr (zio di Archy), Bili Hunter (Benton), John Morris (Robinson), Tim McKenzie (Barnay), David Argne (Snowy), Robert Grubb (Billy), Ron Graham (Gerda Nicolson)

Durata: 106' Origine: Australia (1981) Produzione: Paramount Distribuzione: C.I.C. (1982)

Filmografia di Peter Weir  Homesdale (71) - Le macchine che distrussero Parigi (74) - Picnic ad Hanging Rock (75) - L'ultima onda (77) - Gli anni spezzati (81) - Un anno vissuto pericolosamente (83) - Witness (85)


« Ebben ne andrò lontana... »

Soggetto: Jules ragazzo postino di una Parigi irreale e fantasmagorica è appassionato di musica lirica e infatuato di Cynthia Hawkins, una cantante lirica di colore, riesce a registrare di nascosto, dalla viva voce della "diva", un pezzo della Waliy di Catalani, da lei interpretato con straordinaria purezza melodica. Quel canto e il bianco abito fluente della «diva», da lui rubato, gli creano, nell'angolo bohémien in cui abita, una fragile atmosfera di sogno. Egli ignora, però, che dentro la borsa di postino, fissata al portabagagli della sua motoretta, è finita anche un'altra registrazione, di tutt'altro genere, in cui una certa Nadia, prima di venir assassinata ha denunciato un'alta personalità della polizia, coinvolta nello sfruttamento della prostituzione. Tutto il film è giocato sulla frenetica rincorsa per ragioni opposte delle due registrazioni, da parte dei ragazzo e da parte della malavita organizzata, decisa a distruggere la prova pericolosa incisa da Nadia.

Regia: Jean Jacques Beineix Soggetto: Dal romanzo di Delacorta Sceneggiatura: Jean Jacques Beineíx, Jean Van Hamme Fotografia: (panoramico, a colori) Philippe Rousselot Musica: Vladimir Cosma Montaggio: Marìe Josephe Yoyotte e Monìque Prim

Interpreti: Frederic Andrei (Jules), Roland Bertin, Richard Bohringer, Gerard Darmon, Jacques Fabbri, Thuy An Luu (Alba), Dominique Pinon, Anny Romand, Wilhelmina Wiggings Fernandez (Cynthia Hawkins).

Durata: 115' Origine: Francia (1981) Produzione: Les Film Galaxie, Greenwich Film Production Distruzione: Gaumont (1983)

Filmografia di Jean Jacques Beineix  Diva (81) - La lune dans le caniveau (82)


« Non esiste altra musica in casa mia »

Soggetto: Per i funerali di Alex che si è inspiegabilmente suicidato Harold e sua moglie Sarah invitano nella loro villa un gruppo di comuni ex compagni del college, da lungo tempo perduti di vista. Sono passati una ventina di anni, ma l'incontro, pur triste, pare a tutti l'occasione buona per ristabilire rapporti lontani e lontani ricordi di vita giovanile. Ognuno parla di sé, dei propri impegni presenti e futuri e, in definitiva, della propria vita, sempre richiamandosi a momenti lieti, o meno, dei tempo andato. Una siffatta memoria e lo stesso riannodare fili e filamenti di sogni e di entusiasmi ricreano prontamente fra i presenti l'antica solidarietà. Karen, stanca dei marito, sarebbe anche disposta a ricominciare con Sam, solo che lui la volesse; Meg che tanto desidera un figlio, lo avrà, per gentile 'concessione' di Sarah, da Harold; mentre Cloe, la ragazza di Alex, spera di trovare in Nick, reduce menomato dal Vietnam, colui che potrà prendere il posto, con la sua timida tenerezza, del defunto compagno.

Regia: Lawrence Kasdan Soggetto e Sceneggiatura: Lawrence Kasdan, Barbara Benedek Fotografia: John Bailey Musica: Meg Kasdan Montaggio: Carol Littieton

Interpreti: Tom Berenger (Sam), Glenn Ciose (Sarah), Jeff Goldblum (Michael), William Hurt (Nick), Kevin Kline (Harold), Mary Kay Piace (Meg), Meg Tilly (Cloe), Jobeth Williams (Karen), Don Galloway (Richard), James Gillis (il pastore), Ken Piace, John Kasdan, Ira Stiltner, Jacob Kasdan, Muriel Moore, Meg Kasdan, Praticia Gaul

Durata: 103' Origine: Stati Uniti (1983) Produzione: Carson Productions Group Distribuzione: Ceiad (1984)

Filmografia di Lawrence Kasdan  Brivido caldo (81) - Il grande freddo (83)
Silverado (85) - Turista per caso (88) - Ti amerò fino ad ammazzarti (88) - Grand Canyon (91) - Wyatt Earp (94) - French Kiss (95) - Mumford (94) - Dreamcatcher (03)

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« E' come trovarsi, ad un tratto, tutti in prima linea »

Soggetto: Charles, giovane irrequieto americano, vive con la moglie Beth nella capitale di un paese dei Sud America proprio mentre avviene un "golpe". Il suo modo di fare, di andare in giro e soprattutto il suo fare continue domande provocano la sua sparizione. Beth e i suoi amici e alla fine il padre Ed Horman, uomo d'affari di New York, cominciano le ricerche, ma né l'Ambasciata, né il Consolato né le autorità militari dei luogo trovano una spiegazione dell'accaduto. Nemmeno le ricerche allo Stadio Nazionale tra prigionieri in attesa di essere interrogati e probabilmente uccisi, e tra gli innumerevoli corpi dei giustiziati, danno alcun esito. Si fa sempre più strada l'idea che Charles sospettasse connivenze tra gli americani e gli autori dei golpe e che sia stato fatto sparire dai militari. Poi arriva la notizia ufficiale: Charles è stato ucciso dai militari. Il padre, sconvolto dal dolore, torna negli Stati Uniti: denuncerà le autorità americane, ma il caso, dopo vari anni, verrà archiviato.

Regia: Constantin Costa-Gavras Soggetto: Dal libro di Thomas Hauser Sceneggiatura: Constantin Costa Gravas, Donald Stewart Fotografia: (panoramico-colore) Richard Aronovich Musica: Vangelis Montaggio: Françoise Bonnot

Interpreti: Jack Lemmon (Ed Horman), Sissy Spacek (Beth Horman), Melanie Mayron (Terry Simon), John Shea (Charles Horman), Charles Cioffi (Ray Tower), David Clennon (Phil Putman)

Durata: 122'  Origine: USA (1982)  Produzione: Polygram per Universal  Distribuzione: CIC (1982)

Filmografia di Constantin Costa-Gavras Vagone letto per assassini (65) - Il 13° uomo (67) - Z. L'orgia dei potere (69) - La confessione (70) - L'amerikano (73) - L'affare della Sezione Speciale (75) - Chiaro di donna (79) - Missing (82) - Hanna K (83)
Consiglio di famiglia (86) - Betrayed-Tradita (88) - Music Box (89) - La piccola apocalisse (92) - Mad City (97) - Amen (02) - Cacciatore di teste (05)

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