Heimat 2

    Il centrare questo nono episodio non su uno dei giovani artisti amici di Hermann ma su Elisabeth Cerphal, la proprietaria della Fuchsbau, è un modo per spezzare l'unità del racconto (dopo il matrimonio le strade dei protagonisti si dividono, alla sistemazione "borghese" di Hermann e Schnüsschen corrisponde la dispersione individualistica di talenti ed esperienze) e per scavare nelle coscienze delle generazioni precedenti, spesso compromesse con la vergogna nazista. La signora Cerphal ha cercato di perpetuare la sua infanzia ricca di stimoli culturali (alla "Tana della volpe" ha conosciuto anche Bertold Brecht) aprendo la sua villa ai giovani artisti e rimanendo alla finestra della storia, distaccata dalla tragedia della guerra (sebbene una sua amica ebrea, moglie di Gerold Gattinger, sia morta nei campi di sterminio), cieca di fronte ai piccoli e grandi imbrogli che hanno accompagnato l'impero editoriale della sua famiglia. Ora è smarrita davanti agli imprevisti sconvolgimenti del suo quieto vivere: la "Tana della volpe" deserta (dopo la lite alla festa Juan è rimasto l'unico ospite della villa, assieme al sig. Gattinger), l'anziano padre malato che si rifà vivo per dettarle le sue ultime volontà... Per Elisabeth Cerphal è il momento di ritrovarsi faccia a faccia con una realtà familiare dimenticata, di scoprirsi "bambina" nel rivivere il passato tra le pagine di un vecchio diario rimasto nascosto per tanti anni nella cassaforte della ditta, di ereditare dalla morte del genitore un'improvvisa voglia di vivere, di staccarsi dai ricordi, di vendere la Fuchsbau e viaggiare spensierata intorno al mondo.
E Hermann e gli altri? In casa Simon è nata la piccola Lulù (Simona), ma nel suo caldo guscio domestico Hermann, che nel frattempo ha ottenuto il diploma di compositore, sente la nostalgia degli amici. Renate e Bernd si sono messi insieme e gestiscono l'"U-Boot", un locale alternativo con tanto di acquario e sirena; Helga sempre più lontana da Stefan (gli annuncia di essere incinta di un figlio non suo) e dai valori del vivere borghese ("il capitale è avido di zeri" spicca sul muro alle sue spalle), Clarissa torna dagli States con qualche amarezza ("la prima cosa che impari in America è di non farti illusioni") e il suo amato violoncello danneggiato, Olga non demorde dalle sue ambizioni d'attrice, Volker e Jean-Marie continuano a cercare nella musica nuovi spazi sonori e nuovi orizzonti artistici ("il talento si riconosce da quello che ti riesce facile"), Alex vive con fervore (e con qualche bicchiere di troppo) l'evolversi della coscienza politica giovanile (il conflitto vietnamita sulle prime pagine dei giornali, le avvisaglie della contestazione scuotono sempre più la Germania): è lui a guidare il gruppo per l'ultima volta alla "Tana della volpe" per un'accesa riunione contro le leggi speciali per l'ordine pubblico...